Stonehenge è (anche) un monumento politico?
Una nuova ipotesi sulla natura di Stonehenge: il cerchio di pietre sarebbe stato (ri)costruito per simboleggiare l’unità dei popoli della Bretagna.
Calendario, tempio, osservatorio astronomico: sono tante le ipotesi sulla natura di Stonehenge, il sito neolitico britannico da sempre oggetto di studio per l'aura misteriosa che lo avvolge. Ora Mike Parker Pearson, professore alla University College London, sostiene che il cerchio di pietre potrebbe avere un significato politico di unificazione delle comunità agricole della Bretagna dell'epoca. Le sue ipotesi verrano pubblicate su Archaeology International.. Obiettivo riunificazione. Lo scorso agosto uno studio di cui vi avevamo parlato aveva scoperto che 4.500 anni fa la Pietra dell'Altare, una lastra di arenaria parzialmente sepolta al centro del cerchio di pietre, sarebbe stata trasportata via mare per oltre 800 km dalla Scozia fino a Salisbury: questa rivelazione, unita alla consapevolezza che anche le pietre blu e i sarsen vengono da altre parti del Paese, ha fatto ipotizzare a Parker Pearson che il motivo dietro al trasporto dei monoliti fosse politico. «Il fatto che tutte queste pietre vengano da regioni lontane suggerisce che Stonehenge potrebbe aver avuto non solo un fine religioso, ma anche politico – come monumento di unificazione dei popoli britannici, per celebrare i loro legami eterni con gli antenati e il cosmo», spiega l'esperto. La Pietra dell'Altare, in particolare, potrebbe essere stata tolta a un monumento scozzese e data come dono o simbolo di alleanza politica.. Seconda fase. Secondo Parker Pearson, Stonehenge non sarebbe né un tempio (ipotesi a lungo diffusa), né un calendario e nemmeno un osservatorio astronomico: «L'abbiamo sempre guardato sotto una prospettiva sbagliata: dobbiamo analizzarlo nel suo complesso per capire a cosa servisse», spiega al Guardian. Il 2500 a.C., anno in cui venne installata la Pietra dell'Altare e in cui la forma del cerchio di monoliti fu modificata rispetto all'originale, si trova all'interno di un periodo di cambiamento culturale per la Gran Bretagna, durante il quale arrivarono nuove popolazioni dall'Europa continentale e si ebbe «una qualche interazione, un primo contatto tra i diversi popoli»; questo scambio culturale, ipotizza Parker Pearson, potrebbe aver dato il via alla "seconda fase" di Stonehenge, «un tentativo di affermare unità, integrando (o forse no) i nuovi arrivati»..