15/20 febbraio: incombe il rischio gelo. Le ultimissime
In tutti i nostri editoriali ultimi stiamo mettendo in evidenza l’enorme difficoltà, da parte dei centri di calcolo, a inquadrare la possibile evoluzione di massima del tempo nel medio-lungo termine. La difficoltà è determinata, essenzialmente, dalla presenza, sullo scacchiere a euro-atlantico, di due tipi differenti di circolazione, diametralmente opposti e, entrambi, piuttosto ostinati a conquistare […] 15/20 febbraio: incombe il rischio gelo. Le ultimissime
![15/20 febbraio: incombe il rischio gelo. Le ultimissime](https://www.tempoitalia.it/wp-content/uploads/2025/02/base-7-EBBRAIO-3.jpg?#)
In tutti i nostri editoriali ultimi stiamo mettendo in evidenza l’enorme difficoltà, da parte dei centri di calcolo, a inquadrare la possibile evoluzione di massima del tempo nel medio-lungo termine.
La difficoltà è determinata, essenzialmente, dalla presenza, sullo scacchiere a euro-atlantico, di due tipi differenti di circolazione, diametralmente opposti e, entrambi, piuttosto ostinati a conquistare l’Europa centrale e anche il Mediterraneo.
Si tratta, da una parte, di un flusso di aria molto fredda di origine artica, agente sul settore russo-scandinavo e volto a orientarsi verso l’Europa centrale, pilotato, in questa direzione, da un anticiclone alto, mediamente collocato tra Groenlandia e Scandinavia.
Quella posizione dell’alta pressione, imprime una circolazione anti-zonale, oramai da giorni, con movimento piuttosto costante di nuclei freddi, dai settori russi, verso parte dell’Europa centrale.
L’afflusso dell’aria fredda è precluso, alle latitudini più basse, quelle Mediterranee centrali, per via di una ostinazione della seconda circolazione protagonista sul settore euro-atlantico, ossia del flusso mite e umido Oceanico.
Un flusso zonale piuttosto spinto, senz’altro più deciso, per ora, rispetto a quello anti-zonale e che preclude un possibile dialogo o una possibile congiunzione tra l’anticiclone scandinavo e quello sub-tropicale.
Ricordiamo che, affinché il freddo artico possa arrivare più direttamente sull’Italia è necessaria una “spalla” anticiclonica in prossimità dell’Europa centro-occidentale e essa è, al momento, preclusa, proprio per la preponderante spinta zonale.
Tuttavia, questo stato di cose è difficile che possa proseguire in bilico per troppo tempo. Nella sostanza, prima o poi, uno dei due protagonisti prenderà il sopravvento.
Per quanto riguarda il determinismo, iniziano ad essere in qualche modo inquadrate, dai modelli, le date in cui mosse più ostinate potrebbero portare a una svolta: si tratta della fase fra il 15 e il 20 febbraio.
Dunque, tra il fine settimana prossimo e nei giorni a seguire si giocherà una partita importante, in termini invernali, per l’Italia. Le possibili soluzioni sono tre:
1- il flusso zonale umido atlantico arretra leggermente di posizione per l’avanzata imponente dell’aria gelida artica; questo arretramento consentirebbe un’azione depressionaria in pieno Atlantico, tale da traghettare il flusso stabilizzante subtropicale, lungo l’ascendente depressionario, verso le medie ed alte latitudini;
ciò, a prescindere da una congiunzione o meno con l’alta Scandinava, imprimerebbe una traiettoria più meridiana all’azione artica e tale da permettere a essa di raggiungere più facilmente e in maniera più estesa anche l’Italia; se poi accadesse la congiunzione dell’alta subtropicale con l’alta scandinava, in questo caso il gelo dilagherebbe sul Mediterraneo centrale e sull’Italia con azione invernale decisamente importante: probabilità 30%;
2- il flusso zonale umido atlantico sovrasterebbe, alle medie e basse latitudini, l’azione artica, riuscendo a conquistare per prima l’aria mediterranea centrale e deviando a Nord e ad Est il flusso freddo;
sull’Italia si avrebbero condizioni mediamente instabili, all’insegna di piogge diffuse, ma freddo scarso e, anzi, con temperature in aumento, anche sopra media; probabilità 35%;
3- evoluzione con una via di mezzo; il flusso umido atlantico, piuttosto inibito nella sua azione dall’avanzata dell’aria gelida artica, potrebbe agire piuttosto basso, in misura tale andare a creare azioni depressionarie verso i settori meridionali italiani, riuscendo a convogliare parte dell’aria fredda artica anche verso l’Italia;
ne verrebbe fuori una sorta di azione mista tra correnti fredde e umide atlantiche, magari in un contesto non di gelo ma, comunque, invernale, con diffusa instabilità e anche con diffuse nevicate a quote medio basse, magari anche pianeggianti al Nord; probabilità 35%.
Tra questi tre scenari, valutando i dati di insieme da parte di tutti i centri di calcolo, allo stato attuale hanno una percentuale maggiore di realizzazione la seconda e la terza ipotesi.
Tuttavia, la distanza temporale è ancora parecchia e, dunque, necessitano dati più credibili a più stretto giro, per sciogliere la prognosi. Ci aggiorniamo quotidianamente sulla possibile intrigante tendenza per dopo metà mese.