Asset allocation: ecco perché mettere in portafoglio i bond high yield Usa
Guardando al mercato high yield globale i rendimenti sono diminuiti rispetto ai loro picchi storici, con medie considerate accettabili per l’high yield dell’8-9%. I picchi di oltre il 10%, guidati dalle crisi, sono stati pochi e molto distanti tra loro, e complessivamente, coprono una manciata di settimane negli ultimi 14 anni. “Il rendimento medio odierno... Leggi tutto
Guardando al mercato high yield globale i rendimenti sono diminuiti rispetto ai loro picchi storici, con medie considerate accettabili per l’high yield dell’8-9%. I picchi di oltre il 10%, guidati dalle crisi, sono stati pochi e molto distanti tra loro, e complessivamente, coprono una manciata di settimane negli ultimi 14 anni.
“Il rendimento medio odierno si aggira intorno al 7,5% che, a nostro avviso, rappresenta per gli investitori un interessante livello di ingresso nell’high yield. Se i rendimenti dovessero mantenersi a questo livello, la nostra analisi dello scenario di rendimento indica un total return a 12 mesi di circa il 5,3%“. Ad affermarlo è Andrew Lake, Head of Fixed Income di Mirabaud AM, che di seguito illustra nei particolari la view sul settore dei bond high yield.
“Per quanto riguarda i driver di performance, riteniamo che il 2025 sarà l’anno dei rendimenti trainati dalle cedole afferma l’esperto di Mirabaud AM – Le cedole da sole dovrebbero portarci in una fascia di performance a singolo numero medio, con la possibilità di ottenere ritorni leggermente più elevati grazie a una buona selezione del credito e a un ambiente economico stabile negli Stati Uniti. Vediamo anche un potenziale per una riduzione dei rendimenti rispetto ai livelli attuali. Se i rendimenti scendessero al 6%, probabilmente entreremmo in una fascia alta di ritorni a singolo numero nei prossimi 12 mesi”.
“Guardando alle obbligazioni high yield a livello regionale, la nostra preferenza va agli Stati Uniti, in considerazione della loro solidità economica e delle previsioni di crescita al 2%: con le cedole medie delle nuove emissioni che si avvicinano al massimo decennale e i livelli di rendimento assoluti che restano ancora attraenti rispetto a solo pochi anni fa, vediamo un valore continuo nel mercato ad alto rendimento, anche se la selezione individuale dei crediti è ciò che guida questa opportunità. Il mercato delle nuove emissioni è aperto, riducendo così il mitico muro del rifinanziamento, e con i tassi di default che dovrebbero rimanere bassi, l’asset class è in buona forma per un altro solido anno di rendimenti. Gli spread sono sì ristretti, ma dato il contesto economico, potrebbero rimanere tali per un po’ di tempo” sostiene Lake.
“Ogni mossa del Presidente Trump è seguita con attenzione e le sue politiche avranno probabilmente un impatto sulla performance di tutte le asset class, soprattutto in considerazione dei rischi rappresentati da un’inflazione persistente. Per quanto riguarda in particolare l’high yield, l’agenda di Trump incentrata sulla crescita dovrebbe essere positiva per l’asset class“, fa inoltre notare l’esperto.
I tassi di interesse rappresentano un altro fattore fondamentale per il mercato statunitense: “Prevediamo che quest’anno la Fed taglierà i tassi due volte, ma questa previsione continua a cambiare rapidamente data la direzione incerta dell’inflazione e le incognite che ancora circondano le politiche del Presidente Trump. Al momento, il mantra è più alti più a lungo, ma la situazione potrebbe cambiare rapidamente se iniziassimo a vedere un deterioramento del contesto economico”, aggiunge Lake.
In termini di settori, “riteniamo che l’energia sia uno spazio interessante da considerare negli Stati Uniti, così come i trasporti. A causa del ridimensionamento delle politiche green da parte di Trump, i settori e le imprese legati all’ambiente e alla sostenibilità hanno ora prospettive meno favorevoli” specifica Lake.
“In Europa, le opportunità sono più sfumate a causa del contesto economico più debole. Si prevede che quest’anno il PIL crescerà di un tiepido 1% e che i tassi d’interesse saranno ridotti in modo aggressivo – tre o quattro tagli è la nostra attuale previsione. Ci sono buoni crediti sul mercato, ma sono fondamentali un’analisi e una selezione rigorosa. A differenza degli Stati Uniti, per l’Europa ci atteniamo a un approccio “up in quality”, visto il contesto economico più debole. Continuiamo a preferire le banche europee e, tra queste, i leader nazionali”, conclude Lake.
Sebbene nelle economie sviluppate il ciclo di riduzione dei tassi sia già incominciato, la velocità e la traiettoria della ripresa nelle principali economie rimangono incerte, creando una prospettiva nebulosa e alimentando la volatilità in corso. Per gli Stati Uniti si prospetta un “no landing”, il che crea potenziali opportunità di sovraperformance per i crediti più deboli. Per questo motivo, Mirabaud AM considera l’high yield statunitense come un “generatore di rendimento” preferito dagli investitori obbligazionari. E la crescente divergenza tra gli Stati Uniti e l’Europa rende indispensabile un approccio d’investimento disciplinato, altamente convinto e attivo a detta di Mirabaud AM.