Più fotovoltaico che carbone nel mix elettrico Ue 2024

Per la prima volta il fotovoltaico ha prodotto più energia elettrica del carbone a livello europeo, mentre la generazione a gas è diminuita per il quinto anno consecutivo. Intanto le emissioni di CO2 del settore elettrico Ue si sono più che dimezzate rispetto al loro picco registrato nel 2007. E senza i nuovi impianti eolici […] The post Più fotovoltaico che carbone nel mix elettrico Ue 2024 first appeared on QualEnergia.it.

Jan 23, 2025 - 14:37
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Più fotovoltaico che carbone nel mix elettrico Ue 2024

Per la prima volta il fotovoltaico ha prodotto più energia elettrica del carbone a livello europeo, mentre la generazione a gas è diminuita per il quinto anno consecutivo.

Intanto le emissioni di CO2 del settore elettrico Ue si sono più che dimezzate rispetto al loro picco registrato nel 2007. E senza i nuovi impianti eolici e solari installati nei 27 Stati membri dal 2019 a oggi, l’Unione europea avrebbe dovuto importare 92 miliardi di metri cubi in più di gas e 55 milioni di tonnellate aggiuntive di carbone, al costo complessivo di circa 59 miliardi di euro.

Questi i dati principali contenuti nell’European Electricity Review 2025 (link in basso) di Ember, think tank indipendente sui mercati energetici basato nel Regno Unito.

Come riassume l’info-grafica sotto, il fotovoltaico continua a essere la fonte energetica in più rapida crescita nell’Ue; lo scorso anno, gli impianti solari complessivamente sono arrivati all’11% del mix di produzione elettrica continentale (eolico 17%).

Il fotovoltaico, si vede nel prossimo grafico, ha generato 54 TWh in più nel 2024 in confronto al 2023: 304 TWh totali vs 250 TWh l’anno precedente (+21,7%).

Da segnalare anche la ripresa dell’idroelettrico, +32 TWh sul 2023 con una quota nel mix pari al 13% (362 TWh complessivi). Anche il nucleare ha segnato un trend positivo (+29 TWh), mentre carbone e gas hanno perso rispettivamente 50 e 26 TWh rispetto al 2023.

Ember evidenzia che per la prima volta dopo decenni, la quota di generazione del carbone è scesa sotto il 10% del mix elettrico Ue, con 269 TWh.

Mentre l’eolico si conferma per il secondo anno consecutivo la prima fonte in assoluto: 477 TWh prodotti nel 2024, in lieve aumento sui dodici mesi precedenti, davanti al gas con 430 TWh.

L’energia elettrica europea quindi è sempre più decarbonizzata, ma il rapporto sottolinea che è necessario incrementare di pari passo la flessibilità della rete elettrica, grazie in particolare ai sistemi di stoccaggio (batterie, pompaggi idroelettrici).

Inoltre, si spiega, occorre più che raddoppiare il tasso annuale di nuove installazioni di impianti eolici per centrare gli obiettivi Ue al 2030.

Focus sull’Italia

In Italia, mostra Ember, la produzione da fotovoltaico ha raggiunto un massimo storico con una quota del 14% nel mix complessivo di generazione, mentre solo il 2% dell’elettricità italiana è stata prodotta con il carbone.

Intanto la generazione delle centrali termoelettriche a gas è calata per il terzo anno consecutivo, anche se l’Italia rimane il maggior produttore di elettricità da gas nell’Ue; la quota di questa fonte fossile nel mix è pari al 44%, ben sopra la media Ue del 16% circa.

Come abbiamo scritto, nel complesso tutte le fonti rinnovabili in Italia hanno prodotto 128,6 TWh nel 2024, pari al 41,2% della domanda elettrica annuale, il massimo contributo di sempre delle fonti green nel nostro Paese (la percentuale sale al 48,8% se considerata in rapporto alla produzione elettrica nazionale).

Nel 2024, rileva ancora Ember, grazie alla forte crescita del fotovoltaico e dell’idroelettrico, quasi metà dell’energia elettrica prodotta in Italia è arrivata da fonti rinnovabili (come detto circa 49%). Va detto però che la quota italiana di FV (14% come detto) è inferiore a quella di altri paesi mediterranei come la Grecia (22%) e la Spagna (21%).

Senza i nuovi impianti solari ed eolici installati tra la fine del 2019 e il 2024, il Paese avrebbe importato 4 miliardi di metri cubi in più di gas e 5 milioni di tonnellate in più di carbone, per un costo aggiuntivo di 3,3 miliardi di euro.

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