"Mi hanno tirato un secchio di acqua calda"

Caterina Varvello, inviata di Rai Uno, racconta offese e minacce. "La mamma fuori con una pentola in mano, la figlia la aizzava a colpire"

Feb 2, 2025 - 14:49
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"Mi hanno tirato un secchio di acqua calda"

"Ero arrivata con le migliori intenzioni, volevo solo fare qualche domanda, il mio lavoro. E invece hanno iniziato a offendermi e minacciarmi, poi mi hanno tirato acqua calda appena tolta dal fuoco". Le parole sono quelle della giornalista Caterina Varvello, inviata del programma Rai La Vita in diretta di Alberto Matano. Venerdì pomeriggio era a Badia Prataglia, nel comune di Poppi, per intervistare le due stalker già denunciate per procurato allarme e atti persecutori.

"Una pentola di acqua calda appena tolta dal fuoco: questa l’accoglienza di Silvia e Lara nonostante i nostri modi gentili di parlare con loro". Inizia così il servizio mandato in onda venerdì pomeriggio. Nel pezzo, c’è il microfono della giornalista Varvello in direzione della casa dove si sono trincerate le due donne, madre e figlia: non vogliono parlare. Iniziano a offenderla, poi a minacciarla. Le dicono di tutto. "Ti faccio sparire". "Ora prendo un bastone e vi picchio". E così via. Poi dalle parole ai fatti. Si vede la mamma che esce di casa con una pentola in mano. Avanza con tono minaccioso. La giornalista le intima di stare ferma. Ma dietro c’è la figlia che aizza la mamma all’attacco: "Sentivo che le diceva tira, tira, tira l’acqua". Ed ecco che rovescia il pentolone di acqua calda, appena tolta dal fuoco, alla giornalista Caterina Varvello. Riesce a spostarsi ma un po’ le finisce addosso. "Per fortuna non era acqua bollente", ci racconta la giornalista al telefono.

"Cosa vuoi tu da me?", dice la donna accusata di stalking. "Voglio sapere perché tormenti tutti". "Io non tormento nessuno". Ed entra in casa. "Vuoi che ti tiri un altro secchio di acqua?". Le dice prima di fare il bis. Ma stavolta non la colpisce, per fortuna.

Diverse le loro vittime anche se ce n’è una in particolare: si chiama Paolo Zignani, di Cesena, 57 anni, autotrasportatore. Sono oltre 800 gli episodi che ha segnalato da settembre a oggi. Dai fiorai agli imbianchini chiamati a pitturare casa, dai giardinieri ai muratori, dagli agenti immobiliari ai restauratori, dai taxisti a corrieri che portano abiti da sposa, confetti, bomboniere, vini e pizze. E comunque non è l’ultimo. Negli anni sono state tanti gli episodi simili a danni di vicini di casa, vigili del fuoco tecnici della luce e del gas.

"Proprio due giorni fa è arrivato l’ennesimo carro funebre da Modena con gli operatori che dicevano che dovevano ritirare la mia salma -ci aveva raccontato Paolo Zignani nei giorni scorsi- Ho spiegato loro la faccenda e mi hanno detto che avevano visto la trasmissione in tivù sulla Vita in diretta e hanno capito di essere loro stesse delle vittime".

"Sono persone pericolose, con tratti aggressive. Mi ha scritto anche il figlio che vice con loro e mi dice che è un incubo", continua la giornalista.