La posta in gioco per l’Europa | L’analisi di Giuseppe Sarcina
“Le diplomazie europee sono al lavoro per preparare il vertice informale dei capi di Stato e di governo, in programma il 3 febbraio, nello Château di Limont, in Belgio.” Lo scrive Giuseppe Sarcina sul Corriere della Sera, ricordando che “in agenda ci sarà quella che i funzionari chiamano in codice «La Risposta» da dare a […] L'articolo La posta in gioco per l’Europa | L’analisi di Giuseppe Sarcina proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.
“Le diplomazie europee sono al lavoro per preparare il vertice informale dei capi di Stato e di governo, in programma il 3 febbraio, nello Château di Limont, in Belgio.”
Lo scrive Giuseppe Sarcina sul Corriere della Sera, ricordando che “in agenda ci sarà quella che i funzionari chiamano in codice «La Risposta» da dare a Donald Trump.
Il presidente americano, come si è visto anche ieri a Davos, ha occupato lo spazio delle relazioni transatlantiche con una serie di totem.
Quello che forse ci inquieta di più è la minaccia di togliere la protezione militare americana a quei Paesi che non aumenteranno le spese per la difesa.
Trump ha anche indicato una soglia che deve valere per tutti i 32 partner della Nato: il 5% del PIL.
Molti governi del Vecchio continente, compreso quello italiano, hanno già dichiarato pubblicamente che è un obiettivo irraggiungibile.
Ma nessuno, almeno finora, ha detto ad alta voce ciò che viene condiviso nelle conversazioni informali tra le diverse capitali europee.
Quel 5% è insostenibile anche per gli Stati Uniti.
È un totem dall’aspetto truce, ma con una base di sabbia.
I principali Paesi europei hanno già sconfessato la convinzione-tabù dominante fino al 24 febbraio 2022, il giorno dell’attacco putiniano all’Ucraina: occorrono gli affari, non le armi per convivere pacificamente con la Russia.
Ora, però, si sta discutendo su come mettere in campo un’azione coerente e, soprattutto, concreta.
L’appuntamento del 3 febbraio sarà un passaggio importante.
Tra i cinque grandi Paesi della UE, solo Italia e Spagna non hanno ancora raggiunto l’obiettivo di spesa militare pari al 2% del PIL.
Germania, Francia e Polonia sono ben al di là.
Ma senza un allentamento del Patto di stabilità europeo, italiani e spagnoli rimarranno a lungo in coda.
Ecco perché va osservato con attenzione il «format Varsavia».
È un’iniziativa promossa dalla Polonia che ha messo insieme Germania, Francia, Regno Unito, Italia e, di recente, Spagna per elaborare una posizione comune.
Il confronto sembra produttivo.
Ma, naturalmente, sarà decisivo l’impatto con Trump.
La previsione più quotata è che gli alleati potrebbero accordarsi su un impegno di spesa intorno al 3-3,5% del PIL.
Per l’Europa sarebbe un ritorno all’epoca della Guerra Fredda.
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