Recupero crediti: come funziona?

Il recupero crediti rappresenta un passaggio delicato nella gestione finanziaria di un’azienda o di un libero professionista. Ogni anno, molte imprese si trovano ad affrontare ritardi o mancati pagamenti che possono compromettere la loro stabilità economica. Questo articolo ti guiderà attraverso le fasi del processo, le strategie da adottare e i vantaggi di affidarsi a […] L'articolo Recupero crediti: come funziona? proviene da Fiscomania.

Jan 14, 2025 - 13:54
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Recupero crediti: come funziona?

Il recupero crediti rappresenta un passaggio delicato nella gestione finanziaria di un’azienda o di un libero professionista. Ogni anno, molte imprese si trovano ad affrontare ritardi o mancati pagamenti che possono compromettere la loro stabilità economica. Questo articolo ti guiderà attraverso le fasi del processo, le strategie da adottare e i vantaggi di affidarsi a professionisti per gestire al meglio le situazioni di insolvenza.

Un’efficace gestione del credito non è solo una pratica aziendale, ma una necessità per garantire continuità operativa e sviluppo. Capire i meccanismi del recupero crediti ti consentirà di affrontare meglio le sfide finanziarie e di preservare le relazioni commerciali con i clienti.


Cos’è il recupero crediti e quando è necessario

Il recupero crediti è un insieme di azioni volte a ottenere il pagamento di somme dovute da parte di debitori insolventi. È fondamentale per mantenere l’equilibrio finanziario di un’azienda e proteggere i propri interessi. Si rende necessario quando:

  • Un cliente non onora le scadenze di pagamento;
  • Nonostante solleciti ripetuti, il debitore non risponde;
  • Esistono somme elevate che mettono a rischio la liquidità aziendale;
  • Le difficoltà di pagamento iniziano a compromettere la catena di fornitura o i rapporti con i fornitori.

La tempestività nel riconoscere i segnali di rischio è determinante per avviare le azioni di recupero prima che la situazione diventi irrecuperabile. Purtroppo anche in un’epoca come la nostra, dove tutto sembra essere sotto controllo e sempre raggiungibile, può capitare di imbattersi in un debitore che scompare letteralmente nel nulla, determinando per molte imprese l’insorgere di crediti insoluti, ovvero mancati incassi, che se non recuperati in tempo, possono portare al default finanziario di ogni impresa.

Per evitare tutto questo si possono tentare molte strade in autonomia, ma se l’obiettivo è trovare qualcuno che non vuole essere trovato, le possibilità di successo possono ridursi drasticamente verso lo zero.

Le società di recupero crediti

Dopo averle provate proprio tutte, sono in molti che decidono di affidarsi a società di recupero crediti. Si tratta di:

L’obiettivo di queste società è quello di trasformare una situazione di insoluto, in un incasso per il loro cliente.

Tuttavia, attenzione, bisogna scegliere le migliori sul piano nazionale e internazionale. Infatti, solo un team di professionisti dall’esperienza consolidata nella gestione di capitali in pendenza può garantire le migliori chance di rientrare in possesso del proprio denaro. Questo soprattutto in caso di somme ingenti.

La normativa

Il recupero crediti è regolamentato da diverse normative, che ne disciplinano gli aspetti procedurali e le modalità di esecuzione. Tra le principali normative che si occupano di questo argomento troviamo il Codice delle obbligazioni, il Codice di procedura civile e la legge sulla privacy.

Il Codice delle obbligazioni (D.Lgs. n. 115 del 2002) stabilisce le regole per l’adempimento delle obbligazioni contrattuali e prevede diverse sanzioni in caso di inadempimento. In particolare, il codice definisce le modalità di calcolo degli interessi di mora e delle penali, nonché le azioni che il creditore può intraprendere per ottenere il recupero del credito.

Il Codice di procedura civile (D.Lgs. n. 40 del 2006) disciplina il procedimento per ottenere il recupero del credito attraverso vie legali, stabilendo le modalità per la notifica dei documenti e le regole per la trattazione delle cause in giudizio.

Infine, la legge sulla privacy (D.Lgs. n. 196 del 2003) stabilisce le regole per la protezione dei dati personali e impone agli operatori del settore di rispettare determinate disposizioni in materia di trattamento dei dati personali dei debitori. Ad esempio, è vietato diffondere informazioni personali dei debitori senza il loro consenso e il creditore deve utilizzare modalità di contatto rispettose della privacy del debitore.

Chi svolge questa attività

Il recupero crediti può essere svolto sia da persone fisiche che da aziende. Ad esempio, una persona può decidere di occuparsi personalmente del recupero dei crediti per conto di un’azienda o di un’altra persona. Oppure, può decidere di rivolgersi a un’agenzia specializzata, che si occuperà di tutte le pratiche necessarie per il recupero del credito.

Il processo di recupero inizia con l’analisi del credito, ovvero l’esame delle informazioni relative alla natura del debito, alla sua scadenza e alla eventuale presenza di interessi o penali. Successivamente, il creditore o l’agenzia incaricata del recupero tentano di entrare in contatto con il debitore per sollecitarne il pagamento. Questo può avvenire attraverso diverse modalità, come lettere di sollecito, telefonate o contatti via email. Se il debitore non risponde alle sollecitazioni o non è in grado di saldare il debito, il creditore può decidere di avviare azioni legali per ottenere il recupero del credito. Queste azioni possono includere pignoramenti, azioni esecutive o decreti ingiuntivi.

Se tutte queste azioni non danno esito positivo, il creditore può decidere di rivolgersi a un’agenzia di recupero crediti o a un avvocato specializzato per ottenere il recupero del credito attraverso un’azione giudiziale.

Quali sono le fasi di un’attività di recupero crediti

Le principali fasi con cui si concretizza l’attività di recupero del credito possono essere così suddivise.

Fase 1: studio preliminare delle posizioni

Non importa se il debitore si trovi in Italia o all’estero, l’importante per uno specialista nel recupero del credito è studiare a fondo la singola casistica. Im questo modo è possibile elaborare la migliore strategia su misura delle necessità di volta in volta emergenti. L’analisi inizia visionando il materiale cartaceo e i documenti in possesso, per scegliere se iniziare da una procedura stragiudiziale, oppure se è il caso di avviare subito procedure legali.

In ogni caso l’analisi prosegue poi rintracciando il debitore grazie all’ausilio di collaboratori sparsi in gran parte dell’Europa, pianificato così un’azione mirata ed efficace. L’individuazione del debitore può avvenire anche attraverso l’ausilio dell’AIRE (Anagrafe italiana dei residenti all’estero).

Ricordatevi: la rapidità di intervento per recuperare un credito insoluto è un fattore determinante per il suo incasso.

Fase 2: contatti telefonici, solleciti epistolari

Il recupero del credito è un’attività volta a ottenere il pagamento di somme dovute da parte di un debitore. A tal fine, esistono diverse tecniche e strumenti che il creditore o l’agenzia incaricata del recupero dei crediti possono utilizzare per sollecitare il pagamento e, in ultima istanza, ottenere il recupero del credito. Ecco alcuni esempi di strumenti e tecniche utilizzate per sollecitare il debitore ad assolvere ai suoi obblighi:

  1. Lettere di sollecito: sono missive inviate dal creditore al debitore per richiedere il pagamento del debito. Le lettere di sollecito possono essere inviate via posta o via email e possono essere redatte in forma amichevole o minacciosa, a seconda della situazione;
  2. Pignoramenti. Consistono nell’assegnazione ad un terzo (per esempio un’agenzia di recupero dei crediti) di una parte del reddito del debitore o di un suo bene, al fine di ottenere il recupero del credito. I pignoramenti possono essere effettuati sulla busta paga, sulla pensione o su beni mobili o immobili posseduti dal debitore;
  3. Azioni legali: in caso di inadempimento del debitore, il creditore può decidere di avviare azioni legali per ottenere il recupero del credito. Queste azioni possono includere il decreto ingiuntivo, ovvero un provvedimento emesso dal giudice che ordina al debitore di pagare il debito entro un termine determinato. Fino ad arrivare all’azione esecutiva, che prevede l’espropriazione dei beni del debitore per il pagamento del debito.

Che cosa succede se non si paga?

Se non si paga un debito in gestione a un’agenzia di recupero, le conseguenze possono variare a seconda della situazione specifica, della natura del debito e delle azioni intraprese dal creditore o dall’agenzia stessa.

Possono essere utilizzati alcuni strumenti come:

  • Il “recupero stragiudiziale“, ovvero il tentativo di ottenere il pagamento del debito attraverso trattative private con il debitore, o
  • Il “recupero giudiziale“, ovvero il ricorso alla via giudiziaria per ottenere il recupero del credito.

Il creditore può chiedere al tribunale un decreto per obbligare al pagamento. Questo atto ha valore di titolo esecutivo e ti impone di saldare entro un termine specifico (solitamente 40 giorni). Se il decreto ingiuntivo non viene rispettato, il creditore può richiedere l’esecuzione forzata, che può includere il pignoramento dei beni del debitore.

Fase 3: invio delle pratiche in loco

Qualora la strategia adottata nei confronti del debitore non sortisse alcun effetto, una società di recupero crediti con anni di esperienza alle spalle è in grado di rivolgersi direttamente a un team di stretti collaboratori in loco, finalizzando al meglio l’azione di recupero nella nazione di riferimento. Gli incaricati del recupero dei crediti possono recarsi presso l’abitazione dell’interessato, ma devono adottare tutti gli accorgimenti necessari per evitare la lesione della privacy.

Fase 4: azioni di recupero giudiziale

Nel caso in cui non si riuscisse a trovare un accordo fra le parti in via stragiudiziale, i professionisti del credito possono allora decidere di attivare in Italia un iter giudiziale. Si tratta di procedura formale tramite l’ausilio di avvocati qualificati, per incrementare ulteriormente le chance di recupero in sede legale, davanti al tribunale competente. Il tutto con l’obiettivo di garantire la massima soddisfazione per il creditore.

Recupero crediti: la situazione dei liberi professionisti

Abbiamo visto come un’azienda o un’impresa strutturata può procedere al recupero crediti. Tuttavia, cosa accade quando è un lavoratore autonomo, o un professionista, a trovarsi in una situazione simile? In questo caso il lavoratore autonomo non può attingere facilmente alle risorse di un’azienda strutturata, e può risultare anche piuttosto dispendioso rivolgersi ad una società di recupero.

Generalmente, la problematica dell’insolvenza delle fatture dovute da parte dei clienti è molto diffusa nel nostro paese. Al verificarsi del caso, spesso i clienti giustificano ritardi e mancati pagamenti per cause di natura economica, o organizzativa.

Si consiglia sempre, per chi lavora in autonomia, di stipulare contratti chiari prima di iniziare la collaborazione, in modo da tutelarsi da possibili situazioni di credito. A questo proposito è intervenuta la Legge 22 maggio 2017 n. 81, con nuove tutele per i lavoratori autonomi:

Nella legge è inclusa la possibilità, anche per tutti i lavoratori autonomi, di poter avvalersi di procedure di recupero dei propri crediti, attraverso il ricorso al decreto ingiuntivo. La misura entra nella situazione in cui ci si avvale di un procedimento giuridico per risolvere la questione, si tratta quindi di un’azione in extremis.

Prima di arrivare a utilizzare le vie legali, è bene comunque seguire un iter amichevole, inviando per esempio un email tramite PEC in cui si esorta al pagamento. Se questo poi non dovesse avvenire entro 15-20 giorni, ci si può rivolgere ad un legale.

Accordi telefonici o scritti: come prevenire situazioni di debito

Va ricordato che moltissime situazioni di credito possono essere evitate, sia da aziende che da liberi professionisti, accertandosi che sussista un contratto. La stipula di un contratto scritto è un documento garanzia dove le parti possono concordare:

  • Lo svolgimento del lavoro;
  • Le modalità ed i termini di tempo per il pagamento;
  • Eventuali penali in caso di ritardato pagamento;
  • Il foro competente in caso di controversie legali.

Per questo motivo è bene, nel caso in cui ci si accordi a voce, di persona o telefonicamente, riportare poi iscritto tutto ciò che è stato deciso dalle parti. La redazione di un accordo firmato o uno scambio di email in cui vengono riassunti i punti salienti della collaborazione è fondamentale. Con questi accorgimenti, in caso di insolvenza, è più difficile che il cliente eviti per lungo tempo il pagamento. Se esiste un contratto tra le parti, o una scrittura che prova l’esistenza dell’accordo, vi saranno anche tutele o penali in caso di ritardato pagamento.

Sempre più spesso le collaborazioni che si instaurano tra un autonomo, un’impresa e i suoi clienti sono di natura verbale. Tuttavia, in questo modo non vi sono poi prove sufficienti che attestino il motivo del pagamento. Il consiglio, in questo senso, soprattutto per gli autonomi che lavorano con partita Iva è di stipulare contratti scritti.

Nel caso in cui si intervenga in sede legale, è fondamentale presentare le prove scritte della collaborazione, del lavoro svolto che non è stato pagato, e degli accordi che hanno portato alla necessità di rivolgersi a una società o un professionista esterno per il recupero crediti.

Misure preventive per ridurre il rischio di insolvenza

La prevenzione è la miglior strategia per evitare di ricorrere a procedure di recupero di crediti scaduti. Alcune pratiche utili includono:

  1. Verifica dell’affidabilità del cliente: Controllare la solvibilità attraverso bilanci, referenze o report di credito forniti da enti specializzati, prima di entrare in rapporto diretto con esso;
  2. Contratti chiari: Definire in modo dettagliato i termini di pagamento, includendo clausole per ritardi o insolvenze;
  3. Monitoraggio delle scadenze: Implementare un sistema di gestione dei crediti per inviare promemoria automatici;
  4. Assicurazione sui crediti: Protegge l’azienda da eventuali perdite derivanti da insolvenze.

Adottare un approccio proattivo può prevenire molti problemi legati alla gestione del credito.

Quando un debito non è più esigibile e non è più dovuto il pagamento?

La prescrizione è il termine legale entro cui il creditore può richiedere il pagamento del debito. Una volta scaduto tale termine, il debitore non è più obbligato a pagare, a meno che non riconosca esplicitamente il debito. I tempi di prescrizione variano in base alla natura del debito:

  • Debiti commerciali e contrattuali: 10 anni (es. prestiti, mutui, contratti di fornitura);
  • Bollette (utenze domestiche):
    • Elettricità, gas e acqua: 2 anni.
    • Telecomunicazioni: 5 anni.
  • Canoni di locazione: 5 anni.
  • Debiti tributari: Dipende dal tributo (ad esempio, l’IVA si prescrive in 5 anni, ma ci sono eccezioni).
  • Altri debiti (es. stipendio o indennità): Generalmente 5 anni.

L’aspetto che deve essere tenuto in considerazione è che la prescrizione può essere interrotta da azioni del creditore. Può essere il caso di una raccomandata, un decreto ingiuntivo o un riconoscimento del credito da parte del debitore.

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