F1, FIA: il nuovo cambio di passo sollecitato dalle scuderie
La F1 ha bisogno della FIA. Una necessità che possa disciplinare la categoria tramite un soggetto che si dimostri all’altezza della complessità, sotto ogni punto di vista. Questa è l’amara constatazione a cui si giunge, in modo abbastanza frequente, in relazione alle manchevolezze della Federazione Internazionale. Ente che sta evidenziando grossi problemi nel perseguire la […]
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La F1 ha bisogno della FIA. Una necessità che possa disciplinare la categoria tramite un soggetto che si dimostri all’altezza della complessità, sotto ogni punto di vista. Questa è l’amara constatazione a cui si giunge, in modo abbastanza frequente, in relazione alle manchevolezze della Federazione Internazionale. Ente che sta evidenziando grossi problemi nel perseguire la propria missione. L’organo federale, infatti, è deputato non solo alla regolamentazione delle categorie del motorsport ad essa afferenti, ma pure a esercitare la funzione di controllore a 360°.
Dalla compliance delle vetture rispetto al quadro normativo di riferimento, sino all’attenta valutazione di quanto accade nel corso dei fine settimana di gara in pista. L’organo federale è anche responsabile della sicurezza in pista dei piloti e dei fan che accorrono nell’autodromo. Per quanto riguarda le attività amministrative, non può essere certamente dimenticata la funzione di revisore dei report di spesa redatti dalle scuderie di F1, che devono essere coerenti con le prescrizioni in relazione alle norme finanziarie. Ma le cose non vano come dovrebbero.
La F1 è una disciplina sportive dai ricavi faraonici e in continua crescita. All’interno di un mondo elitario, in cui il denaro è forse l’ultimo dei problemi, la gestione della FIA spesso non è all’altezza delle aspettative. Una criticità riconosciuta da Nicholas Tombazis, responsabile della divisione tecnica monoposto della Federazione Internazionale, in tempi tutt’altro che sospetti. L’ingegnere greco, ex Ferrari, ha confermato che l’organo federale intende creare un dipartimento di commissari che possa svolgere le proprie mansioni nei weekend di gara.
Inoltre, deve essere in grado di analizzare ogni singola decisione dopo ogni evento come “lesson learned“; parliamo di informazioni documentate che riflettono le esperienze acquisite. Rappresentano l’impegno di un’organizzazione ad assumere un comportamento sempre più orientato alla soluzione, sfruttando l’opportunità di imparare dalle proprie esperienze. Negative o positive, che siano. Negli ultimi anni, la FIA ha investito risorse per cercare di migliorare il processo decisionale. La sala di assistenza remota di Ginevra ha accesso a tutti i dati delle operazioni per fornire supporto mirato sotto diversi punti di vista.
Il Remote Operations Center (ROC) è in costante contatto con la Race Control in ogni sessione. Si tratta di un pool di figure multidisciplinari. C’è un team di base presente in tutte le sessioni, a partire dai test in pista ad alta velocità sino all’auto medica. Si assicura che tutto sia funzionante, che le comunicazioni vadano bene e che ogni sistema sia ben assettato. Proprio il ROC sarà l’infrastruttura centrale di un nuovo dipartimento di professionisti che avrà più tempo da dedicare all’analisi di tutti gli aspetti, senza nulla togliere all’attuale gruppo di commissari con esperienza ventennale.
F1: McLaren spinge la FIA
Una necessità sottolineata recentemente dal CEO della McLaren, Zak Brown. Secondo il manager americano, la presenza di steward part-time e non pagati in uno sport multimiliardario è un paradosso. La posta in gioco è troppo elevata per continuare a riporre decisioni critiche nell’ammirevole supporto di professionisti su base volontaria. Questo pensa il boss della scuderia di Woking, campione del mondi in carica della F1. “Gli individui presi singolarmente vanno bene, ma il regolamento è troppo restrittivo. Vorrei che facessimo un passo indietro, allentando le regole”
“Vorrei che ci fossero degli steward a tempo pieno che possano prendere una decisione più soggettiva sul fatto che sia giusto o sbagliato” ha chiosato l’amministratore delegato del team campione del mondo“, conclude Zak. La crescente popolarità della F1 a livello globale e, contestualmente, l’incessante progresso tecnologico delle scuderie, vanno a evidenziare, in modo alquanto emblematico, l’affanno con cui la Federazione Internazionale cerca di esercitare la propria funzione. Una situazione che non può essere accettata e di riflesso urgono cambi importanti.
L’organo federale deve al più presto pensare a una riforma interna, attraverso la quale i propri delegati operino sui campi di gara, siano professionalmente riconosciuti e adeguatamente remunerati. L’obiettivo è quello di rendere il lavoro degli steward una professione full-time, a tutti gli effetti, al pari delle figure apicali della FIA. E non, al contrario, una sorta di consulente ingaggiato a livello gratuito su chiamata, mosso dalla passione senza un preparazione adeguata. Fattore che ne limita la responsabilità al solo operato svolto nell’arco di un fine settimana di gara.
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv