F1 | Comprensibile l’entusiasmo, ma la Ferrari non corre da sola

Il debutto di Lewis Hamilton al volante della Ferrari ha generato un entusiasmo fuori dal comune, catalizzando le attenzioni di

Feb 2, 2025 - 13:39
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F1 | Comprensibile l’entusiasmo, ma la Ferrari non corre da sola

Il debutto di Lewis Hamilton al volante della Ferrari ha generato un entusiasmo fuori dal comune, catalizzando le attenzioni di appassionati e addetti ai lavori e alzando automaticamente le aspettative sulla Rossa, già nell’immediato.

Siamo ebbri di rosso e di sogni rossi, un luccichio costante, subissati da immagini da subito definite “iconiche” per la forza espressiva, per il significato, per il valore di una coppia di piloti – Charles Leclerc e appunto Lewis – che non potrebbe non infiammare la platea.

Stiamo insomma assistendo ad un film perfetto in tutti i suoi interpreti, il prologo di una cavalcata, di qualcosa che non può, non deve, andare storto. Si registra un ottimismo contagioso, trasversale, significativo. E i toni sono già quelli trionfalistici, basati però sul nulla più totale.

Così anche un test per prendere confidenza con gli automatismi di Maranello diventa l’occasione per dipingere un Hamilton pienamente a suo agio con l’auto e già calato nella nuova realtà, un’uscita di pista (niente di cui stupirsi o per cui fare articoli a caratteri cubitali) spiegata con la necessità e la voglia di spingere già al limite, di prendere le misure subito, perché è tutta un’epopea in via di definizione.

I rivali del Cavallino sono spariti nel nulla. Il campione del mondo Max Verstappen è caduto in un buco nero mediatico, la Red Bull non è più nemmeno nominata. Non esiste, è una squadretta, impossibile possa tornare ad essere vincente; così ha decretato il mondo dell’informazione, abrogando tacitamente la pericolosità di Milton Keynes.

Ci sarebbe la McLaren, campione del mondo Costruttori in carica, e squadra che ha dimostrato di avere la vettura migliore per gran parte del 2024, e anche a fine stagione nel 2025, chiudendo tra l’altro il mondiale con la vittoria facile facile di Lando Norris ad Abu Dhabi. Qualche elemento, indizio, circostanza, per ritenerla quantomeno una degna e pericolosa avversaria della Rossa in ottica mondiale ci sarebbe eccome. Aggiungendoci anche le parole dei vertici di Woking, i quali non hanno fatto mistero di voler puntare a vincere a mani basse nel 2025. E sono – ricordiamolo dai! – campioni in carica per ciò che concerne il mondiale marche.

Forse è legittimo che spaventino di meno Mercedes, mai ancora veramente in palla con le macchine ad effetto suolo, o Aston Martin, che con Adrian Newey è più un progetto a medio termine (2026) che un instant team in ottica 2025. Ma la miopia con la quale si sta portando avanti una narrazione unilateralmente trionfante ed epica, sulla Ferrari, si scontra terribilmente con le difficoltà e la competizione, difficilissima e livellata, della F1 attuale, soprattutto all’ultimo anno di un ciclo regolamentare che ha visto primeggiare su tutte Red Bull e McLaren per capacità di avere monoposto versatili, equilibrate e superiori alle altre in termini di aerodinamica.

Senza rinunciare al giusto entusiasmo per il sette volte iridato Hamilton, per Leclerc, per il dream team e con fiducia nel lavoro di una Ferrari che ha l’obbligo di lottare per il titolo, è dovere di ogni appassionato e tifoso ricordarsi che i mondiali non si sono mai vinti con titoloni sui test, ma con l’auto migliore, e che la Ferrari dovrà lottare contro due squadre attrezzatissime, pronte e più vincenti di lei negli ultimi anni.

Antonino Rendina