Dpam: ecco perchè nell’azionario continuiamo a puntare sugli Usa
Il discorso inaugurale di Trump ha delineato le priorità per il suo secondo mandato, sottolineando una rapida inversione di tendenza di molte politiche dell’amministrazione Biden e azioni aggressive sul confine, sull’energia e su altri fronti. Il tema principale è stato il mantenimento dell’eccezionalità degli Stati Uniti. Gli ordini esecutivi sul commercio, l’energia, l’immigrazione, l’assistenza sanitaria,... Leggi tutto
Il discorso inaugurale di Trump ha delineato le priorità per il suo secondo mandato, sottolineando una rapida inversione di tendenza di molte politiche dell’amministrazione Biden e azioni aggressive sul confine, sull’energia e su altri fronti. Il tema principale è stato il mantenimento dell’eccezionalità degli Stati Uniti.
Gli ordini esecutivi sul commercio, l’energia, l’immigrazione, l’assistenza sanitaria, il congelamento delle normative e la creazione del Department of Government Efficiency (DOGE) hanno rafforzato i temi chiave del suo discorso.
A breve termine, l’attenzione del mercato si concentrerà probabilmente sugli sforzi per incrementare la produzione energetica statunitense, sugli effetti delle restrizioni all’immigrazione e sull’implementazione dei dazi.
Il memorandum commerciale del Presidente ha chiesto una revisione delle relazioni su questo fronte e ha proposto un approccio assertivo al commercio, con nuove tariffe che potrebbero iniziare già il 1° febbraio.
Si prevede che l’economia statunitense sperimenterà un altro anno di recessione minima o nulla. La politica fiscale espansiva compenserà nuovamente gli effetti di una politica monetaria ancora leggermente restrittiva. Il crescente deficit spingerà l’inflazione, mantenendo alti i tassi di interesse e forte il dollaro. Attualmente le condizioni finanziarie sono favorevoli alla crescita.
Come osservato puntualmente da BCA Research nel suo “Daily Insight”, l’amministrazione Trump sarà proattiva piuttosto che reattiva, unilaterale piuttosto che multilaterale, e interventista piuttosto che accomodante sul commercio globale e sull’immigrazione.
Un rischio potenziale? La Fed potrebbe essere costretta ad alzare i tassi se Trump promulgasse tariffe significativamente più alte e deportazioni di massa, che potrebbero accelerare bruscamente l’inflazione. Tuttavia, il presidente è in qualche modo limitato, poiché un’inflazione elevata e un aumento dei rendimenti obbligazionari non sarebbero graditi ai mercati. Inoltre, Trump ha ancora bisogno che il Congresso approvi parti fondamentali del suo programma (come le estensioni fiscali e le modifiche alle leggi esistenti), il che significa che l’impatto economico richiederà tempo per materializzarsi.
Le principali conclusioni dell’outlook 2025 rimangono valide, ovvero gli Stati Uniti rimangono la nostra scelta preferita, seguiti dall’Europa.
A cura di Johan Van Geeteruyen, CIO Fundamental Equity di DPAM