Le sfide dell’AI, il baluardo del Garante Privacy per non cedere al dominio della macchina

Il Garante Privacy non si tira indietro di fronte alle sfide epocali che pone l’intelligenza artificiale e, nel giorno dell’apertura dell’indagine sulla cinese DeepSeek, snocciola sul tavolo tutte le questioni aperte dalla nuova tecnologia che sta rivoluzionando tutto. L’occasione è il convegno organizzato a Palazzo san Macuto per celebrare la Giornata europea dei dati personali. […] The post Le sfide dell’AI, il baluardo del Garante Privacy per non cedere al dominio della macchina appeared first on Key4biz.

Gen 30, 2025 - 13:28
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Le sfide dell’AI, il baluardo del Garante Privacy per non cedere al dominio della macchina

Il Garante Privacy non si tira indietro di fronte alle sfide epocali che pone l’intelligenza artificiale e, nel giorno dell’apertura dell’indagine sulla cinese DeepSeek, snocciola sul tavolo tutte le questioni aperte dalla nuova tecnologia che sta rivoluzionando tutto. L’occasione è il convegno organizzato a Palazzo san Macuto per celebrare la Giornata europea dei dati personali.

Parterre d’eccezione, con due ministri Calderone (Lavoro) e Schillaci (Sanità) in presenza, Crosetto (in video registrato) e Butti, sottosegretario alla trasformazione Digitale, anch’egli in registrazione da remoto.

La sfida, come detto, è epocale fra vantaggi innegabili dell’AI in alcuni ambiti a partire dalla sanità, passando per la cultura e l’istruzione. Ma i rischi non sono secondari, con l’allarme che arriva dal mondo della Giustizia – contrario all’introduzione dell’AI come sostituto tout court del magistrato e degli avvocati in fase dibattimentale – e il rischio latente di tagliare milioni di posti di lavoro e di instaurare una sorta di delega in bianco alla macchina di intere fette strategiche della nostra esistenza e del funzionamento del sistema. Basteranno l’AI Act e il GDPR a regolare l’AI?   

AI, Stanzione: ‘Non dobbiamo cedere al dominio della macchina’

“L’uso improprio dei dati è un sopruso, proteggere i dati personali vuol dire proteggere la democrazia”, ha detto la vicepresidente del Senato Anna Ascani. Come darle torto, anche se nel giorno di DeepSeek, la risposta cinese low cost a ChatGPT e del faro accesso dal Garante sull’azienda, quello che emerge in tutta la sua evidenza è il costante ritardo delle norme nell’arginare fenomeni tecnologici che come tsunami investono le nostre vite.

Stanzione: ‘AI Act come le colonne d’Ercole per limitare la macchina’

Lo sa bene il Presidente del Garante Privacy Pasquale Stanzione, che pone la domanda fatidica: “Come farà l’uomo a non essere dominio della macchina?”. Una tragica consapevolezza del rapporto da sempre problematico fra uomo e macchina. Un nodo irrisolto, dalle radici antiche. Il rischio di Hybris è dietro l’angolo. “Il mercato dell’AI è cresciuto del 52% nel 2024, il 64% delle aziende ci sta investendo. Il 65% degli studenti la usa per fare i compiti”, dice Stanzione, precisando che gli aspetti più preoccupanti riguardano lo sviluppo autonomo e l’uso bellico. “Le armi autonome potrebbero diventare le nuove bombe autonome (momento Hoppenheimer)” con l’aggravante che il monopolio dell’informazione rappresenta oggi la nuova guerra fredda globale. “Dobbiamo tracciare delle colonne d’Ercole perché la tecnica resti al servizio dell’uomo”, dice il Garante. L’AI Act rappresenta questo tentativo. Anche se non sarà una passeggiata, nel momento in cui Meta rifiuta il fact checking. Ma non si può delegare la legge ai social e per questo è auspicabile anche un altro effetto il cosiddetto “Bruxelles effect”, vale a dire la deterrenza normativa della Ue. Basteranno l’AI Act e il GDPR a regolare l’AI?   

Scorza: ‘La nuova corsa agli armamenti digitali fra Cina e Usa appena partita’

“Siamo in un’epoca liquida, non più panta rei (tutto scorre), ma panta tei (tutto corre)”, dice Guido Scorza, componente del Garante Privacy, sottolineando che lo sviluppo tecnologico galoppa sempre più veloce ed è un cavallo sempre più difficile da tenere. “ChatGPT ha raggiunto 100 milioni di utenti in due mesi, il doppio di Youtube”, dice Scorza. Cosa succederà con DeepSek, l’emulo cinese di ChatGPT?

In un contesto del genere anche la migliore delle normative sull’AI rischia di essere obsoleta prima del nuovo salto tecnologico. “La nuova corsa agli armamenti digitali dell’AI fra Cina e Usa è appena partita”, aggiunge Scorza, secondo cui non vale la pena normare nel dettaglio, servono dei principi di massima che non vengano superati da uno sviluppo tecnologico fulmineo. Senza per questo rinunciare a normare, per non lasciare campo libero alla tecnocrazia.

Frattasi (ACN): ‘Previste delle sand box normative per lo sviluppo dell’AI’

Certo, è innegabile che la regolazione arranca per tenere il passo. L’AI Act, è stato criticato per l’attenzione posta sulle regole a discapito dello sviluppo. Tuttavia, l’Europa ha introdotto misure di sostegno come le sandbox normative, spazi di sperimentazione controllata per favorire l’innovazione. Questi ambienti protetti permettono alle aziende di testare prodotti e servizi riducendo i rischi normativi e saranno gestiti in Italia da ACN e Agid. “L’AI Act è una risposta – ha detto il direttore generale dell’ACN Bruno Frattasila Ue creerà delle sand box normative, degli spazi verticali, anche transfrontalieri, per lo sviluppo e la sperimentazione dell’AI. Il decreto italiano sull’AI le prevede. Ma bisogna coinvolgere tutte le autorità e bisogna farlo anche per altre tecnologie come la blockchain”.  

Nobile (Agid): ‘Non ci sono soltanto usi distorti dell’AI’

 L’Italia è un paese forte, secondo Mario Nobile, direttore generale dell’Agid. “La nostra ricerca di base è la settima al mondo nell’informatica ed esportiamo 600 miliardi di prodotti e merci all’anno”.   

Cosa ci manca allora? “La velocità o meglio l’adattamento”, risponde Nobile. Un esempio? L’AI Act è pronto dal 2021 ma non è ancora in vigore. “Ma non ci sono soltanto usi distorti dell’AI”, dice Nobile ricordando il ruolo centrale della tecnologia per individuare tumori e malattie in genere.  Trump ci ha messo una settimana a cancellare l’executive order di Biden sull’AI. Ora vedremo che succederà.

Cerrina Feroni: ‘Inammissibile disumanizzare la funzione giudiziaria’

“Una tecnologia come l’AI necessita di una frontiera – ha detto Ginevra Cerrina Feroni, componente del Garante Privacy – ma è possibile individuare un limite alla volontà di potenza delle AI?”. Di certo, è necessaria una valutazione d’impatto per gli usi ad alto rischio. Giustizia, Difesa e law enforcement sono dei punti centrali. “L’Uso dell’AI in ambito investigativo impone controlli rispetto all’analisi di somiglianze massive. Lo stesso vale per la polizia predittiva e la categorizzazione biometrica”, aggiunge. Di certo, “il sistema legale con funzione giudiziaria non può essere disumanizzato – aggiunge Cerrina Feroni – il rischio di bias è inaccettabile. Sostituire decisioni umane con quelle della macchina in fase processuale è inammissibile”. In altre parole, la tecnica non può rappresentare un fattore di competitività giudiziaria.

Wanda Ferro: ‘Ruolo importante dell’AI per le forze dell’ordine’

La sottosegretaria al Ministero dell’Interno Wanda Ferro si è soffermata sull’uso dell’AI da parte delle forze dell’ordine. “L’AI consente di analizzare una miriade di dati da fonti molteplici – ha detto Ferro – dal riconoscimento facciale a quello vocale. Si tratta di strumenti utili nella prevenzione di crimini”. Il ruolo dell’AI è centrale anche nella sicurezza informatica delle infrastrutture critiche per fronteggiare attacchi cyber sempre più sofisticati. “Ma attenzione alle allucinazioni dell’AI, che possono indurre a decisioni errate – aggiunge Ferro – anche per questo servono un approccio normativo e regole chiare. Il percorso che si sta facendo con un disegno di legge incardinato al Senato”. Un provvedimento che prevede il concerto di una decina di ministri. Non sarà una passeggiata.

Pucciarelli (Lega): ‘In Commissione ci stiamo occupando dei ragazzi’

“In Commissione ci stiamo occupando dei ragazzi – dice Stefania Pucciarelli, senatrice della Lega Presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, già Sottosegretario di Stato alla Difesa – stiamo facendo una indagine conoscitiva sul tema dell’AI e alla luce dell’arrivo sul mercato di DeepSeek dovremmo certamente fare degli aggiornamenti in Commissione”. Diverse le questioni aperte sull’uso dell’AI. Se da un lato, in ambito cardiaco, l’AI permette di ridurre del 30% il rischio infarto, la domanda aperta è se le cose vanno male, di chi è la colpa? Della macchina o del medico? Oltre all’ambito sanitario c’è anche quello umanitario.  

CONTINUA

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