Google, Apple, Intel e non solo: tutte le ritorsioni della Cina per i dazi di Trump
In risposta ai dazi di Trump, la Cina ha aperto delle indagini antitrust su Google e Apple. Anche Intel sarebbe nel mirino.Tutti i dettagli
In risposta ai dazi di Trump, la Cina ha aperto delle indagini antitrust su Google e Apple. Anche Intel sarebbe nel mirino.Tutti i dettagli
Dopo aver aperto un’indagine su Google per presunte violazioni della legge antimonopolistica – pare c’entri il sistema operativo Android -, la Cina è passata a concentrarsi su Apple.
Stando a Bloomberg, l’Amministrazione statale per la regolamentazione del mercato, cioè l’autorità antitrust cinese, avrebbe avviato un’indagine formale sulle tariffe che la società tecnologica americana impone agli sviluppatori di applicazioni, trattenendo una quota fino al 30 per cento sulle spese in-app ed escludendo i servizi di pagamento esterni.
Alla base dell’indagine ci sarebbero le dispute tra Apple e gli sviluppatori cinesi come Tencent (che possiede WeChat) e ByteDance (famosa soprattutto per TikTok) sulle politiche dell’App Store per gli iPhone e gli iPad.
TUTTE LE RITORSIONI DELLA CINA CONTRO I DAZI DI TRUMP
L’indagine antitrust su Apple, sommata a quelle su Google, sulla società di microchip Nvidia (per l’acquisizione dell’azienda israeliana Mellanox) e forse anche sulla multinazionale dei semiconduttori Intel (così riporta il Financial Times), possono essere considerate delle leve che la Cina cercherà di sfruttare nei negoziati con gli Stati Uniti.
Il presidente Donald Trump ha imposto nuovi dazi del 10 per cento sulle merci cinesi, ai quali Pechino ha risposto con delle tariffe del 10-15 per cento principalmente sulle importazioni di energia americana. E non solo: ha applicato ulteriori restrizioni al commercio di metalli rari, come il tungsteno, e ha inserito l’azienda di biotecnologie Illumina e il gruppo di abbigliamento Pvh (possiede il marchio Calvin Klein, tra gli altri) in una “lista nera” di soggetti considerati rischiosi per la sicurezza nazionale.
L’IMPATTO DELL’INDAGINE CINESE SU APPLE
È probabile che l’indagine dell’antitrust cinese avrà un impatto limitato su Apple, visto che le entrate dei servizi digitali in Asia sono inferiori rispetto alle altre regioni e che l’App Store – scrive Quartz – rende circa 5 miliardi di dollari all’anno.
La settimana scorsa la società ha presentato i risultati dell’ultimo trimestre del 2024, che hanno soddisfatto le aspettative del mercato ad eccezione delle vendite degli iPhone: le vendite in Cina, in particolare – il più grande mercato al mondo per gli smartphone -, sono diminuite su base annua a causa del rafforzamento della concorrenza locale, passando da 20,8 miliardi di dollari a 18,5 miliardi.
L’INDAGINE SU INTEL
Non si conosce, al momento, la natura dell’indagine su Intel. Sappiamo però che il mercato cinese è molto importante per la società, essendo più grande anche di quello statunitense: nel 2024 le vendite di Intel in Cina sono ammontate a 15,5 miliardi di dollari, il 29 per cento delle sue entrate globali.