Immenso Sinner, bis agli Australian Open

Immenso Jannik Sinner, re d’Australia per la seconda volta consecutiva e vincitore a Melbourne del terzo titolo slam di una carriera già straordinaria e che si annuncia epocale. Un campione completo, il migliore sia per talento che per attitudine mentale. È servito tutto per tornare agli Australian Open da detentore e rivincere, attraversando momenti di difficoltà e di esaltazione.La finale contro Alexander Zverev, numero due della classifica ATP è stata dominata da Sinner al di là del punteggio: 6-3 7-6 6-3. Meno di tre ore di gioco per sbarazzarsi di quello che oggi rappresenta il meglio, a parte il campione di sesto, che il panorama del tennis internazionale può presentare.Sinner è pressoché imbattibile sul cemento dove ha conquistato tutti e tre i titoli dello slam della sua carriera (due volte gli Australian Open e una gli US Open) Ed è una macchina perfetta nell’approccio mentale. Non deve sorprendere che Jannik abbia vinto fin qui tutte e tre le finali dello slam giocate mentre Zverev, che pure è un fior di giocatore, abbia perso le sue tre.A Melbourne l’azzurro ha dovuto dare fondo a tutto il repertorio nel corso delle due settimane di partite. Come tutti i big ha iniziato prendendo le misure, senza mai veramente rischiare la sconfitta, poi è cresciuto di condizione in maniera impetuosa e ha gettato il cuore oltre l’ostacolo nel pomeriggio che poteva compromettere tutto. Il secondo trionfo agli Australian Open resterà per sempre legato all’immagine dei tremori e delle vertigini accusate nel mezzo dell'ottavo di finale contro il norvegese Rune. Poteva arrendersi, Jannik, e non lo ha fatto. Ha fatto tesoro dell’esperienze del passato e ha superato i momenti di difficoltà. I match successivi contro De Minaur, Shelton e poi Zverev sono stati molto più semplici di quello contro Rune, quasi l’italiano fosse in missione per conto degli dei del tennis.È difficile immaginare cosa possa fermarlo se non andando con la mente al durissimo confronto che lo attende il 16 e 17 aprile a Losanna al cospetto dei giudici del TAS. La Wada ha deciso di processarlo per una vicenda che, carte e ragione alla mano, avrebbe già dovuto essersi conclusa. Sinner corre il rischio di doversi fermare per almeno un anno e sta giocando (giocherà) con questo tarlo nella mente. Sul piano tennistico la sfida del suo 2025 è replicare il dominio espresso sul cemento - è arrivato a 21 vittorie di fila - anche negli altri due appuntamenti maggiori: Parigi e Wimbledon. Considerato che si tratta di un 2001 ha davanti tutta la vita, ma Melbourne ha confermato che già oggi non ci sono limiti all’immaginazione.

Gen 26, 2025 - 12:58
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Immenso Sinner, bis agli Australian Open


Immenso Jannik Sinner, re d’Australia per la seconda volta consecutiva e vincitore a Melbourne del terzo titolo slam di una carriera già straordinaria e che si annuncia epocale. Un campione completo, il migliore sia per talento che per attitudine mentale. È servito tutto per tornare agli Australian Open da detentore e rivincere, attraversando momenti di difficoltà e di esaltazione.

La finale contro Alexander Zverev, numero due della classifica ATP è stata dominata da Sinner al di là del punteggio: 6-3 7-6 6-3. Meno di tre ore di gioco per sbarazzarsi di quello che oggi rappresenta il meglio, a parte il campione di sesto, che il panorama del tennis internazionale può presentare.

Sinner è pressoché imbattibile sul cemento dove ha conquistato tutti e tre i titoli dello slam della sua carriera (due volte gli Australian Open e una gli US Open) Ed è una macchina perfetta nell’approccio mentale. Non deve sorprendere che Jannik abbia vinto fin qui tutte e tre le finali dello slam giocate mentre Zverev, che pure è un fior di giocatore, abbia perso le sue tre.

A Melbourne l’azzurro ha dovuto dare fondo a tutto il repertorio nel corso delle due settimane di partite. Come tutti i big ha iniziato prendendo le misure, senza mai veramente rischiare la sconfitta, poi è cresciuto di condizione in maniera impetuosa e ha gettato il cuore oltre l’ostacolo nel pomeriggio che poteva compromettere tutto. Il secondo trionfo agli Australian Open resterà per sempre legato all’immagine dei tremori e delle vertigini accusate nel mezzo dell'ottavo di finale contro il norvegese Rune. Poteva arrendersi, Jannik, e non lo ha fatto. Ha fatto tesoro dell’esperienze del passato e ha superato i momenti di difficoltà. I match successivi contro De Minaur, Shelton e poi Zverev sono stati molto più semplici di quello contro Rune, quasi l’italiano fosse in missione per conto degli dei del tennis.

È difficile immaginare cosa possa fermarlo se non andando con la mente al durissimo confronto che lo attende il 16 e 17 aprile a Losanna al cospetto dei giudici del TAS. La Wada ha deciso di processarlo per una vicenda che, carte e ragione alla mano, avrebbe già dovuto essersi conclusa. Sinner corre il rischio di doversi fermare per almeno un anno e sta giocando (giocherà) con questo tarlo nella mente. Sul piano tennistico la sfida del suo 2025 è replicare il dominio espresso sul cemento - è arrivato a 21 vittorie di fila - anche negli altri due appuntamenti maggiori: Parigi e Wimbledon. Considerato che si tratta di un 2001 ha davanti tutta la vita, ma Melbourne ha confermato che già oggi non ci sono limiti all’immaginazione.