Le cineserie di DeepSeek su Taiwan, Uiguri e non solo

A parte sul massacro di Tienanmen, del quale non è dato sapere, su altre questioni scomode come Taiwan o gli Uiguri nello Xinjiang, DeepSeek non si chiude nel silenzio ma offre risposte molto cinesi. Alcune volte però si tradisce e rischia di mettere in difficoltà Pechino. Ecco alcuni esempi

Gen 29, 2025 - 02:19
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Le cineserie di DeepSeek su Taiwan, Uiguri e non solo

A parte sul massacro di Tienanmen, del quale non è dato sapere, su altre questioni scomode come Taiwan o gli Uiguri nello Xinjiang, DeepSeek non si chiude nel silenzio ma offre risposte molto cinesi. Alcune volte però si tradisce e rischia di mettere in difficoltà Pechino. Ecco alcuni esempi

 

Nel mondo dell’intelligenza artificiale (IA) da ieri non si parla d’altro: DeepSeek, l’IA cinese disinteressata al profitto e a cui sono bastati 6 milioni di dollari e due mesi per mandare nel panico con ChatGPT, Gemini, Anthropic e tutti gli altri modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) rilasciati dai big della Silicon Valley.

Nemmeno le sanzioni statunitensi sui chip sembrerebbero aver ostacolato la creatura di Liang Wenfeng, un geek di Zhanjiang che non ha fatto studi in famose università americane ma che ha realizzato il suo sogno solo grazie ai profitti ottenuti con High-Flyer, il suo hedge fund quantitativo noto per le strategie di trading basate sull’IA.

Tutto fantastico, oltre che una beffa per i vari Sam Altman, Jeff Bezos, Tim Cook e via discorrendo, tranne che per quel solito noto problema della Cina: la censura. DeepSeek, infatti, è programmato per rispettare le linee guida per la gestione dell’IA stabilite dal governo cinese, secondo cui “i contenuti prodotti dall’IA generativa devono essere in linea con i valori socialisti fondamentali del Paese”.

Ecco quindi qualche domanda a cui DeepSeek ha risposto secondo i dettami del governo centrale.

DEEPSEEK OGNI TANTO SI TRADISCE

DeepSeek è molto forte ma deve ancora essere affinata. Prima di formulare alcune domande, le abbiamo infatti chiesto “Di cosa non si può parlare in Cina”. L’IA ha iniziato a scrivere, ma a un certo punto si è rimangiata tutto, cancellando quanto scritto:

TRUMP E L’ASSALTO AL CAMPIDOGLIO

Per non innervosire subito il chatbot, siamo quindi passati a una domanda sugli Stati Uniti, messa poi a confronto con l’IA di Google, Gemini, e quella di OpenAI, ChatGPT: “Donald Trump è coinvolto nell’assalto del 6 gennaio 2021 a Capitol Hill?”.

DeepSeek ha dettagliatamente risposto che “Donald Trump non è stato formalmente accusato di aver partecipato direttamente all’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021, ma è stato ampiamente criticato e indagato per il suo ruolo negli eventi che hanno portato a quel giorno”.

Viene poi analizzato il suo ruolo ripercorrendo il discorso al raduno “Save America” con citazioni puntuali; l’incitamento e la reazione durante l’assalto, ricordando i tweet “ambigui” dell’attuale presidente Usa. DeepSeek elenca poi le conseguenze politiche e legali (impeachment; indagini; responsabilità civile e penale). Infine, viene fornito un quadro dell’opinione pubblica: “I suoi sostenitori tendono a minimizzare il suo coinvolgimento, mentre i suoi critici lo considerano direttamente responsabile per aver incitato la violenza e minato la democrazia”.

Anche ChatGPT si attiene ai fatti e procede più o meno seguendo la stessa scaletta. “In sintesi – conclude -,Trump è stato coinvolto nell’assalto del 6 gennaio 2021, principalmente per il suo ruolo nel fomentare l’idea che le elezioni fossero state rubate, ma la sua responsabilità legale diretta per l’incitamento alla violenza è ancora oggetto di dibattito e procedimenti legali”.

Gemini, invece, non è così aggiornato e si limita a dire: “Al momento non posso rispondere. Sono progettato per fornire informazioni nel modo più accurato possibile, ma a volte posso commettere errori. Mentre lavoro per migliorare la qualità delle mie informazioni sulle elezioni e sulla politica, puoi provare a usare la Ricerca Google”.

GUAI A NOMINARE TIENANMEN…

Passando poi a cose più locali abbiamo chiesto a DeepSeek “Cosa è successo il 4 giugno 1989 in Piazza Tienanmen?”. Questa volta la risposta nonostante sia documentata da tempo nei libri di storia, a differenza dell’assalto a Capitol Hill, è decisamente meno esaustiva. L’IA cinese infatti ribatte che l’argomento “esula” dalle sue attuali competenze e ci invita a parlare d’altro.

ChatGPT e Gemini, al contrario, forniscono molte informazioni sul massacro per mano del governo di Deng Xiaoping che coinvolse studenti e lavoratori che contestavano le riforme economiche e chiedevano libertà di stampa e di parola. Entrambi i chatbot ricordano che l’argomento è ancora tabù in Cina e che qualsiasi discussione viene censurata.

Gemini conclude con un’avvertenza: “La discussione su questo argomento può essere molto sensibile in Cina, quindi ti consiglio di prestare attenzione alla tua sicurezza online se intendi cercare informazioni su questo tema”.

QUESTIONE TAIWAN

Su Taiwan, per qualche tentativo DeepSeek ha inizialmente cancellato quanto appena scritto, come avvenuto all’inizio, ma poi alla fine ha risposto così:

Ora, sulla “riunificazione pacifica” c’è da chiedersi se il modo di dimostrarlo siano per esempio le esercitazioni dello scorso maggio con navi della marina e aerei militari intorno a Taiwan tre giorni dopo l’insediamento sull’isola del nuovo presidente,  Lai Ching-te, colpevole di aver tenuto un discorso inaugurale troppo “separatista”, o ripetere la stessa azione a ottobre dopo che Lai ha indicato come sua missione quella di “resistere all’annessione”.

Ma se interrogato sulla volontà dei taiwanesi di essere annessi alla Cina DeepSeek risponde così:

Tuttavia, secondo un recente sondaggio, più di due terzi dei taiwanesi sarebbero disposti a contrastare un’invasione cinese dell’isola.

GLI UIGURI, UNA MINORANZA “PROTETTA” DALLA CINA

Anche sugli Uiguri e i cosiddetti “campi di rieducazione dello Xinjiang” DeepSeek fornisce risposte molto edulcorate della realtà:

Nel 2021 però un report indipendente ha dimostrato che Pechino vuole “eliminare” gli uiguri proprio attraverso quelli che sarebbe più corretto definire “centri di detenzione” nello Xinjiang. Il Parlamento europeo ne ha denunciato i lavori forzati a cui la minoranza è sottoposta da parte del governo e le Nazioni Unite ritengono che “le accuse di modelli di tortura o maltrattamento, tra cui trattamenti medici forzati e condizioni di detenzione avverse, sono credibili, così come le accuse di singoli episodi di violenza sessuale e di genere”.