Taglio dei tassi Bce, quanto costa il mutuo nel 2025: le stime
Nel 2025 i tassi medi dei mutui potrebbero scendere sotto la quota psicologica del 3%: si va verso il riequilibrio del tasso variabile al fisso
L’allentamento della politica monetaria rende i mutui più accessibili: si può così prevedere che il taglio dei tassi della Banca centrale europea porterà a un abbassamento delle rate dei mutui, che darà un nuovo impulso al mercato immobiliare.
Ma il taglio del costo del denaro della Bce si riverbera anche sul settore del prestito in generale, rendendo più conveniente per cittadini e imprese stipulare debiti. Questo, si prevede, andrà a stimolare i consumi e gli investimenti.
Già nel corso del 2024, il mercato dei mutui ha rialzato la testa in risposta ai quattro tagli dei tassi di interesse decisi dalla Bce.
Le stime sui mutui
I mutui variabili sono i più sensibili all’andamento della politica monetaria, dal momento che i loro importi sono diretta conseguenza delle scelte della Bce. Come evidenzia MutuiOnline, gli ultimi quattro tagli, avvenuti nel 2024, hanno portato a una riduzione di oltre 100 punti base passando da un Tan medio del 4,94% di inizio 2024 al 3,93% di fine anno. Ma anche i mutui a tasso fisso hanno beneficiato della tendenza, con il Tan medio sceso dal 3,17% di gennaio 2024 al 2,75% di fine anno. I mutui green, sempre a tasso fisso, hanno mostrato la convenienza maggiore, con i Tan medi intorno al 2,50% e con le offerte migliori che arrivano fino al 2,24%.
Le dinamiche in corso spingeranno sempre più per un riequilibrio fra i mutui a tasso fisso e i mutui a tasso variabile.
La simulazione
Nel corso del 2023 i tassi dei mutui superavano il 5%, mentre a novembre 2024 sono diminuiti piazzandosi poco sopra il 3,20%. I tassi medi potrebbero presto calare ancora scendendo sotto la quota psicologica del 3%. Secondo la simulazione del Sole 24 Ore, con una ulteriore riduzione, relativamente a un mutuo a 25 anni per 200.000 euro si otterrebbe un risparmio complessivo del 21,9% per un importo di quasi 80.000 euro.
E per quanto riguarda i tassi sul credito al consumo, la discesa verso quota 8% (dai picchi fino al 14%) si traducono in uno stimolo all’acquisto per i cittadini. Con il nuovo trend, su un’automobile da 25.000 euro comprata a rate con finanziamento a 10 anni si andrà a spendere 11.705 euro in meno (-23,9%) rispetto al 2023; su un elettrodomestico da 750 euro con finanziamento a 5 anni si andrà a risparmiare 167 euro (-15,1%).
Ma attenzione, ogni medaglia ha il suo rovescio: mutui più accessibili si traducono inevitabilmente in un aumento delle compravendite, che a loro volta spingono al rialzo il costo medio delle case laddove il mercato immobiliare è più vivace, come evidenziano gli analisti di Immobiliare.it Insights.
I valori più alti nelle compravendite si vedranno tutti al Nord o al Centro-Nord: il picco sarà a Genova (+8,4%), seguita da Bologna (+7,8%) e Verona (+7,6%). Per l’affitto saranno Torino (+8,1%) e Napoli (+8%) le città capofila nei rincari del 2025.
Gli effetti sulle surroghe
La politica monetaria della Bce ha effetti anche sull’istituto della surroga del mutuo, cioè sulla facoltà di poter trasferire il mutuo gratuitamente da una banca a un’altra mantenendo gli importi accettati al momento della sottoscrizione del contratto con la prima banca, ma beneficiando delle condizioni più vantaggiose offerte da quella nuova. Nel 2024 le surroghe sono cresciute di 3 punti percentuali rispetto al 2023, arrivando al 34,1% del totale.