Trump firma l'ordine: "No ai transgender negli sport femminili"
“No Men in Women’s Sports Executive Order”. Questo il nome dell’ordine esecutivo firmato ieri pomeriggio dal Presidente americano Donald Trump, con il quale si vuole mettere la parola fine al fenomeno di atleti transessuali che gareggiano in categorie diverse dal sesso loro assegnato alla nascita. “La sinistra radicale ha condotto una vera e propria campagna volta a cancellare il concetto stesso di ‘sesso biologico’ e rimpiazzarlo con un’ideologia transgender militante, con questo ordine esecutivo la guerra agli sport femminili è finita”.L’amministrazione Trump fa sapere che l'ordine ha lo scopo di fornire un accesso sicuro allo sport per le donne, e lo farà in due modi. Innanzitutto, verranno ritirate le linee guida promulgate dall’amministrazione Biden sul Titolo IX. Questa legge sui “diritti civili” imponeva alle scuole e ai college americani di permettere agli atleti transgender di entrare nelle squadre sportive basandosi unicamente sull’identità di genere degli atleti; questo, naturalmente, valeva anche per l’accesso alle rispettive strutture. Con il nuovo ordine esecutivo, l’atleta transgender nato uomo non potrà più gareggiare nelle gare femminili, né utilizzare gli spogliatoi o i bagni delle donne.Infine, l’amministrazione Trump lavorerà assieme ai vari organi di governo degli sport, ad esempio il Comitato Olimpico Internazionale, per assicurarsi che le linee guida siano rispettate anche in contesti non educativi (come lo sono i college), ma puramente sportivi. Queste nuove linee guida, fornite dall’ordine esecutivo di ieri, andranno a toccare il regime dei visti per l’ingresso negli Stati Uniti: se si entra negli States per gareggiare dichiarando di essere una donna, ma il sesso biologico assegnato alla nascita è maschio, si incapperà in indagini per “frode". Misura rilevante, se si considera che le prossime Olimpiadi del 2028 si svolgeranno a Los Angeles.Nel discorso pronunciato a lato della firma, Donald Trump ha aggiunto: “Chi può dimenticare le Olimpiadi dello scorso anno, dove un pugile uomo ha rubato la medaglia d'oro dopo aver brutalizzato le sue avversarie al punto che una campionessa", l'azzurra Angela Carini, "si è dovuta ritirare dopo soli 46 secondi”, riferimento non troppo velato a Imane Khelif, la pugile iper androgina vincitrice dell’oro alle Olimpiadi di Parigi. L’ordine esecutivo di Trump rappresenta una forte inversione di tendenza rispetto a una situazione che stava raggiungendo livelli surreali, specialmente nello sport americano. Il Presidente americano ha inoltre dato mandato al Segretario di stato Marco Rubio di chiarire al Comitato olimpico che “l’America rigetta categoricamente la follia transgender”. Va detto che rispetto ai circa 10.500 atleti che hanno preso parte alle Olimpiadi di Parigi solo 193 si identificavano in una delle innumerevoli sigle Lgbtqia+. Inoltre, le regole più stringenti applicate dai vari comitati olimpici hanno impedito a diversi atleti di gareggiare in competizioni femminili, in particolare l’ormai nota nuotatrice americana Lia Thomas (nato Will Thomas) oltre che alla ciclista di Bmx Chelsea Wolfe e alla velocista Halba Diouf. L’ordine esecutivo di Trump avrà effetti soprattutto sul mondo sportivo americano, non a caso il Presidente dell’Ncaa (l’associazione sportiva nazionale dei college americani), Charlie Baker, si è così espresso sull’ordine esecutivo: “L’Ncaa è un’organizzazione composta da 1100 college e università di tutti i 50 Stati a cui fanno riferimento più di 530.000 studenti-atleti. Crediamo fortemente che standard di eleggibilità chiari, consistenti e uniformi aiutino nel migliore dei modi gli studenti-atleti, invece della miriade di leggi statali e decisioni di corti giudiziarie in conflitto l’una con l’altra. A tal fine, l’ordine del Presidente Trump fornisce un chiaro standard nazionale da seguire”. Negli ultimi anni, infatti, la frammentazione legislativa e gli attacchi contro tutte le “discriminazioni di genere” avevano portato alcuni atleti transgender a gareggiare e vincere in competizioni femminili. L’arcinota Lia Thomas, che nel 2022 vinse il campionato nazionale Ncaa sia nei 100 che nei 500 stile libero. Oppure Veronica Ivy, che nel 2018 vinse in il campionato mondiale di ciclismo su pista UCI Masters femminile nella fascia di età 35-44 anni. Infine la controversia riguardante il team di pallavolo dei San Jose State Spartans, dove lo scorso autunno una ragazza della squadra si è unita ad una causa contro l’Ncaa, rea di permettere alle atlete transgender di partecipare ai tornei femminili, fra cui una sua compagna di squadra. In seguito alla vicenda diverse squadre si erano rifiutate di scendere in campo contro San Jose, che perse poi la finale del campionato. Rimane da dirimere la condotta da tenere nei riguardi delle atlete Dsd (difference of sex developments), categoria nella quale rientrano sia Imane Khelif che Lin Yu Ting, le due boxer iper androgine con tracce di cromosomi maschili e livelli di testosterone più alto risp
“No Men in Women’s Sports Executive Order”. Questo il nome dell’ordine esecutivo firmato ieri pomeriggio dal Presidente americano Donald Trump, con il quale si vuole mettere la parola fine al fenomeno di atleti transessuali che gareggiano in categorie diverse dal sesso loro assegnato alla nascita.
“La sinistra radicale ha condotto una vera e propria campagna volta a cancellare il concetto stesso di ‘sesso biologico’ e rimpiazzarlo con un’ideologia transgender militante, con questo ordine esecutivo la guerra agli sport femminili è finita”.
L’amministrazione Trump fa sapere che l'ordine ha lo scopo di fornire un accesso sicuro allo sport per le donne, e lo farà in due modi. Innanzitutto, verranno ritirate le linee guida promulgate dall’amministrazione Biden sul Titolo IX. Questa legge sui “diritti civili” imponeva alle scuole e ai college americani di permettere agli atleti transgender di entrare nelle squadre sportive basandosi unicamente sull’identità di genere degli atleti; questo, naturalmente, valeva anche per l’accesso alle rispettive strutture. Con il nuovo ordine esecutivo, l’atleta transgender nato uomo non potrà più gareggiare nelle gare femminili, né utilizzare gli spogliatoi o i bagni delle donne.
Infine, l’amministrazione Trump lavorerà assieme ai vari organi di governo degli sport, ad esempio il Comitato Olimpico Internazionale, per assicurarsi che le linee guida siano rispettate anche in contesti non educativi (come lo sono i college), ma puramente sportivi. Queste nuove linee guida, fornite dall’ordine esecutivo di ieri, andranno a toccare il regime dei visti per l’ingresso negli Stati Uniti: se si entra negli States per gareggiare dichiarando di essere una donna, ma il sesso biologico assegnato alla nascita è maschio, si incapperà in indagini per “frode". Misura rilevante, se si considera che le prossime Olimpiadi del 2028 si svolgeranno a Los Angeles.
Nel discorso pronunciato a lato della firma, Donald Trump ha aggiunto: “Chi può dimenticare le Olimpiadi dello scorso anno, dove un pugile uomo ha rubato la medaglia d'oro dopo aver brutalizzato le sue avversarie al punto che una campionessa", l'azzurra Angela Carini, "si è dovuta ritirare dopo soli 46 secondi”, riferimento non troppo velato a Imane Khelif, la pugile iper androgina vincitrice dell’oro alle Olimpiadi di Parigi.
L’ordine esecutivo di Trump rappresenta una forte inversione di tendenza rispetto a una situazione che stava raggiungendo livelli surreali, specialmente nello sport americano. Il Presidente americano ha inoltre dato mandato al Segretario di stato Marco Rubio di chiarire al Comitato olimpico che “l’America rigetta categoricamente la follia transgender”. Va detto che rispetto ai circa 10.500 atleti che hanno preso parte alle Olimpiadi di Parigi solo 193 si identificavano in una delle innumerevoli sigle Lgbtqia+. Inoltre, le regole più stringenti applicate dai vari comitati olimpici hanno impedito a diversi atleti di gareggiare in competizioni femminili, in particolare l’ormai nota nuotatrice americana Lia Thomas (nato Will Thomas) oltre che alla ciclista di Bmx Chelsea Wolfe e alla velocista Halba Diouf.
L’ordine esecutivo di Trump avrà effetti soprattutto sul mondo sportivo americano, non a caso il Presidente dell’Ncaa (l’associazione sportiva nazionale dei college americani), Charlie Baker, si è così espresso sull’ordine esecutivo: “L’Ncaa è un’organizzazione composta da 1100 college e università di tutti i 50 Stati a cui fanno riferimento più di 530.000 studenti-atleti. Crediamo fortemente che standard di eleggibilità chiari, consistenti e uniformi aiutino nel migliore dei modi gli studenti-atleti, invece della miriade di leggi statali e decisioni di corti giudiziarie in conflitto l’una con l’altra. A tal fine, l’ordine del Presidente Trump fornisce un chiaro standard nazionale da seguire”.
Negli ultimi anni, infatti, la frammentazione legislativa e gli attacchi contro tutte le “discriminazioni di genere” avevano portato alcuni atleti transgender a gareggiare e vincere in competizioni femminili. L’arcinota Lia Thomas, che nel 2022 vinse il campionato nazionale Ncaa sia nei 100 che nei 500 stile libero. Oppure Veronica Ivy, che nel 2018 vinse in il campionato mondiale di ciclismo su pista UCI Masters femminile nella fascia di età 35-44 anni. Infine la controversia riguardante il team di pallavolo dei San Jose State Spartans, dove lo scorso autunno una ragazza della squadra si è unita ad una causa contro l’Ncaa, rea di permettere alle atlete transgender di partecipare ai tornei femminili, fra cui una sua compagna di squadra. In seguito alla vicenda diverse squadre si erano rifiutate di scendere in campo contro San Jose, che perse poi la finale del campionato.
Rimane da dirimere la condotta da tenere nei riguardi delle atlete Dsd (difference of sex developments), categoria nella quale rientrano sia Imane Khelif che Lin Yu Ting, le due boxer iper androgine con tracce di cromosomi maschili e livelli di testosterone più alto rispetto alla media femminile, entrambe medaglie d’oro alle scorse olimpiadi.