F1 Amarcord | Quelle volte che… il campione del mondo ha guidato la vettura che non ha vinto il titolo costruttori: 1976 [Parte 1]
E siamo arrivati al 1976: nella terza puntata della rubrica dedicata alle stagioni di F1 con discordanza tra la vettura campione del mondo piloti e quella vincitrice del titolo costruttori, parleremo di uno dei mondiali più drammatici della storia. Tutti gli appassionati naturalmente si ricordano o sono venuti a conoscenza... L'articolo F1 Amarcord | Quelle volte che… il campione del mondo ha guidato la vettura che non ha vinto il titolo costruttori: 1976 [Parte 1] proviene da F1ingenerale.
E siamo arrivati al 1976: nella terza puntata della rubrica dedicata alle stagioni di F1 con discordanza tra la vettura campione del mondo piloti e quella vincitrice del titolo costruttori, parleremo di uno dei mondiali più drammatici della storia.
Tutti gli appassionati naturalmente si ricordano o sono venuti a conoscenza dei fatti del Fuji e del Nurburgring. Ma queste due corse rappresentano solo la punta dell’iceberg di quanto successo nel mondiale di F1 1976: una stagione… da film. È infatti in questa annata che si inizia a parlare di politica in F1, con McLaren e Ferrari che si danno battaglia anche fuori dalla pista: squalifiche, ricorsi, esiti dei gran premi che rimangono in sospeso per mesi e che rivoluzionano continuamente la classifica.
Contesto
Una stagione che ha seriamente rischiato di non includere tra i protagonisti proprio James Hunt. Infatti, il team con cui ha corso fino all’anno precedente, la Hesketh, deve fare i conti con pesanti difficoltà finanziarie e la sua iscrizione al mondiale 1976 è in forte dubbio.
Un portone gli si spalanca quando Emerson Fittipaldi decide improvvisamente di lasciare la McLaren per correre per il team da lui stesso fondato, la Copersucar. Teddy Maier, storico direttore sportivo della McLaren, decide così di puntare sul talento di James Hunt.
Il pilota inglese, genio e sregolatezza, dopo aver rischiato di dire addio alla F1, si ritrova tra le mani una vettura da vertice. La McLaren M23 è infatti oggi considerata una delle vetture che hanno fatto la storia della F1.
Si comincia ed è subito dominio Ferrari
Nelle prime tre gare della stagione, che si disputano fuori dal continente europeo, però, Hunt e i suoi colleghi devono prendere atto della superiorità della Ferrari. La 312T, che ha regalato il primo mondiale a Niki Lauda, inizia il 1976 esattamente come aveva concluso il 1975. L’austriaco vince subito in Brasile, mentre Hunt, che aveva ottenuto la pole position, deve ritirarsi a pochi giri dalla fine per un problema all’acceleratore quando si trova alle spalle della Ferrari #1.
A Kyalami, è ancora pole per James, che però al via viene bruciato sia da Lauda che da Brambilla. L’inglese rimane bloccato alle spalle della March del pilota italiano, quando finalmente, all’inizio del sesto giro, il sorpasso gli riesce. Hunt si mette così alla caccia di Lauda, il quale però aveva già guadagnato la bellezza di 10 secondi.
Il distacco rimane stabile finché, a poche tornate dalla conclusione, uno degli pneumatici della Ferrari ha un principio di foratura lenta. Hunt sente così profumo di vittoria e inizia un inesorabile avvicinamento a Lauda. La gomma della Ferrari regge però fino alla fine e l’austriaco taglia ancora il traguardo davanti a tutti con solo 1.3 secondi di vantaggio sulla McLaren.
A Long Beach, è invece la proverbiale irruenza di Hunt a metterlo KO. Nelle battute iniziali, la Ferrari di Regazzoni conduce davanti a Patrick Depailler, con James terzo e incollato ai tubi di scarico della Tyrrell. L’inglese non vuole assolutamente far scappare la Rossa là davanti, come accaduto in Sudafrica, e tenta l’attacco nel corso del quarto giro. La manovra, però, finisce male, con Hunt che arriva lungo e colpisce le barriere.
Il gran premio dell’inglese è così già finito, mentre Regazzoni va a tagliare il traguardo davanti a Lauda per una doppietta Ferrari. Hunt si è dunque dimostrato l’unico in grado di infastidire lo stradominio Ferrari nelle prime corse extraeuropee. Ma i soli 6 punti conquistati, contro i 24 di Lauda, fanno pensare a un mondiale che ha già preso una chiara direzione dopo appena tre gare.
Si torna in Europa e iniziano le polemiche
La quarta gara programmata per il 1976 è il GP di Spagna. Per questo appuntamento sono previste diverse importanti modifiche al regolamento tecnico, di cui le principali sono soprattutto due. La prima impone l’altezza massima dell’airscope a 85 centimetri. Questo porta all’eliminazione delle enormi prese d’aria che avevano caratterizzato le monoposto degli ultimi anni.
La seconda fissa la larghezza massima della monoposto a 215 centimetri. E sarà proprio questo il tema scottante al termine della gara di Jarama. La Ferrari fa così debuttare una delle vetture che, dal punto di vista estetico, hanno lasciato maggiormente il segno: la 312T2.
Però, Niki Lauda non è al 100% della forma fisica: l’austriaco si è infatti fratturato delle costole a causa di un incidente con il trattore. Neanche questo inconveniente sembra però fermare il campione del mondo in carica, che conquista la prima fila e brucia nuovamente il poleman Hunt al via. Lauda è però notevolmente debilitato dall’infortunio e prima di metà gara deve cedere il comando al pilota della McLaren. James mantiene la leadership fino alla bandiera a scacchi e si invola a vincere la prima gara della stagione.
Non è però finita qua. Infatti, alle verifiche tecniche post-gara, la M23 #11 supera la larghezza massima consentita di 1,8 centimetri e viene squalificata. La vittoria passa così a Niki Lauda, ma la McLaren presenta ricorso e l’esito del GP di Spagna rimane in sospeso per alcuni mesi.
Con il problema fisico alle spalle, Lauda fa valere la sua legge e sembra imprendibile nella fase centrale del campionato. La 312T2 non è solo stupenda nelle sue forme, ma anche velocissima. L’austriaco domina in Belgio e a Monte Carlo, mentre in Svezia è terzo alle spalle delle due Tyrrell P34 a sei ruote di Jody Scheckter e Patrick Depailler.
Per James Hunt arrivano due ritiri per guasti tecnici e un misero quinto posto ad Anderstorp. Dopo appena 7 gare delle 16 previste dal calendario, il mondiale sembra davvero già concluso.
Hunt non molla, ma a Brands Hatch si apre un altro caso
A inizio luglio, vanno in scena le due settimane che possono riaprire la stagione. Nel GP di Francia a Le Castellet, la Ferrari #1 subisce il primo guasto tecnico della stagione e Hunt va così a conquistare, stavolta per davvero, la prima vittoria stagionale.
Vittorie che diventano due soli pochi giorni dopo: infatti, il tribunale della FIA si espone sul ricorso McLaren in seguito ai fatti di Jarama e riassegna i 9 punti della vittoria del GP di Spagna a James Hunt. La motivazione è che quegli 1,8 centimetri rappresentano uno scarto davvero ridotto e la prestazioni della McLaren di Hunt non ne avrebbero beneficiato in alcun modo.
Ma non si fa un tempo a chiudere un caso, che se ne apre subito un altro. A Brands Hatch, l’inglese della McLaren taglia ancora il traguardo davanti a Lauda per quella che sarebbe la terza vittoria nell’arco di due settimane.
Sarebbe appunto, perché il pilota inglese si è reso protagonista di un episodio controverso al via. Infatti, alla prima staccata, Clay Regazzoni tenta un attacco piuttosto avventato sul compagno di squadra Lauda. Lo svizzero, però, va in testacoda e alcuni dei piloti che sopraggiungono alle sue spalle, tra cui Hunt, non riescono ad evitarlo.
Si crea così un groviglio pericoloso che porta la direzione gara a esporre la bandiera rossa e dare una nuova partenza. Ora, il regolamento prevede che possano ripartire soltanto i piloti che siano riusciti a rientrare ai box dopo aver concluso il primo giro. Hunt era sì riuscito a tornare ai box, ma percorrendo le strade interne della pista, uscendo di fatto di essa e non completando il giro.
L’inglese non sarebbe quindi potuto ripartire e, al termine della gara, la Ferrari decide di esporre un reclamo. I commissari, però, non vogliono sentirci e il Cavallino decide di presentare ricorso al tribunale della FIA. Anche in questo caso, dunque, si andrà per le lunghe per conoscere l’esito della gara.
Dunque, superato il giro di boa della stagione, Lauda sembra avere il secondo titolo consecutivo in tasca con 58 punti. Però, James Hunt è salito a quota 35 con le ultime ottime prestazioni e prova in qualche modo a tenere aperti i giochi. Per scoprire come andrà a finire l’incredibile mondiale di F1 1976 non resta che attendere la prossima puntata.
Leggi anche: F1 Amarcord | Quelle volte che… il campione del mondo ha guidato la vettura che non ha vinto il titolo costruttori: 1973
[Credit immagine di copertina: ArtPhotoLimited]
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