Jabil ritira i licenziamenti ma avvia la cessione della fabbrica di Marcianise a Tme. Usb: “Dagli acquirenti zero garanzie, governo intervenga”
La scelta della multinazionale arriva dopo il sì di Invitalia al progetto di cessione dell’attività, ma ha trovato l’immediata reazione negativa dei sindacati che accusano il Mimit L'articolo Jabil ritira i licenziamenti ma avvia la cessione della fabbrica di Marcianise a Tme. Usb: “Dagli acquirenti zero garanzie, governo intervenga” proviene da Il Fatto Quotidiano.
La multinazionale dell’elettronica Jabil ha deciso di avviare la cessione dell’attività, con lo stabilimento di Marcianise e i suoi 413 dipendenti, alla newco Tme Assembly Engineering, nuova società costituita dalla Tme di Portico di Caserta con il 55% delle quote e da Invitalia (45%). La decisione, comunicata nel corso di un incontro con i sindacati, avrà come conseguenza – una volta che la procedura di vendita sarà formalmente avviata – il ritiro dell’iter di licenziamento collettivo per tutti gli addetti avviato dalla multinazionale Usa il 7 gennaio scorso.
La scelta di Jabil arriva dopo il sì di Invitalia al progetto di cessione dell’attività, ma ha trovato l’immediata reazione negativa dei sindacati, che hanno abbandonato il tavolo accusando il Mimit di essere responsabile. I lavoratori, che durante la riunione erano all’esterno della sede di Confindustria Caserta, una volta appresa la decisione hanno inscenato una protesta in strada.
L’opzione Tme è infatti in piedi da mesi ed è già stata bocciata con un referendum nei mesi scorsi dai lavoratori. E ora gli operai si trovano in una situazione in cui non hanno molti margini di manovra: la vendita dell’attività può avvenire infatti senza il loro consenso. L’unica opzione, se non vogliono passare nella nuova società, sono le dimissioni. “Si rischia una polpetta avvelenata”, avvisa l’Unione sindacale di base.
“Sappiamo benissimo che quello che sta facendo Jabil è ‘cedere’ anche i licenziamenti, perché siamo certi che l’esito industriale di questa vertenza, se messo nelle mani di Tme, diventerà un baratro inesorabile sia per l’occupazione ma anche per la montagna di soldi pubblici di cui Invitalia vuole essere garante”, spiega Sasha Colautti, dell’esecutivo nazionale Usb e responsabile dell’industria nazionale
“Una cessione di azienda per noi deve avvenire solo ed esclusivamente in un quadro garantito dalle istituzioni, dove però deve sparire questo soggetto aziendale che non riteniamo assolutamente in grado di fornire le necessarie garanzie industriali alla continuità produttiva – aggiunge – Il governo intervenga o direttamente assumendo il controllo dello stabilimento o ricercando una soluzione industriale credibile sul piano strategico nazionale e di chiara vocazione industriale”.
In una nota congiunta, le segreterie casertane dei sindacati dei metalmeccanici Fiom, Fim, Uilm e Failms parlano di “decisione unilaterale” da parte dell’azienda e ribadiscono le loro “perplessità riguardo a una scelta industriale non condivisa e la cui responsabilità riteniamo che sia in capo al Mimit in quanto garante dell’operazione”. Fiom, Fim, Uilm e Failms di Caserta hanno quindi “deciso di valutare insieme alle lavoratrici e ai lavoratori le azioni da intraprendere in relazione alla dichiarazione unilaterale di Jabil”, conclude la nota.
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