Wladimiro Tallini: “Per tutti resto ‘quello delle suonerie’. Il tormentone di Materazzi? Lo testammo prima in un locale”
Wladimiro Tallini: "Spot di suonerie censurati? Quello sul peto non passò. La pubblicità di 'Materazzi ha fatto gol' la girammo in via Roma, a Torino. Nel 2008 ricevetti a casa tre proiettili. Fu orribile"
E’ stato a suo modo il simbolo di un’epoca, rappresentandone usi, mode e abitudini. Perché se oggi gli spot di Wladimiro Tallini possono sembrare incomprensibili ed anacronistici, così non è stato nella prima decade del nuovo millennio.
“Per tutti resto quello delle suonerie polifoniche – racconta a TvBlog – iniziai nel 2001 e andai avanti per un decennio. Tutto è terminato attorno al 2012, con l’arrivo sul mercato dell’iPhone. Con lo sviluppo della tecnologia si esaurì di conseguenza anche il fenomeno”.
Torinese di nascita, ma con origini laziali, Wladimiro ha sempre continuato a vivere nel capoluogo piemontese. Il sogno, fin da piccolo, è stato quello della comunicazione. “Guardavo Pippo Baudo in tv e imitavo quello che faceva. Inoltre, uno dei miei gesti ricorrenti era quello di registrare il Festivalbar per poi annullare la voce dei presentatori e metterci sopra la mia”.
I primi passi vennero mossi in radio: “Era la fine degli anni ottanta e nella mia zona c’erano tante emittenti private. La domenica pomeriggio mandavano una trasmissione per bambini e, con la complicità di mia madre, partecipai. Mentre i miei coetanei giocavano a pallone, il mio unico desiderio era quello di stare in quegli studi. Pensa, mi fermavo a guardarli sul marciapiede, incuriosito da quello che accadeva là dentro”.
Poi è arrivata la tv.
Sì, per gioco. Ero il valletto in un programma che andava in onda su un canale torinese. Piccole comparsate. In seguito approdai a Primantenna, dove lavoro attualmente. Prendevo parte ad una trasmissione per ragazzi. Successivamente svolsi una marea di casting in tutta Italia e, come tutti, presi tante porte in faccia.
Fino alla svolta delle suonerie.
Mi accompagnò un amico. Mi disse: ‘Stanno facendo i provini per dei nuovi prodotti di telefonia, perché non provi?’. Dovevo leggere e interpretare un testo davanti alle telecamere e andò bene. Fu una bella notizia, perché uscivo da un periodo non positivo.
Cos’era accaduto?
All’epoca avevo partecipato ad una televendita dove ero il conduttore di una trasmissione con un’astrologa. Contestualmente c’era stato il caso di Wanna Marchi e uscì l’articolo di un giornalista dedicato alla cartomanzia nel quale venne usata come foto un’immagine del mio spot. Il risultato fu la perdita del lavoro per una storia di cui non sapevo niente. Avevo un programma quotidiano in una tv locale e me lo tolsero, pur non avendo fatto nulla. Mi ritrovai improvvisamente dietro le telecamere ad occuparmi della redazione. Per fortuna arrivarono le suonerie.
Grazie a loro conquistò la notorietà nazionale.
Le pubblicità venivano trasmesse ovunque, ma principalmente su Italia 1, al mattino. I primi passaggi andavano lì, poi se funzionavano avevano una diffusione più ampia, altrimenti venivano cestinate.
Come si sviluppavano le registrazioni?
Al mattino facevo tv e radio. Arrivavo alle 15 per le registrazioni e proseguivamo fino alle 20, a volte anche oltre. Era una catena di montaggio. Si realizzavano spot da trenta secondi a ruota libera, tutti i giorni. I promo cambiavano settimanalmente, c’era una continua evoluzione. Gli spot erano davvero tanti e differenti tra loro.
Arriviamo all’estate del 2006. L’Italia trionfa ai Mondiali e si diffonde a macchia d’olio lo spot sulla suoneria “Materazzi ha fatto gol”, apertamente ispirata a “Garibaldi fu ferito”.
Venne scritta subito dopo la vittoria in Germania. Fu molto simpatica la parte precedente ai ciak perché andammo in un locale e chiedemmo ad un dj che conoscevamo di mettere la canzoncina per vedere la reazione della pista. L’esito fu ottimo e quindi si procedette.
Girasti lo spot alla guida di una grossa auto, con la foto della Gioconda tra le mani.
Anche la lavorazione fu un po’ comica. Eravamo in via Roma, la strada principale di Torino che oggi è pedonalizzata e chiusa al traffico. La macchina era così grande che facevo fatica a guidarla. Ad un certo punto dovevo compiere un’inversione a ‘u’. Credo fossero le 23, c’era movimento, ma non eravamo nell’ora di punta.
Presumo che cantassi su una base inesistente.
La musica era bassa, non amplificata. Di fianco a me avevo un cameraman, un foglio con la traccia e davanti c’era un’altra auto con a bordo operatori che riprendevano. Nessuno sapeva cosa stessimo realizzando, tuttavia tra la gente si diffuse una certa curiosità.
Della Monna Lisa alzata al cielo, invece, che mi dici?
Non mi sono vergognato, se è questo che vuoi sapere (ride, ndr). Chi se ne fregava.
Tempo poche settimane ed eri diventato popolarissimo.
Dopo lo spot di ‘Materazzi ha fatto gol’ passai momenti felici. Mi fermavano ed ero soddisfatto perché si stava esaudendo in parte il desiderio di quando ero bambino, che ovviamente non era quello di fare le suonerie, bensì di essere un volto noto.
A breve distanza arrivarono altre pubblicità.
Lo spot su Materazzi mi aveva fatto conoscere, ma già prima cerano stati il ‘Gattino Virgola’ e pure ‘Bella topolona’. Dopo invece mi cimentai su una valanga di pubblicità dedicate agli inni delle squadre di calcio. Considera che io di pallone non capisco davvero nulla. Pensa allo spaesamento di uno che era costretto a portare avanti un filone calcistico senza avere la benché minima conoscenza a riguardo.
Non mancarono le polemiche per le modalità di sottoscrizione degli abbonamenti.
Era un servizio a pagamento ed era scritto chiaramente che ci si poteva disabbonare. La gente però non lo faceva. Qualcuno parlò di pubblicità ingannevole, ma c’erano i cartelli ed eravamo in regola al cento per cento. Se poi uno non seguiva le indicazioni fornite non era colpa nostra. In quegli anni era pieno di offerte di servizi aggiuntivi: dai tg al meteo, passando per le anticipazioni delle soap opera.
So di qualche spot censurato, che non vide mai la luce.
Verissimo. Quello del peto non passò. Ci si poteva abbonare per avere come suoneria una scoreggia. So che le reti Mediaset lo censurarono, onestamente non so se altrove riuscì ad essere trasmesso.
Non ti sei mai pentito di nulla?
No. Magari tornasse quella fase storica, così spensierata per tutti. Ero il testimonial di qualcosa di ironico e divertente e non ho pudore nel rivedermi. Anche la pubblicità del rasoio, tanto criticata, era gradevole. Senza contare che per ogni lavoro c’era dietro l’impegno di molte persone.
Improvvisamente la favola svanì e arrivarono le minacce di morte.
Ricevetti a casa un pacco con all’interno tre proiettili. Rimasi gelato. Mi recai subito in caserma a sporgere denuncia e venni posto sotto osservazione. Era il 2008 e fu un momento pessimo, orribile. La Polizia mi consigliò di non dire nulla. Continuai a lavorare come se nulla fosse, ma dentro di me non ero affatto tranquillo.
Ti sei mai spiegato i motivi di tale gesto?
Oggi li chiamano haters.
Sì, ma gli haters si limitano a qualche insulto sui social. Qui si era andati decisamente oltre.
Non so davvero cosa dirti. Forse lo fecero per invidia e gelosia. La cronaca ci racconta quotidianamente tante storie strane. Mi pareva tutto surreale. Rischiare la vita per colpa del gatto Virgola era obiettivamente assurdo.
La notizia, tuttavia, divenne di dominio pubblico.
Uscì un articolo nel 2009, molto tempo dopo, quando la paura mi era in parte passata. Mi ritrovai sulla prima pagina de La Stampa: ‘Caccia al cantante delle suonerie’. Mi tornò tutta l’ansia e cominciarono a contattarmi. Andai in numerosi programmi, tra cui il ‘Maurizio Costanzo Show’. Il sogno che avevo nel cassetto da ragazzino non era più tale. La mia ambizione non era diventare popolare per le minacce di morte ricevute.
Essere un volto iconico aiuta a restare impresso nella memoria delle persone. Al contempo, però, non consente di allontanarsi da quel personaggio.
Non mi ha mai pesato, assolutamente. Anzi, se qualcuno rivedendomi torna a sorridere come faceva quando era bambino o adolescente mi fa più che piacere.
Non ne hai mai risentito sul lavoro?
Quella è la mia parte attoriale, molto semplicemente. Un anno e mezzo fa sono stato protagonista degli spot di Telepass e dell’agenzia di tour operator Si Vola. Tutte proposte arrivate sulla scia del successo delle suonerie in una sorta di operazione nostalgia.
Oggi cosa fai?
Lavoro nel gruppo radiofonico Radio Jukebox e sono in onda dalle 10 alle 15 e in replica di notte dalle 00.50 alle 7 su Bom Channel, visibile in tutta Italia al canale 68. Non solo: conduco un programma di infotainment su Primantenna, canale diffuso in Piemonte e Liguria, dalle 7 alle 9.
Per il resto d’Italia resti invece “quello delle suonerie”.
Nelle mie zone sono Wladi, quello che fa radio e tv. Al contrario, se mi sposto da altre parti rimango quello delle suonerie, come dici tu. D’altronde, in quel campo sono stato il primo, tutti gli altri sono arrivati dopo. Ne sono orgoglioso.