Più inflazione e meno crescita. L’Upb rivede le sue stime sull’economia italiana, nel 2025 solo + 0,8%
Nel corso del 2025 l'inflazione risalirà introno al 2%. Economia italiana molto esposta a rischi internazionali come dazi e prezzi del gas L'articolo Più inflazione e meno crescita. L’Upb rivede le sue stime sull’economia italiana, nel 2025 solo + 0,8% proviene da Il Fatto Quotidiano.
Anche l’Ufficio parlamentare di bilancio abbassa le stime sulla crescita economica italiana. Nel 2024 (il dato definitivo deve ancora essere reso noto) l’incremento del Pil dovrebbe essere dello 0,7% (era allo 0,8% nelle previsioni di ottobre scorso). Nel 2025 e nel 2026 è previsto un rafforzamento “modesto”, rispettivamente allo 0,8% e 0,9%.
La valutazione dell0Upb rimane comunque ottimistica se confrontata con quella di altre istituzioni. Nel suo ultimo outlook globale, ad esempio, il Fondo monetario internazionale stima per l’Italia una crescita 2025 allo 0,7%. Mentre gli ultimi dati Istat hanno registrato una crescita zero negli ultimi tre mesi del 2024 e nessuna crescita acquisita per il 2025.
L’Upb segnala che “il quadro macroeconomico dell’economia italiana si conferma soggetto a rischi, complessivamente orientati al ribasso”. Tra le cause del maggior pessimismo l’Upb cita il deterioramento delle proiezioni sugli scambi internazionali e l’aumento del prezzo del gas.
La congiuntura mondiale e l’andamento sulle variabili internazionali “hanno un forte peso specifico su un’economia molto aperta agli scambi come quella italiana”, si sottolinea nel documento previsionale. “Il 2025, si legge ancora, inizia con alcune novità a livello globale, in particolare sul cambiamento climatico e sugli equilibri geoeconomici, mentre si prospettano effetti avversi dalle nuove politiche protezionistiche dell’Amministrazione degli Stati Uniti d’America, che potrebbero essere considerevoli”.
E ancora: “I mercati valutari e delle materie prime risentono di questi diversi fattori di incertezza: la volatilità delle materie prime energetiche, in particolare del gas naturale, è uno dei primi fattori di rischio sotto osservazione. Resta debole anche il commercio internazionale, con una flessione dei paesi avanzati rispetto al buon andamento dei paesi emergenti”.
A peggiorare le cose c’è un’inflazione che pure l’Upb vede in ripresa. Scrive l’Ufficio parlamentare che dopo essere scesa nel 2024 all’1%, confermandosi inferiore alla media europea, “nel corso del 2025 è attesa in aumento, nell’intorno del 2% per cento, ossia il target della Bce”.
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