Banche, Unicredit col 4% irrompe in Generali e il risiko si complica
Unicredit compra il 4% delle Generali, e non lo annuncia – è sabato sera! – ma neanche lo smentisce. Si limita a dire che “Unicredit è focalizzato sulle due operazioni Commerz e Banco Bpm”. Peccato che il 4% delle Generali costa più di 2 miliardi, una cifra alla quale perfino un bancone come Unicredito fa […] L'articolo Banche, Unicredit col 4% irrompe in Generali e il risiko si complica proviene da Economy Magazine.
Unicredit compra il 4% delle Generali, e non lo annuncia – è sabato sera! – ma neanche lo smentisce. Si limita a dire che “Unicredit è focalizzato sulle due operazioni Commerz e Banco Bpm”. Peccato che il 4% delle Generali costa più di 2 miliardi, una cifra alla quale perfino un bancone come Unicredito fa capo.
E quindi subito il mercato deduce: Unicredit si sarà messa d’accordo con Mediobanca, per far quadrato contro l’Opa di Mps, che invece è sorretta da Caltagirone e Del Vecchio e naturalmente dal governo. Proprio ieri, del resto, Mps aveva sentenziato – a norma di regolamento, sia chiaro! – una colossale balla, cioè che i due gruppi privati, suoi azionisti ma anche già azionisti di Mediobanca e della vera preda di tutta la faccenda, ossia le Generali, non sarebbero “parti collegate”. Altro che se lo sono, in sostanza… ma vabbe’, è “latinorum” per rispettare le leggi aggirando l’evidenza. Come diceva Marco Antonio, “Bruto è uomo d’onore” e gli si deve credere, dopo di che alla stessa maniera si può crederre che l’asino vola.
Quindi è chiaro: da una parte il Montepaschi, che ha proposto ai suoi due soci privati “forti” e al socio che alla fin fine ha il pallino in mano cioè il governo, di scalare Mediobanca per mettere in sicurezza in mani tricolori – anche se mani discutibili, e peraltro la Delfin dei Del Vecchio è una holding lussemburghesi, l’unica azienda finanziaria italiana che sia davvero una multinazionale, ossia appunto le Generali.
E’ uno scontro finanziario, ecco cos’è. E l’ingresso sulla scena di Unicredit può scompaginare tutto. Unicredit ha i soldi per fare un’offerta più ricca su Mediobanca e vedersela anche accettare dalla stessa Mediobanca, che preferirebbe mille volte avere a che fare con i “consanguinei” di piazza Gae Aulenti che col “padrone delle cementiere”, Caltagirone. Tanto più che la Borsa considera avara l’offerta di Mps. E accetterebbe di buon grado un rilancio.
Unicredit dovrebbe rinunciare forse a Banco Bpm, e non è detto che sarebbe un male per il sistema Paese perché la banca guidata dal bravissimo Giuseppe Castagna potrebbe crescere da sola. Mentre la Germania ha già respinto l’offerta di Unicredit su Commerzbank, e lì non si passa.
Dunque, questa mossa rimette tutto in discussione e – come dire – nel Paese dei patti segreti e delle “pastette” tra privati impregnati di pubblico come Caltagirone e istituzioni, fa vedere un pezzo di vivacità di mercato. Bene.
Del risiko bancario aveva parlato poco prima – va detto “per la cronaca” – anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti a Varese. L’offerta carta su carta di Mps, partecipata dal Mef, su Mediobanca “non è una guerra Roma-Milano”, è un’operazione fra banche “internazionali” in cui “lo Stato ha un compito molto chiaro cioè quello di tutelare gli interessi nazionali con gli strumenti che ci sono, tipo il golden power”. Risponde anche ad una domanda sulle indiscrezioni secondo cui il governo tedesco avrebbe chiesto aiuto a quello italiano per bloccare la scalata di Unicredit su Commerzbank: “Berlino non chiede l’aiuto all’Italia semplicemente perché ognuno ha a casa propria le proprie decisioni da prendere”.
Intanto il mercato finanziario si prepara a una settimana intensa, su questo fronte. Il 4 febbraio Intesa Sanpaolo, per ora rimasta a guardare il risiko delle scalate, apre le danze coi conti annuali. Il giorno successivo tocca al gruppo francese Credit Agricole, osservato speciale in questa fase soprattutto per il suo ruolo di azionista di peso in Banco Bpm. In parallelo sempre il 5 febbraio è la volta di Anima alzare i velo sui numeri dell’ultimo esercizio, e si sa che Anima è sotto Opa da Bpm. Il 6 febbraio i risultati li pubblicherà proprio il Montepaschi, che forse aggiungerà qualche dato sulla sua offerta. Mentre sarà Mediobanca. il 10 febbraio, a dover presentare i conti, e l’11 lo faranno sia Unicredit sia Banco Bpm.
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