“Mi chiedono le foto, ma non sono nessuno”: Tony Boy travolge Milano e fa l’appello “Free Shiva”. I fan innamorati: “Ha un linguaggio che ti colpisce il cuore”
La tipologia dello show è stata comunque azzeccata: sapendo di avere davanti a sé un pubblico molto giovane era giusto avere stile ma, soprattutto, farli divertire L'articolo “Mi chiedono le foto, ma non sono nessuno”: Tony Boy travolge Milano e fa l’appello “Free Shiva”. I fan innamorati: “Ha un linguaggio che ti colpisce il cuore” proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Tony per me è stato come un fulmine a ciel sereno”, “È il ‘G.O.A.T.’ (‘Il Migliore di Tutti i Tempi’, ndr) del rap italiano”, hanno detto alcuni fan a FqMagazine, prima del concerto di Antonio Hueber, in arte Tony Boy, davanti ad un Fabrique (Milano) stracolmo. L’attesa per la sua prima data meneghina era alle stelle. Migliaia di giovanissimi della Generazione Z sono accorsi al locale fin dal pomeriggio pur di riuscire ad assicurarsi il miglior posto durante l’evento. Tony Boy è considerato “Goat” da moltissimi dei suoi fan. Basta dare un’occhiata sotto ai commenti presenti nel profilo Instagram dell’artista per comprenderne – in parte – la portata.
Abbiamo avuto modo di parlare con qualche fan di Tony, in modo tale da capire l’impatto che il rapper sta avendo sui ragazzi. “Sono fan di tutto il rap, soprattutto quello hardcore. Inizialmente non lo riuscivo a capire appieno (Tony Boy, ndr) ma, ascoltandolo costantemente, mi sono artisticamente innamorato di lui. Si differenzia anche dallo stile che hanno tanti altri rapper emergenti. Tony è in grado di toccare delle corde diverse e lo fa tramite sonorità ed un linguaggio (molto vicino alla generazione z, ndr) che ti colpisce il cuore”, ci ha detto un fan.
“Io lo chiamo ‘Goat’, non tanto perché lo considero tale, è come se fosse un soprannome, molto al passo coi tempi. Per me essere ‘Goat’ è più uno stile di vita. Un modo di comportarsi, di agire, di dire certe cose che magari non tutti hanno il coraggio di dire o non hanno neanche le capacità di dire”, ci ha spiegato un altro. E ancora: “Tony non fa il gradasso, è uno molto tranquillo. Mi piace anche la sua produttività musicale e posso solo che ringraziarlo per tutte le canzoni che ha fatto, per tutte le emozioni che mi ha fatto provare”.
Umile (che è anche il titolo di un album dello stesso artista), iper-produttivo ed innovativo. Ecco, brevemente riassunte, le motivazioni che hanno fatto affezionare migliaia di fan al rapper classe 1999. Tony Boy è un cantante emergente che ha fatto tesoro dell’auto-tune e della sperimentazione sonora, il tutto con un occhio e un orecchio di riguardo verso gli Stati Uniti. Ha uno stile molto fresco – qui in Italia – anche perché molti dei suoi brani sono caratteristici del “Mumble rap”, ovvero un sottogenere del rap, che si potrebbe considerare come “sbiascicato” (non in termine dispregiativo). In America questa contaminazione stilistica è presente da anni, con artisti come Future che ne hanno fatto un tratto distintivo.
Salito sul palco con la traccia “Bnb life”, era già arrivato il momento di far tremare l’impianto con la hit – ora anche trend su TikTok – “Tutti i giorni”. È stato impressionante vedere migliaia di spettatori saltare, all’unisono, sulle note del testo. Sia in “Tutti i giorni” che anche in altre tracce, Tony Boy ha lasciato maggiormente spazio al divertimento del pubblico, mantenendo le intere canzoni come base fissa. Rappando, poi, alcune barre sopra il testo in riproduzione. Una scelta artistica che – con le dovute proporzioni del caso – ricorda i live di Travis Scott. Poche strofe rappate, canzoni a palla in sottofondo e l’artista, in questo caso Tony Boy, che carica la folla prima che saltino tutti durante il ritornello. Non poteva mancare un omaggio all’amico e collega Shiva che pochi mesi fa, è stato condannato a 6 anni e mezzo per la sparatoria dell’11 luglio 2023, davanti al suo studio di registrazione a Settimo Milanese. Su espressa richiesta del padrone di casa Tony, prima e dopo “Perdono”, “Pluh” e “Syrup” (tutte e tre remixate in parte), c’è stata una lunga raffica di “Free Shiva”, per esprimere solidarietà e vicinanza al rapper milanese.
Passano le canzoni, aumentano le sigarette che Tony Boy si è acceso durante il live ed entrano gli ospiti fino ad arrivare a “Paninaro” (con Digital Astro ed Artie 5ive), pezzo che ha scatenato tutti. “Mi chiedono le foto ma non sono nessuno”, ha rappato l’artista in “Stanza”, rimarcando il concetto – sottolineato ed apprezzato dai fan – che, nonostante il successo, Tony si stia dimostrando una persona “Umile”. Tutti gli ospiti saliti sul palco l’hanno denominato come “Goat”, rafforzando questa coesione che si è creata attorno al trapper di Padova. Tony Boy ha cantato benissimo “Oltre” e ci ha fatto assistere ad un bel momento quando, in “Dentro la mia testa”, ha chiesto al pubblico di illuminare il Fabrique con le torce dei cellulari. Detto, fatto. Il rapper non ha interagito troppo coi propri fan durante i (brevi) momenti “vuoti” tra una canzone e l’altra. Tuttavia, non si è di certo risparmiato nel ringraziarli per “Il vostro tempo” dedicato allo show.
Il live è durato un’ora e mezza e, tutto sommato, è stata un’esperienza positiva. Il giovane Tony deve (giustamente) crescere nella performance diretta col proprio pubblico ma, su questo aspetto, avrà tutto il tempo per lavorarci sopra. Lo stile artistico – a tratti poco “fluido” – del trapper può rendere complessa la comprensione di alcune sue barre. L’esibizione è stata un piacevole viaggio di sonorità sperimentali, molto contemporanee. Tony Boy ha mantenuto in diverse tracce le canzoni in sottofondo come accompagnamento alla propria performance. Il cantato, comunque, non è venuto a meno. E questo, oggi, non è un dettaglio scontato.
“Come punto di partenza è ottimo, anche se non ho vissuto molto le sensazioni da concerto. Ho vissuto più un’oretta e mezza dove c’era Tony con tutte le sue canzoni e lui che le interpretava, ma non le cantava. È molto bravo a fare il panico, a gasare la folla, a farla saltare nei momenti in cui c’è da saltare ed a farla emozionare nei momenti in cui c’è da farla emozionare”, ci ha, invece, raccontato un fan appena terminato il concerto. “È stato intenso come un leg day (allenamento delle gambe in palestra, ndr)”, ha detto, ridendo, un altro spettatore. Tony Boy, almeno per quanto riguarda la sfera dei live, non si può considerare ancora come “Goat”. Questo sicuramente lo saprà anche lui e ci sarà tutto il tempo per creare degli eventi unici in futuro. La tipologia dello show è stata comunque azzeccata: sapendo di avere davanti a sé un pubblico molto giovane era giusto avere stile ma, soprattutto, farli divertire. E, a giudicare dal generale entusiasmo all’uscita, l’obiettivo è stato raggiunto.
Tony Boy è un artista molto interessante, da cerchiare con la matita rossa. Non è ancora un “Goat”, ma è importante che per i fan possa esserlo, in modo tale da spingerlo a fare sempre meglio e, magari, diventarlo in futuro, “Il Migliore di Tutti”.
(Foto di Francesco Prandoni)
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