Nuova giornata di passione in Borsa per Mps, così la scalata a Mediobanca è sempre più cara per Caltagirone e soci

La forbice che si è venuta a creare significa una differenza di circa 1,56 miliardi tra quanto offerto da Siena e il prezzo fissato dal mercato L'articolo Nuova giornata di passione in Borsa per Mps, così la scalata a Mediobanca è sempre più cara per Caltagirone e soci proviene da Il Fatto Quotidiano.

Gen 27, 2025 - 20:48
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Nuova giornata di passione in Borsa per Mps, così la scalata a Mediobanca è sempre più cara per Caltagirone e soci

Se va avanti così Mediobanca costerà sempre più cara al Monte dei Paschi di Siena. Dopo il rosso del 6,9% di venerdì, la settimana in Piazza Affari si è aperta con un -2% a 6,36 euro per il titolo della banca toscana, mentre Piazzetta Cuccia ha arrotondato dello 0,2% a 16,5 euro il guadagno del 7,7% a 16,47 euro realizzato in scia all’offerta dei senesi. Così il valore delle 2,3 azioni Mps messe sul piatto da Siena per ogni titolo Mediobanca, scende a 14,63 euro, l’11,3% in meno di quanto la Borsa valorizza Piazzetta Cuccia, mentre in base ai valori dei due istituti alla chiusura di giovedì 23 Siena avrebbe offerto agli azionisti di Mediobanca un premio del +5%.

In soldoni la forbice che si è venuta a creare significa una differenza di circa 1,56 miliardi tra quanto offerto da Siena (12,19 miliardi in azioni agli attuali corsi) e il prezzo fissato dal mercato (13,76 miliardi). Senza contare che nel caso più che probabile che l’offerta dei senesi venga giudicata ostile dal cda di Mediobanca convocato per la mattinata di martedì 28 gennaio, la compagine pubblico-privata capitanata da Francesco Gaetano Caltagirone e benedetta dal capo del governo, Giorgia Meloni, dovrà convincere almeno il 51% dei soci di Mediobanca a cedere le azioni per poter chiudere l’operazione. La prassi della Banca Centrale Europea e della Consob in questo senso è chiara: l’approvazione di operazioni ostili richiede che, al termine dello scambio, i nuovi azionisti detengano almeno il 51 per cento. Solo così sarebbe possibile convocare un’assemblea per modificare il consiglio di amministrazione. Diversamente, è il ragionamento, la situazione della preda rischia di diventare ingovernabile, con un management che già considera l’operazione ostile.

Nulla osta, intanto, da Bruxelles dove fanno sapere che dopo la cessione della maggior parte della quota pubblica “Mps non è più vincolata dal suo impegno ai sensi della decisione sugli aiuti di Stato di astenersi dalle acquisizioni, il che le consente di intraprendere le azioni aziendali che riterrà appropriate per perseguire i propri interessi commerciali”. Resta il fatto che il ministero dell’Economia è ancora il primo azionista della banca senese che fa leva anche sulle partite fiscali per abbellire la sua offerta: come ricordava l’ad di Mps Luigi Lovaglio le nozze con Mediobanca libererebbero 3 miliardi di crediti fiscali di Siena, somma che secondo le stime del banchiere si traduce in un beneficio di 1,2 miliardi per i soci di Piazzetta Cuccia. Che per la Borsa, però, non basta.

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