Il Garante della Privacy blocca DeepSeek: cosa è successo

DeepSeek, l'intelligenza di artificiale prodotta in Cina, è stata bloccata dall'Autorità Garante per la privacy. Come riporta La Repubblica, il chatbot made in China non è attualmente disponibile nel nostro Paese. Il Garante spiega che il provvedimento è stato adottato “a tutela dei dati degli utenti italiani”: così, dallo scorso mercoledì, l'app di DeepSeek non è più disponibile negli store digitali italiani. Al contrario, la versione web sembra invece ancora funzionare. Indice DeepSeek al bando in Italia: cosa è successo In passato l'Autorità bloccò anche ChatGPT DeepSeek al bando in Italia: cosa è successo Come già capitato in passato, l'Autorità Garante per la privacy ha voluto approfondire l'utilizzo che l'intelligenza artificiale avrebbe fatto dei dati degli utenti italiani. In una specifica sezione della sua homepage DeepSeek scrive che i dati personali degli utenti vengono salvati su server in Cina, che i contenuti delle chiacchierate con il bot possono essere usate per addestrare gli algoritmi e che il servizio non è indirizzato ai minori di 14 anni. Dopo avere inviato la richiesta di chiarimenti alla società cinese, l'Autorità ha giudicato “del tutto insufficiente” la risposta di DeepSeek: la società, spiega il Garante, “si è limitata a dichiarare di non operare in Italia sostenendo quindi che a lei non sarebbe applicabile la legge europea”. Per questo motivo l’Autorità ha anche aperto un’istruttoria. In passato l'Autorità bloccò anche ChatGPT Una vicenda più o meno simile a quella che ha visto protagonista ChatGPT, ormai due anni fa. Anche all'epoca la nostra Autorità fu la prima al mondo a muoversi nei confronti dell'IA per il mancato rispetto di alcune norme in materia di trattamento dei dati personali. La faccenda si risolse con OpenAi – società produttrice del chatbot – che scelse di apportare delle modifiche al proprio software.

Feb 2, 2025 - 14:48
 0
Il Garante della Privacy blocca DeepSeek: cosa è successo

intelligenza artificiale

DeepSeek, l'intelligenza di artificiale prodotta in Cina, è stata bloccata dall'Autorità Garante per la privacy. Come riporta La Repubblica, il chatbot made in China non è attualmente disponibile nel nostro Paese.

Il Garante spiega che il provvedimento è stato adottato “a tutela dei dati degli utenti italiani”: così, dallo scorso mercoledì, l'app di DeepSeek non è più disponibile negli store digitali italiani. Al contrario, la versione web sembra invece ancora funzionare.

Indice

  1. DeepSeek al bando in Italia: cosa è successo
  2. In passato l'Autorità bloccò anche ChatGPT

DeepSeek al bando in Italia: cosa è successo

Come già capitato in passato, l'Autorità Garante per la privacy ha voluto approfondire l'utilizzo che l'intelligenza artificiale avrebbe fatto dei dati degli utenti italiani.

In una specifica sezione della sua homepage DeepSeek scrive che i dati personali degli utenti vengono salvati su server in Cina, che i contenuti delle chiacchierate con il bot possono essere usate per addestrare gli algoritmi e che il servizio non è indirizzato ai minori di 14 anni.

Dopo avere inviato la richiesta di chiarimenti alla società cinese, l'Autorità ha giudicato “del tutto insufficiente” la risposta di DeepSeek: la società, spiega il Garante, “si è limitata a dichiarare di non operare in Italia sostenendo quindi che a lei non sarebbe applicabile la legge europea”. Per questo motivo l’Autorità ha anche aperto un’istruttoria.

In passato l'Autorità bloccò anche ChatGPT

Una vicenda più o meno simile a quella che ha visto protagonista ChatGPT, ormai due anni fa. Anche all'epoca la nostra Autorità fu la prima al mondo a muoversi nei confronti dell'IA per il mancato rispetto di alcune norme in materia di trattamento dei dati personali.

La faccenda si risolse con OpenAi – società produttrice del chatbot – che scelse di apportare delle modifiche al proprio software.