Meteo, Attenzione all’Orso Russo: l’Inverno potrebbe svoltare
L’Europa sta assistendo alla formazione di una delle strutture meteo più imponenti dell’inverno: il cosiddetto ‘Orso‘, un’area di alta pressione che, sebbene possa sembrare un nome evocativo e pittoresco, rappresenta in realtà una delle configurazioni meteorologiche più influenti per il clima invernale del nostro continente. Questo anticiclone, noto tecnicamente come Anticiclone Russo-Siberiano, si sviluppa […] Meteo, Attenzione all’Orso Russo: l’Inverno potrebbe svoltare
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L’Europa sta assistendo alla formazione di una delle strutture meteo più imponenti dell’inverno: il cosiddetto ‘Orso‘, un’area di alta pressione che, sebbene possa sembrare un nome evocativo e pittoresco, rappresenta in realtà una delle configurazioni meteorologiche più influenti per il clima invernale del nostro continente.
Questo anticiclone, noto tecnicamente come Anticiclone Russo-Siberiano, si sviluppa sulle vaste distese della Russia, della Mongolia e della Cina, raggiungendo valori di pressione che possono toccare i 1054 hPa.
Ciò che caratterizza questa formazione è la capacità di generare temperature estremamente rigide, frutto di un processo di raffreddamento intensivo dovuto alla combinazione di diversi fattori atmosferici.
L’aria fredda tende a depositarsi negli strati più bassi dell’atmosfera, un fenomeno noto come raffreddamento pellicolare, che avviene per effetto della sedimentazione del freddo in condizioni di cielo sereno e scarsa ventilazione.
Questo raffreddamento è amplificato dalla presenza di neve su vaste aree della Siberia, che favorisce una maggiore dispersione del calore terrestre verso lo spazio, riducendo la possibilità di riscaldamento dell’aria. Inoltre, l’effetto albedo, legato alla riflessione della luce solare da parte del manto nevoso, impedisce che la radiazione solare scaldi gli strati d’aria più bassi, mantenendo così temperature glaciali.
Attualmente, nelle regioni centrali della Siberia, le temperature hanno già raggiunto valori estremi, toccando i -45°C, mentre nell’estremo oriente russo, in località come Oymyakon, nota per essere tra le più fredde dell’intero emisfero settentrionale, si prevede un ulteriore calo termico con punte che potrebbero arrivare fino ai -50°C.
Nel pieno della stagione invernale, in questi luoghi si registrano spesso valori anche inferiori ai -60°C, rendendoli tra gli ambienti più inospitali del pianeta.
Osservando l’evoluzione di questa struttura barica, si ipotizza che l’alta pressione possa progressivamente estendersi verso ovest, fino a raggiungere la zona degli Urali. Se questa dinamica dovesse concretizzarsi, le masse d’aria gelida potrebbero iniziare a muoversi in direzione dell’Europa, creando le condizioni ideali per l’arrivo di un’ondata di freddo significativa.
Le previsioni a lungo termine suggeriscono che un nucleo particolarmente gelido di questa enorme struttura anticiclonica possa scivolare verso l’Europa orientale e, successivamente, interessare anche l’Italia dopo la metà di febbraio.
Se questo scenario dovesse realizzarsi, si potrebbero verificare condizioni simili a quelle osservate in alcuni dei più celebri inverni del passato, come quelli del 1929, 1956, 1985 e 2012, quando intense ondate di gelo hanno investito il continente europeo, portando temperature eccezionalmente basse e nevicate fino in pianura.
L’interazione tra queste masse d’aria fredda e il Mediterraneo potrebbe inoltre favorire la formazione di cicloni, capaci di alimentarsi costantemente grazie ai flussi gelidi provenienti da nord.
Questo potrebbe tradursi in un aumento dell’instabilità atmosferica, con la possibilità di nevicate a quote molto basse, specialmente sulle regioni centro-settentrionali dell’Italia.
Tuttavia, trattandosi di proiezioni a medio-lungo termine, è necessario mantenere un certo grado di prudenza. L’atmosfera è un sistema estremamente dinamico, e anche minime variazioni nella posizione delle alte e basse pressioni potrebbero modificare in modo significativo l’evoluzione di questo scenario.
Nonostante ciò, la struttura di base sembra essere ben delineata, e l’attenzione resta alta sull’evoluzione di questo possente anticiclone, che potrebbe ancora riservare sorprese meteo prima della conclusione dell’inverno.
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