Obbligazioni: i nuovi collocamenti governativi e corporate della settimana sotto la lente
Obbligazioni: analisi delle nuove emissioni governative e corporate della settimana
Anno nuovo e nulla di diverso sui mercati che dopo un mese di considerazioni generali su altri “market mover”, tornano a concentrarsi sulle banche centrali che irrompono sui mercati condizionando gli scambi. In generale i prezzi attuali sembrano scontare tutte le politiche economiche individuate dagli analisti relativamente alle prospettive dei tagli da parte della Bce, mentre più difficile rimane da capire l’evoluzione dei tassi americani, dove la Fed ha una politica spesso imprevedibile per gli stessi analisti.
Infatti, la banca centrale statunitense ha mantenuto i tassi di interesse al 4,25-4,50%, come ampiamente atteso, ed il presidente Jerome Powell ha segnalato che non c’è fretta di ridurli nuovamente. Nella conferenza stampa seguita al meeting, tra l’altro il primo dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, il governatore ha ribadito che i membri della Fed attendono di vedere quali politiche saranno messe in campo prima di giudicarne gli effetti su inflazione ed occupazione e sull’economia nel suo complesso. Guardando l’andamento dei futures sui tassi a breve termine, che sono sempre un termometro importante, gli investitori si aspettano che la banca centrale non torni a tagliare i tassi almeno fino a giugno.
La settimana super impegnativa da interpretare vedeva subito dopo il Fomc, la riunione di politica monetaria della Bce, che si è svolta in un clima d’incertezza sulla crescita alimentata dalle prospettive di dazi Usa. Le attese erano per una riduzione dei tassi di interesse da un quarto di punto, con il tasso di deposito al 2,75% dall’attuale 3% e le aspettative non sono state deluse dalla Bce che ha comunicato al mercato alle 14,15 di giovedi la riduzione dello 0,25%.
Con la continuazione del ciclo di allentamento che appare scontata, gli investitori sono ora alla ricerca di indicazioni sul ritmo dei tagli. In settimana anche la Bank of Canada e la svedese Riksbank hanno tagliato i tassi di 25 punti base, rispettivamente al 3% e al 2,25%.
A livello di rendimenti sui mercati non ci sono stati grossi scossoni con i prezzi che hanno già scontato i movimenti delle banche centrali. Nello specifico lo spread tra Btp e Bund sulla scadenza decennale è rimasto mediamente sotto quota 110 con rendimento del Btp al 3,6%. Complessivamente il rendimento medio dei titoli EU è tornato sotto il 3% e qualche paese in più è tornato a fare compagnia alla Germania in fascia 2%, tra questi il Portogallo, Austria, Cipro, Irlanda e Finlandia oltre alla solita Olanda che incalza la Germania con uno spread negativo di soli 19 punti. Per le altre divise, troviamo i Treasury americani al 4,52% mentre il Gilt inglese è al 4,55%.
Le nuove obbligazioni governative sotto la lente
Sul fronte delle emissioni governative mancano circa tre settimane al collocamento e sale l’attesa e la richiesta di dettagli per il nuovo BTP Più, un bond del Tesoro dedicato al mercato retail e che appartiene alla famiglia dei BTP Valore. Si terrà a partire dal lunedì 17 febbraio al venerdì 21, salvo chiusura anticipata. Il venerdì 14 ci sarà la comunicazione delle cedole minime fissate e del codice Isin. È il primo titolo dedicato ai piccoli risparmiatori (per comprarlo bastano mille euro) con opzione di rimborso anticipato del capitale. Il titolo avrà durata otto anni, le prime cedole saranno fissate in misura crescente dopo i primi quattro anni e la loro corresponsione avverrà su base trimestrale. Al termine del primo quadriennio, coloro che hanno sottoscritto il titolo nei giorni del collocamento e che ancora lo possiedono, avranno l’opportunità di scegliere se proseguire con l’investimento per altri quattro anni o se richiedere il rimborso del capitale al 100% del valore nominale.
Nell’attesa di questa offerta, questa settimana il Tesoro ha proposto delle riaperture con le aste tradizionali per il Btp 3% 2029 per un totale di 2,75 miliardi. Stesso importo per CCT EU 2033, mentre i Btp più lunghi al 2035 hanno visto rispettivamente 2 mld per il 3,85% e 1,5 per il 3,35%.
Con il sistema del consorzio di collocamento, tipico per i corporate ed ultimamente utilizzato con successo anche dai governativi, è invece tornata sul mercato l’Austria con un nuovo titolo decennale con cedola del 2,95%, Isin AT0000A3HU25 per un totale di cinque mld di euro con taglio minimo da mille euro con multipli di mille e prezzo d’emissione a 99,596. Insieme al nuovo decennale c’è stata un’ottima richiesta per il tap sulla scadenza lunga maggio 2049 con cedola dell’1,85% proposto al prezzo di 77,575 per 1,5 miliardi che proietta il rendimento al 3,189%, Isin AT0000A2Y8G4. Questo titolo era stato emesso nel maggio 2022 al prezzo di 99,454 e ora è arrivato a un totale emesso di 8,150 mld di euro.
Molto interesse per la doppia emissione da 2,4 miliardi in euro da parte del Messico, divisi tra 1,4 miliardi sul titolo a otto anni offerto con cedola del 4,625% al prezzo di 99,057 per un rendimento finale del 4,769%, Isin XS2991917530. Il titolo più lungo a 12 anni è stato collocato per 1 mld con cedola del 5,125% e prezzo di 99,525 per un rendimento a scadenza del 5,181%. Isin XS2991917613 con taglio minimo da 100mila euro con multipli di mille e rating investment grade BBB/BBB-.
In dollari importante ritorno sui mercati dell’Egitto dopo molti mesi di forte volatilità sui titoli. Il paese è tornato al centro dell’interesse politico per la situazione di crisi della zona mediorientale, ottenendo una serie di aiuti ed investimenti da molti Paesi del Golfo che hanno aiutato la ripresa ed anche la possibilità di tornare sui mercati. Nello specifico si tratta di due scadenze, la prima al 2030 con cedola dell’8,625% per 1,25 miliardi al prezzo di 100. Anche la scadenza più lunga 2033 è stata collocata a 100 con la cedola al 9,45%, il rating è B mentre il taglio minimo è di 200mila dollari con multipli di mille.
I nuovi bond corporate sotto la lente
Per la parte corporate e finanziari la settimana è stata meno intensa rispetto alle precedenti, ma pur sempre ricca di emissioni.
Berlin Hyp ha lanciato un’obbligazione green pfandbriefe suddivisa in due tranche: a quattro e 7,8 anni. L’emissione ha taglio da un miliardo di euro per la tranche a quattro anni e 500 milioni per la tranche a 7,8 anni. L’obbligazione, è stata accolta da molti ordini pari 5,8 miliardi, totalizzando richieste totali per circa 3,4 miliardi per la tranche a quattro anni e 2,4 miliardi per la tranche a 7,8 anni. La forte richiesta registrata ha consentito alla banca tedesca di comprimere i rendimenti, la tranche a quattro anni è scesa a 28 punti base sul midswap il rendimento rispetto alle indicazioni iniziali di 35 punti base; la tranche a 7,8 anni ha visto ridursi a 39 punti base sul midswap il rendimento rispetto alle indicazioni iniziali di +45 punti base. Nel dettaglio il bond a con scadenza febbraio 2029 (Isin DE000BHY3ND1) offre una cedola annua lorda del 2.625%, prezzo 99,745 e rendimento 2,693%; il bond con scadenza novembre 2032 (DE000BHY4US2) offre una cedola del 2.75 %, prezzo 99,234 e rendimento 2.862%. L’emittente ha rating AAA e lotto minimo mille euro con multipli di mille, taglio appettibile alla clientela retail.
La società statale francese Cades che ha lo stesso rating del Paese AA-/AA- ha offerto agli investitori 2,5 miliardi di euro con scadenza 2030, ricevendo richieste per quasi 30 miliardi. Il titolo ha Isin FR001400X6D7, la cedola è stata fissata al 2,875% e un prezzo d’emissione di 99,805.
Dalla Spagna un doppio deal in euro delle ferrovie iberiche legate all’alta velocità; Adif è il nome dell’azienda che si dedica al servizio ed ha emesso 650 milioni con scadenza 2030 e cedola del 3,125%, Isin ES0200002139 con prezzo a 99,708, per un rendimento a scadenza del 3,189%. La scadenza più lunga al 2035 ha visto un’offerta per 850 milioni con cedola del 3,625% e un prezzo d’emissione a 99,743 che significa 3,657% a scadenza. Isin ES0200002147, rating Baa2/A- e richieste sui book dei lead manager dell’operazione per oltre nove miliardi. Il taglio è da 100mila euro con multipli di 100mila.
BNP Paribas ha emesso un bond unsecured in doppia tranche, di cui una denominata in euro e l’altra in dollari. L’operazione è rivolta al mercato retail ed il titolo in euro ha scadenza nel gennaio 2038, per cui presenta una durata iniziale di 13 anni. Esso offre una cedola corrisposta su base trimestrale al tasso annuale lordo del 4,25% per il primo anno e che sale al 5% per il secondo anno (Fixed Step Up). A partire dal terzo anno la cedola, che sarà corrisposta sempre su base trimestrale, sarà fissata al tasso annuale pari all’Euribor a tre mesi moltiplicato per 1,50. Il tasso non potrà scendere mai sotto 0 (floor), né salire sopra il 4% (cap). A partire dal quarto anno, l’emittente si riserva la facoltà di procedere al rimborso anticipato del capitale a 100, pagando anche gli interessi maturati sino a quella data. Per il bond in dollari, la scadenza sarà nel gennaio del 2039. Pertanto, la durata iniziale è di 14 anni. La cedola sarà corrisposta anche in questo caso sempre ogni tre mesi fino alla scadenza. Il tasso riconosciuto all’obbligazionista è del 6,25% per il primo anno e del 7% per il secondo anno. A partire dal terzo anno, la cedola diventa variabile e pari al tasso SOFR moltiplicato per 1,50. Anche in questo caso è previsto un floor a 0 e un cap al 5,50%. L’emittente potrà rimborsare il capitale alla pari dopo il terzo anno. I due bond BNP Paribas espongono l’investitore al rischio tassi per il caso in cui questi scendano e restino bassi per un periodo di tempo prolungato. La tranche in dollari è esposta anche al rischio di cambio.
A cura di Carlo Aloisio, senior bond broker