Ancora polemiche su Starlink: l’internet satellitare di Musk nella guerra dei dazi tra USA e Canada

Tutto è successo in poche ore: il premier Doug Ford ha alzato la voce su X contro SpaceX per poi festeggiare il ritorno al tavolo delle trattative con Washington per evitare le tariffe al 25%

Feb 4, 2025 - 14:22
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Ancora polemiche su Starlink: l’internet satellitare di Musk nella guerra dei dazi tra USA e Canada

Prima la minaccia di stracciare il contratto con Starlink da 68 milioni di dollari, poi il passo indietro. L’Ontario, una delle province del Canada, ha tenuto banco in queste ore perché il premier Doug Ford ha deciso di bloccare temporaneamente tutti i contratti pubblici che coinvolgono le aziende statunitensi, in risposta ai dazi minacciati dal nuovo presidente Donald Trump. Nelle scorse ore la Casa Bianca ha però comunicato la sospensione delle tariffe al 25% sia nei confronti del Canada sia del Messico. L’Ontario ha reagito di conseguenza. «Abbiamo temporaneamente evitato le tariffe che avrebbero gravemente danneggiato la nostra economia – ha detto Ford – dando tempo per ulteriori negoziati».

Ontario, lo scontro sui dazi riguarda anche Starlink

Firmato nel novembre del 2024, il contratto di Starlink con l’Ontario è stato siglato per permettere una connessione più veloce ed efficiente sul territorio. Rispetto ad altri competitor, sembra che la divisione di SpaceX che si occupa di internet satellitare abbia ormai guadagnato una posizione di dominio su un mercato in crescita. Il servizio è competitivo soprattutto per dare copertura alle regioni interne e remote, dove non è possibile fornire l’internet tramite infrastrutture terrestri.

Nelle scorse settimane Starlink è stato oggetto di scontro politico anche in Italia. Come ha riportato Bloomberg sarebbero in corso trattative tra la società di Musk e il governo: si è scritto di un contratto quinquennale da 1,5 miliardi di euro (finora non confermato) per assicurarsi un sistema tecnologico per le comunicazioni sicure. Impegnato con DOGE, intanto l’imprenditore sudafricano continua con le proprie irruzioni nella politica europea all’insegna dello slogan Make Europe Great Again.