Banche, pressing Abi sulle regole «Troppo divario tra Europa e Usa»

I differenti tempi di adozione delle regole sui criteri prudenziali di Basilea 3+. Una normativa troppo stringente, non tanto sui criteri Esg, ma sugli obblighi posti a carico delle banche affinchè controllino che le imprese li adottino e li rispettino. Le nuove regole al vaglio della Commissione europea (la bozza di regolamento Fida presentata nel […] L'articolo Banche, pressing Abi sulle regole «Troppo divario tra Europa e Usa» proviene da Iusletter.

Gen 30, 2025 - 13:25
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Banche, pressing Abi sulle regole «Troppo divario tra Europa e Usa»

I differenti tempi di adozione delle regole sui criteri prudenziali di Basilea 3+. Una normativa troppo stringente, non tanto sui criteri Esg, ma sugli obblighi posti a carico delle banche affinchè controllino che le imprese li adottino e li rispettino. Le nuove regole al vaglio della Commissione europea (la bozza di regolamento Fida presentata nel 2023) in base alle quali istituti di credito e operatori finanziari sono obbligati a condividere con parti terze anche residenti extra Ue – leggi le Big Tech – tutti i dati relativi ai loro clienti senza che ci sia una reciprocità.

Il vertice dell’Abi in questi giorni è andato in trasferta a Bruxelles per portare all’attenzione dei nuovi rappresentanti della Commissione europea tutti i dossier caldi che rischiano di aprire ancora di più le divergenze tra banche Usa (e anche Uk) e banche europee riducendo la competitività di queste ultime. Un documento con un elenco di una decina di temi critici è stato depositato ieri dal presidente dell’Abi, Antonio Patuelli. «Alla luce della aumentata incertezza relativa alla implementazione degli standard internazionali da parte degli Stati Uniti – si afferma nel documento a proposito di Basilea – è fondamentale che l’Unione utilizzi gli spazi di flessibilità ancora disponibili, per non mettere le proprie banche in una condizione di svantaggio rispetto ai concorrenti extraeuropei».

Tra le priorità ci sono anche gli adempimenti che per spingere le imprese alla transizione green. «Non spetta alle banche il ruolo di arbitri assoluti della sostenibilità. Devono essere attive autorità pubbliche in grado di valutare la legalità dei comportamenti delle imprese», ha ribadito ieri Patuelli.

Sul tema della sostenibilità si sottolinea la necessità di procedere a un riordino delle numerose direttive Ue su transizione e criteri Esg. «La Commissione sembra consapevole di questa esigenza, tanto che dovrebbe presentare nei primi mesi dell’anno una specifica direttiva Omnibus che vada proprio in questa direzione. – si afferma-. In attesa di conoscerne il testo è bene ricordare che la finanza sostenibile è una priorità fondamentale per il settore bancario europeo, che a questo scopo sta contribuendo a definire gli schemi di rendicontazione e sta ridefinendo i parametri di gestione del rischio e i processi di definizione e approvazione dei crediti, per garantire l’allineamento con gli obiettivi di sostenibilità della Ue. Le banche già assistono i clienti nella transizione, aiutandoli a reperire i finanziamenti necessari e consigliandoli in ogni fase di questo complesso percorso di trasformazione della sostenibilità, tuttavia, non possono guidare da sole questo processo, né possono assumersi la responsabilità primaria di far rispettare le politiche climatiche».

Altro aspetto controverso sono le previsioni della bozza di regolamento Fida (Financial Data Access) in base al quale banche e operatori finanziari devono condividere, dietro autorizzazione del cliente, tutti dati con gli interlocutori che lo richiedono. Non c’è un framework internazionale che preveda questo, come invece e regole di Basilea per i requisiti prudenziali. Il principio era stato introdotto in via embrionale con la direttiva Psd2 sui pagamenti digitali, ma le parti terze non potevano essere operatori extra Ue. Tra le informazioni da condividere ci sono icrediti ipotecari, finanziamenti e conti, risparmi, investimenti in strumenti finanziari, prodotti di investimento assicurativi, cripto-attività, immobili e altre attività finanziarie inclusi i dati raccolti per effettuare le valutazioni di adeguatezza e appropriatezza; prodotti pensionistici; prodotti assicurativi del ramo danni, i dati che fanno parte della valutazione del merito creditizio di un’impresa che siano raccolti nell’ambito di una richiesta di erogazione di un finanziamento o di una richiesta di assegnazione di un rating. La proposta Financial Data Access (FIDA), si afferma, «rischia di risultare ancora più penalizzante per le banche rispetto ai nuovi competitor perché è evidente che permettere il libero accesso ai dati del settore finanziario ai colossi della big tech, che hanno già una posizione dominante nel campo dei dati individuali e aziendali, senza garantire le corrette reciprocità e remunerazione degli investimenti, per di più in assenza di casi di utilizzo (use case) concreto che dimostrino il valore aggiunto della proposta normativa, non può che rendere ancora più squilibrata la competizione». L’associazione sollecita anche un maggiore sviluppo del mercato della cartolarizzazioni dei crediti nella Ue. Nel documento si ricorda il mandato dato all’Eba (nell’ambito del recepimenti di Basilea) per allentare i limiti alla ristrutturazione dei prestiti (punto ancora rimasto irrisolto) e i limiti della direttiva sulle crisi bancarie lasciata in eredità dalla precedente Commissione, che prevede l’estensione della risoluzione agli istituti di credito più piccoli.

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