PA: aumenti congelati per 2,3 milioni di dipendenti pubblici, salta il ticket in smart | L’analisi

Gli aumenti di stipendio per quasi 2,3 milioni di dipendenti pubblici, dagli infermieri, agli insegnanti, fino ai dipendenti dei Comuni e delle Regioni, rischiano seriamente di restare sulla carta. Cinque miliardi di euro destinati a questo scopo rimarranno inutilizzati nelle casse del Tesoro. Lo scrive il Messaggero, spiegando come sarà impossibile impegnare altri 5,5 miliardi […] L'articolo PA: aumenti congelati per 2,3 milioni di dipendenti pubblici, salta il ticket in smart | L’analisi proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

Jan 23, 2025 - 08:38
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PA: aumenti congelati per 2,3 milioni di dipendenti pubblici, salta il ticket in smart | L’analisi

Gli aumenti di stipendio per quasi 2,3 milioni di dipendenti pubblici, dagli infermieri, agli insegnanti, fino ai dipendenti dei Comuni e delle Regioni, rischiano seriamente di restare sulla carta.

Cinque miliardi di euro destinati a questo scopo rimarranno inutilizzati nelle casse del Tesoro.

Lo scrive il Messaggero, spiegando come sarà impossibile impegnare altri 5,5 miliardi già stanziati, caso più unico che raro, per gli aumenti del prossimo triennio, il 2025-2027.

In tutto, quasi 11 miliardi di aumenti per i dipendenti pubblici.

Un ritocco medio degli stipendi che, considerando le due tornate contrattuali, supererebbe l’11%, contro meno del 7% dei sei anni precedenti e lo zero per cento dei primi otto anni del decennio scorso.

A bloccare i tavoli negoziali sono Cgil e Uil, che chiedono il recupero integrale del potere d’acquisto perso dai dipendenti pubblici (e anche da quelli privati, in verità) con la fiammata inflazionistica del biennio 2022-2023.

Servirebbero, ha calcolato la stessa funzione pubblica, 32 miliardi di euro. Una cifra inarrivabile per le finanze pubbliche.

Per adesso, l’unico contratto che è arrivato al traguardo è quello che riguarda i 194 mila dipendenti delle funzioni centrali, di fatto i ministeriali e i dipendenti di agenzie fiscali e Inps, comparto dove Cgil e Uil sono in minoranza.

Giovedì la Corte dei Conti darà il via libera all’accordo e a febbraio arriveranno gli aumenti medi da 150 euro lordi al mese e gli arretrati.

Il contratto della Sanità, invece, è di fatto saltato la scorsa settimana, quando il sindacato Nursing Up ha spostato l’ago della bilancia verso il no all’accordo, allineandosi alle posizioni di Cgil e Uil.

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