Aumento delle accise sul diesel, via libera in Senato: il piano Meloni per il Tpl

Aumentano accise sul gasolio. La decisione del governo per finanziare il contratto dei lavoratori del Tpl. Ecco a quanto ammonta

Jan 23, 2025 - 15:26
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Aumento delle accise sul diesel, via libera in Senato: il piano Meloni per il Tpl

Aumentano le accise sul gasolio. Il provvedimento ha ricevuto il via libera dalla Commissione Finanze del Senato e, prima dell’approvazione definitiva, manca solo il passaggio alla Camera. Si tratta di un aumento tra 1 e 2 centesimi, che comporta, in realtà, il taglio delle agevolazioni di 0,11 euro sul gasolio. Questo passaggio si traduce in una riduzione dello sconto e in un riallineamento con le accise sulla benzina. Il provvedimento è inserito all’interno del piano strutturale di bilancio con l’obiettivo di trovare coperture per il rinnovo del contratto nazionale del trasporto pubblico locale 2024-2026.

Ok al provvedimento per le accise: cosa dice e perché serve

Il provvedimento approvato dalla Commissione Finanze del Senato rappresenta una tappa nella strategia di bilancio del governo. Con un incremento compreso tra 1 e 2 centesimi sulle accise del gasolio, il decreto punta a raggiungere un duplice obiettivo: riallineare il trattamento fiscale tra diesel e benzina e destinare le risorse al finanziamento del contratto nazionale del trasporto pubblico locale (Tpl) per il triennio 2024-2026, che necessita di 500 milioni di euro.

L’approvazione nasce anche dalle pressioni della Commissione Europea, che da anni sollecita i Paesi membri a riformare la fiscalità legata ai carburanti. L’obiettivo è scoraggiare l’uso di combustibili maggiormente inquinanti, come il gasolio, e promuovere un sistema di tassazione più coerente con i principi della sostenibilità ambientale. Il governo italiano, recependo queste direttive, ha incluso la misura nel piano strutturale di bilancio, considerandola un “escamotage” necessario per trovare risorse utili senza incidere direttamente sul bilancio dello Stato.

Oltre agli aspetti fiscali, la misura ha anche un valore ambientale. Il diesel, pur essendo un carburante ampiamente utilizzato, è associato a elevate emissioni di particolato ultrafine, riconosciuto come pericoloso per la salute.

Non un vero aumento, ma taglio dello sconto

Nonostante il provvedimento sia stato percepito come un aumento delle accise sul gasolio, tecnicamente si tratta di un taglio alle agevolazioni fiscali già esistenti. In altre parole, il riallineamento consiste nella riduzione di 0,11 euro sullo sconto attualmente applicato al diesel, una misura che porta l’aliquota più vicina a quella della benzina.

Come spiegato dal relatore alla norma, Trevisi, non si tratta di un aumento diretto della tassazione, ma di una revisione che elimina un “sussidio ambientalmente dannoso”. Questo tipo di agevolazioni, infatti, favoriva l’uso di un carburante che ha un impatto non trascurabile sia sull’ambiente sia sulla salute pubblica. Infatti le emissioni di particolato ultrafine generate dai motori diesel sono state associate a patologie gravi, come malattie ischemiche e aterosclerosi, e l’Unione Europea ha più volte chiesto l’abolizione di tali sussidi.

La riduzione dello sconto sul diesel, inoltre, comporta un beneficio indiretto per i consumatori di benzina. L’accisa sul carburante più pulito sarà infatti diminuita, permettendo un risparmio annuo stimato in circa 30 euro per chi utilizza un’auto a benzina, soprattutto in contesti urbani. Il messaggio, quindi, è chiaro: premiare i comportamenti meno inquinanti e disincentivare quelli che hanno un costo elevato in termini di salute e ambiente.

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