Piazza (MFS IM): "Banche centrali, le strade si dividono. BCE pronta a un nuovo taglio, Fed resta in attesa"
Sullo sfondo uno scenario di soft landing. I due meeting di politica monetaria arrivano in un momento in cui i mercati continuano a essere volatili. La view della fixed income portfolio manager e investment officer raggiunta da FundsPeople, in un recente viaggio a Milano. L'articolo Piazza (MFS IM): "Banche centrali, le strade si dividono. BCE pronta a un nuovo taglio, Fed resta in attesa" proviene da FundsPeople Italia.
Settimana di politica monetaria. Mercoledì e giovedì in agenda i due meeting delle banche centrali, da una sponda all'altra dell'Atlantico, a dare avvio al 2025. Ognuno per la sua strada, oggi più che in passato, le strade di BCE e Fed potrebbero prendere direzioni molto diverse. “Se alla fine dello scorso anno i due istituti centrali erano allineati sul ribasso dei tassi, quello che ci aspettiamo è che la BCE tagli mentre la Fed rimanga on hold”, esordisce così la sua analisi Annalisa Piazza, fixed income portfolio manager and investment officer di MFS IM.
Quello attuale, secondo l’esperta, è un quadro macro abbastanza ben definito. “In Europa c’è un’economia che stenta a ripartire, nonostante il GDP al di sotto del potenziale, gli indicatori di fiducia che non danno segnali definiti e l’inflazione in calo che negli ultimi mesi riflette l’andamento dei prezzi energetici con quella core rimane relativamente sotto controllo al 2,7%, ma ci sono delle spinte disinflazionistiche che stanno prendendo piede", dice. E prosegue spiegando che: "Sul fronte dei beni non energetici (più che nel settore dei servizi), vi sono prospettive di un calo nel medio termine dell’inflazione, in questo contesto la BCE può continuare a ribassare i tassi non solo giovedì ma anche nei prossimi meeting arrivando fino al 2% all’inizio dell’estate con un ulteriore taglio nella seconda parte dell’anno. Per cui ci aspettiamo un terminal rate all’1,75 per cento”, commenta la professionista raggiunta da FundsPeople in occasione di un suo recente viaggio a Milano.
Mentre, per la Fed la situazione è un po’ diversa, perché “l’economia ha dato segnali di resilienza più che nell’area euro; gli ultimi dati sul GDP erano stati rivisti al rialzo, con i diversi driver della crescita che si sono andati consolidando, l’inflazione è in calo ma non dà indicazioni che la disinflazione stia prendendo piede in maniera marcata, con il mercato del lavoro che rimane robusto, la Fed rimarrà in attesa, non ci aspettiamo che andrà a dare indicazioni chiare sulle mosse future poiché lo scenario macroeconomico rimane offuscato con molte incertezze date dall’assenza di segnali chiari circa le politiche sul fronte economico da parte di Trump”, dice.
In particolare, le indicazioni avute fino a oggi dal nuovo presidente degli Stati Uniti si sono concentrate su immigrazione e deregulation, “ma sono state poche le indicazioni sulle mosse sul piano delle tariffe e sulle politiche fiscali che invece sono fattori fondamentali e che potrebbero avere impatti nel breve e medio periodo sulla crescita americana, insomma la Fed al momento può permettersi di temporeggiare”, prosegue.
La view di Piazza è che i tassi verranno ribassati probabilmente a marzo se l’inflazione continua a confermare i dati dello scorso mese. “Ci aspettiamo altri due ribassi nel corso dell’anno con un timing che verrà determinato più da una combinazione di fattori economici e politici”, ammette.
Di certo c’è che mercoledì sera, ora italiana, Powell dovrà rispondere alle domande in occasione della press conference ma, secondo l’esperta, non andrà a indicare Trump come fattore di rischio, piuttosto “si lascerà lo spazio aperto per eventuali mosse future, parlerà di una generica aumentata incertezza. I mercati continuano a essere molto volatili, come abbiamo potuto vedere negli scambi della seduta di lunedì e Lagarde ha un ruolo un poco più facile rispetto a quello di Powell nonostante la Fed abbia fatto molti cambi di posizione negli ultimi trimestri dell’anno scorso”, sottolinea la professionista.
Scenario di base e qualche variabile
Quello tratteggiato da Piazza è uno scenario di soft landing. Ma, di certo, non mancano le incognite che continuano a generare molto rumore di fondo. “Dal punto di vista prettamente macro, c’è stato un punto di svolta in Germania nell’autunno dello scorso anno quando la Bundesbank ha tagliato i tassi un mese dopo l’altro e prima del meeting di ottobre abbiamo capito che c’era qualcosa che era cambiato, l’istituto ha incorporato i rischi di una recessione o stagnazione prolungata nel Paese che può andare a impattare anche il resto dell’area euro”, dice Piazza. Quest’anno si è aggiunta anche l’incertezza politica, come in Francia.
“Lo scenario di base della BCE è quello di una ripresa trainata dai consumi spinta da una inflazione in calo, ma è da molti trimestri che Lagarde ripete questo messaggio, ma i cittadini invece che spendere, risparmiano. E per di più l’incertezza politica e geopolitica frena questa ripresa, la debolezza di Francia e Germania rappresentano un elemento di consapevolezza che i rischi di coda siano un po’ più forti rispetto al passato”, mette in guardia.
Gestione attiva, diversificazione e selezione attenta
Di certo c’è che nel quadro descritto da Piazza, con i rendimenti dei mercati, le opportunità di entrata sono interessanti. “La volatilità che abbiamo visto sui governativi permette di entrare e comprare Treasury al 4,50-4,75%, dei livelli non sono giustificati dai fondamentali (anche se gli USA stanno crescendo in maniera robusta). Non abbiamo una view sulla duration che sia unidirezionale poiché abbiamo imparato che nell’incertezza si può avere volatilità ma relativamente contenuta e una gestione attiva permette di poter intercettare le migliori opportunità aumentando o diminuendo la duration”, sottolinea.
Nel mercato del credito a livello settoriale globale l’esperta vede dei livelli di rendimento molto interessanti in un contesto in cui gli spread sono molto compressi. “Ci aspettiamo gli spread continuino a restringersi nonostante i livelli già molto bassi. Ci sono aree che offrono più opportunità come l’Europa rispetto all’America, ma questo era un tema che vedevamo anche lo scorso anno eppure gli USA hanno continuato a far bene. Essere selettivi e diversificare dove possibile, rimanendo difensivi in un contesto in cui continuiamo a vedere i rischi di coda di cui parlavamo prima”, dice Piazza.
Storicamente l’analisi che la società fa sul fronte dei rendimenti futuri quando la Fed smette di tagliare i tassi, tra 6 mesi e 2 anni, vede gli indici fixed income dare dei rendimenti positivi. Ma ci sono dei rischi che bisogna continuare a tenere in considerazione come “le tariffe che il presidente Trump andrà a imporre, un mancato accordo e risoluzione tra Russia e Ucraina e una possibile frammentazione europea nel fronteggiare le sfide future”, conclude.
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