Raf parla di suo figlio: “È un cantante anche lui”
Non tutti lo sanno, ma Raf ha un figlio di 24 anni che ha seguito le sue orme ed è diventato cantante. Lo scorso anno ha provato ad entrare nella scuola di Amici di Maria De Filippi, ma alla fine non è stato selezionato e non ha fatto parte della classe. Al suo posto, presumibilmente, […] L'articolo Raf parla di suo figlio: “È un cantante anche lui” proviene da Biccy.
Non tutti lo sanno, ma Raf ha un figlio di 24 anni che ha seguito le sue orme ed è diventato cantante. Lo scorso anno ha provato ad entrare nella scuola di Amici di Maria De Filippi, ma alla fine non è stato selezionato e non ha fatto parte della classe. Al suo posto, presumibilmente, sono entrati altri due figli d’arte: Ilan (figlio di Gabriele Muccino) e Chiamamifaro (figlia di Cristina Parodi).
Intervistato da SuperGuidaTv per la consueta promozione di Ora O Mai Più [Raf fa parte dei tutor, è in coppia con Antonella Bucci, ndr], il cantante ha parlato di suo figlio, Samuele Riefoli, in arte D’Art: “Mio figlio è su Spotify con alcuni brani che ha pubblicato tre anni fa. Ama scrivere e si diverte con la musica senza avere il pretesto di dover per forza diventare famoso. Lui mi fa ascoltare dei brani quando li ha già prodotti. Io trovo che abbia una buona scrittura, spero di cantare presto una canzone scritta da lui”.
D’Art non fa musica con testi misogini, ma anche qualora li facesse per Raf non sarebbe un problema. “Alcuni sono dell’idea che gli artisti abbiano una responsabilità nei confronti dei giovani ma io penso che i giovani abbiano capacità di ironia e possano capire che un testo per esempio di Tony Effe lascia il tempo che trova. E’ come se vai a vedere un film e ci sono scene di violenza, allora bisognerebbe vietarlo per la paura di emulazione. A me la musica di Tony Effe non piace, non è il genere di musica che ascolto ma non mi sognerei mai di vietargli di esprimersi nel suo modo”.
Raf, il figlio D’Art parla di lui
“Sono stato in televisione una volta, quando, nel 2019, con mio padre ho cantato Samurai. – ha dichiarato il ragazzo su Vanity Fair – Allora, ho fatto anche un po’ di radio. Quel che mi piacerebbe, oggi, non è un talent, ma Sanremo Giovani. Se mi spaventa il confronto con mio padre? No, come tutti i figli d’arte sono molto preparato. So che ci potrà essere qualche polemica. Se mi chiamano raccomandato? Sono pronto a rispondere alle critiche. Non credo basti essere avvantaggiato, partire da una posizione di favore. Bisogna avere qualcosa: un talento, un guizzo. Altrimenti, avvantaggiati o meno, non si arriva da nessuna parte. La musica l’ho respirata sin da bambino. Avevo la casa piena di musicisti, era un via vai. Papà mi portava in studio. Passavamo le giornate insieme. A dodici anni, ho cominciato a prendere lezioni di chitarra. A quattordici, giocavo con Garage Band. Papà mi aiutava e ancora mi aiuta con la composizione musicale. Mi insegna molto”.
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