Gaza è una polveriera e la ‘Trump Riviera’ non farà certo concorrenza a Sharm el Sheik

Trump non si smentisce mai. Dopo aver cercato di comprare la Groenlandia, annesso il Canada nella sua personale cartina geopolitica e ribattezzato il Golfo del Messico, ora vuole trasformare Gaza in una Trump Riviera. Deportare due milioni di palestinesi, piazzare qualche Trump Tower sulle macerie e magari inaugurare qualche casinò in spiaggia con vista mare […] L'articolo Gaza è una polveriera e la ‘Trump Riviera’ non farà certo concorrenza a Sharm el Sheik proviene da Il Fatto Quotidiano.

Feb 5, 2025 - 15:06
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Gaza è una polveriera e la ‘Trump Riviera’ non farà certo concorrenza a Sharm el Sheik

Trump non si smentisce mai. Dopo aver cercato di comprare la Groenlandia, annesso il Canada nella sua personale cartina geopolitica e ribattezzato il Golfo del Messico, ora vuole trasformare Gaza in una Trump Riviera. Deportare due milioni di palestinesi, piazzare qualche Trump Tower sulle macerie e magari inaugurare qualche casinò in spiaggia con vista mare in una zona di guerre secolari tra popoli e religioni. Perché no? Se non fosse una follia, sarebbe una battuta di cattivo gusto.

Ma il nostro palazzinaro con deliri da imperatore non è solo un venditore di sogni (o incubi), ha anche l’appoggio del Pentagono e del suo budget da 850 miliardi di dollari (guidato da un giornalista di Fox). Un dettaglio da poco, che gli consente di lanciare sparate sempre più spudorate e di giocare a Risiko con vite umane. Qualcuno dice che abbia un piano? Macché, è solo un ego ipertrofico con la passione per il cemento armato e i bulldozer. E come sempre, c’è chi lo prende sul serio.

Netanyahu, primo leader a omaggiare il nuovo presidente Usa, applaude con entusiasmo, sperando di risolvere il “problema palestinese” con lo stesso metodo con cui Trump risolve i fallimenti delle sue aziende: tirando su un palazzo di lusso sopra le macerie. Peccato che gli arabi vedano la proposta come una Nakba 2.0 e che Egitto e Giordania abbiano già rispedito la genialata al mittente. Gli alleati occidentali degli Usa restano basiti, mentre l’Arabia Saudita ripete come un disco rotto che senza uno Stato palestinese con capitale Gerusalemme Est, con Israele non ci si siede nemmeno a parlare.

E poi c’è il retroscena. Meno di un anno fa, il genero di Trump, Jared Kushner, parlava del “valore” delle proprietà sulla costa di Gaza. Secondo una fonte anonima, l’idea dell’occupazione americana della Striscia è stata partorita proprio da lui, come se fosse un’operazione di compravendita tra grattacieli di Manhattan. Deportiamo, costruiamo, vendiamo. Il piano più spudoratamente coloniale mai partorito, confezionato con un bel fiocco rosso e spedito al mondo come se fosse la solita mossa di un reality show. Invece dei “4 ristoranti” di Alessandro Borghese, i “4 palazzi palestinesi” di Trump.

E mentre il mondo resta a guardare, il presidente americano n. 47 continua a giocare con la geopolitica. “Se l’Iran mi uccide, raderemo al suolo quel Paese”, annuncia tra il tronfio e l’apocalittico. Tom Clancy era nessuno al confronto. Probabile che al secondo mandato presidenziale, pensi di essere ancora davanti alle telecamere di The Apprentice eppure nessuno lo riporta alla realtà. E certo non lo farà Giorgia Meloni, che nel delirio generale si candida come “pontiera” tra la Casa Bianca e Bruxelles. Una figura utile: almeno qualcuno dovrà spiegare agli europei che Trump non sta scherzando.

Se il Wall Street Journal ha scritto che la guerra commerciale dei dazi decisa da Trump “è l’idea più stupida mai sentita”, beh, questa di Gaza come Riviera del Medio Oriente è la più stupida proposta di politica estera del secolo. Chi lo spiega all’uomo dell’Oval Office che la Striscia non è un terreno edificabile. È una polveriera, intrisa di sangue, rabbia e disperazione. Hamas, già rafforzata dall’assedio e dai bombardamenti di Israele, non vedrà altra scelta che radicalizzarsi ancora di più, mentre il risentimento palestinese – 47.000 morti dopo, di cui 2/3 donne e bambini – diventerà fuoco vivo, impossibile da contenere, per generazioni e generazioni.

Il risultato? Non una Trump Riviera mediorientale che farà concorrenza a Sharm el Sheik, ma una guerra infinita. E mentre Trump è convinto di poter comprare il mondo, le rovine di Gaza continueranno a bruciare. Resisteremo, non dico come italiani, ma come europei, alle follie mercantiliste dei miliardari di destra al potere in America? Secondo me, no. Siamo destinati a subire.

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