Ok del Cremlino alle trattative con Zelensky dopo l’apertura di Kiev: “Lui illegittimo, ma rimaniamo disponibili a un negoziato”
Soddisfazione da parte dei partner di Kiev. E il presidente chiede garanzie per il futuro: "O entriamo nella Nato o ci ridate le nostre atomiche" L'articolo Ok del Cremlino alle trattative con Zelensky dopo l’apertura di Kiev: “Lui illegittimo, ma rimaniamo disponibili a un negoziato” proviene da Il Fatto Quotidiano.
L’apertura di Volodymyr Zelensky a una trattativa diretta con Vladimir Putin sembra trovare una sponda anche a Mosca. Il presidente ucraino non ha accennato, nelle sue dichiarazioni, al decreto con cui vieta per legge ogni dialogo con il capo del Cremlino, mentre il portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov, ha ribadito che per i vertici della federazione Zelensky rimane un presidente “illegittimo”. Nonostante questo, però, “la parte russa rimane aperta ai negoziati“.
Le dichiarazioni tra le due parti fanno presumere che il clima stia migliorando. E le parole degli altri protagonisti del dossier, più o meno centrali, sembrano confermarlo. Peskov ha ribadito che i contatti tra Russia e Stati Uniti per una soluzione in Ucraina sono in corso “tra singoli dipartimenti e si sono intensificati di recente“. Da Washington arriva la conferma: Donald Trump in persona ha detto che “stiamo avendo” dei colloqui “costruttivi sull’Ucraina, “stiamo parlando con i russi, stiamo parlando con la leadership ucraina”. Anche il ministro degli esteri Antonio Tajani mostra entusiasmo: “Il nostro obiettivo è fare in modo che il 2025 sia l’anno della pace in Ucraina. Una pace giusta e duratura. Non una resa. Il nostro impegno europeo non può prescindere da uno stretto raccordo con gli Stati Uniti. Il segretario di Stato Marco Rubio mi ha confermato anche su questo fronte la ferma intenzione di lavorare insieme per il cessate il fuoco e un successivo accordo di pace. Lasciano ben sperare le parole di poche ore fa del presidente Zelensky che sarebbe pronto a negoziati diretti con Putin. È importante che l’Europa sostenga queste prospettive negoziali, in maniera attiva e in stretto dialogo con l’Amministrazione americana”.
Zelensky ha poi di nuovo parlato di quelli che saranno gli oneri da rispettare, ma anche le garanzie che l’Ucraina pretende per arrivare alla pace con la Russia. Innanzitutto, ha affermato che le elezioni, sospese a causa dello stato di guerra, “si terranno dopo la fine della fase calda della guerra e l’abolizione della legge marziale – ha scritto su Telegram – Stiamo difendendo la democrazia e le elezioni sono estremamente importanti. Ma siamo onesti, la fine della legge marziale adesso è esattamente ciò che Putin vuole. Se la legge marziale venisse revocata, la maggior parte dei nostri militari tornerebbe a casa, questo è un loro diritto. Ma allora chi proteggerà l’Ucraina? Senza garanzie di sicurezza la Russia invaderà nuovamente”.
E proprio le garanzie di sicurezza sono ciò su cui il capo di Stato ucraino non ha intenzione di scendere a compromessi. Martedì ha ribadito che l’unico futuro sicuro per il suo Paese è un futuro all’interno della Nato: “Se il processo di adesione all’Alleanza si trascinerà per anni o decenni, non per colpa dell’Ucraina ma per colpa dei suoi partner, l’Ucraina si chiede giustamente cosa proteggerà il Paese in questo tempo, quale sostegno riceveremo?”. Ed è a questo punto che è tornato a ipotizzare addirittura la restituzione al Paese del suo arsenale nucleare: “Quali armi otterremo? Ci daranno armi nucleari? Ci daranno così tanti missili da poter fermare la Russia? Quali missili possono fermare i missili nucleari della Russia? Restituiteci le nostre armi nucleari, forniteci sistemi missilistici, aiutateci a finanziare un esercito, spostate le vostre truppe in quelle parti del nostro Stato dove vogliamo che la situazione sia stabile”. Parole che non sono piaciute a Peskov che le ha definite “al limite della follia. Esiste un regime di non proliferazione delle armi nucleari”.
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