Crescono gli investimenti delle utility italiane

Il 2024 ha visto crescere gli investimenti degli operatori energetici italiani. I principali attori nazionali hanno stanziato complessivamente 20,5 miliardi di euro nell’anno appena trascorso, superando i 17,1 miliardi del 2023. Quali sono stati i principali interventi finanziati? Se ne è discusso nel corso di un evento organizzato il 29 gennaio da Agici, società di […] The post Crescono gli investimenti delle utility italiane first appeared on QualEnergia.it.

Feb 2, 2025 - 14:17
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Crescono gli investimenti delle utility italiane

Il 2024 ha visto crescere gli investimenti degli operatori energetici italiani. I principali attori nazionali hanno stanziato complessivamente 20,5 miliardi di euro nell’anno appena trascorso, superando i 17,1 miliardi del 2023.

Quali sono stati i principali interventi finanziati? Se ne è discusso nel corso di un evento organizzato il 29 gennaio da Agici, società di ricerca e consulenza specializzata nel settore delle utilities e delle rinnovabili, nel corso del quale è stato presentato il rapporto “Le dinamiche strategiche del settore utility tra competizione e concentrazione” dell’Osservatorio Utilities Agici-Accenture, in collaborazione con Intesa Sanpaolo (executive summary in basso).

Il report analizza le strategie di investimenti di 16 operatori attivi nella filiera Gas&Power in Italia, suddivisi in tre categorie:

  • multiutilities (A2A, Acea, AGSM-AIM, Hera, Iren);
  • gruppi energetici (Alerion Clean Power, Alperia, CVA, Dolomiti Energia, Edison, Enel, ERG);
  • operatori di rete indipendenti (Ascopiave, Italgas, Snam, Terna).

La crescita degli investimenti è stata più evidente per le multiutility (+47% rispetto al 2023) e per gli operatori di rete (+21%), mentre i gruppi energetici sono rimasti più o meno stabili (+4,2%).

Le prime hanno speso circa 6,3 miliardi di euro, concentrandosi maggiormente su potenziamento e rinnovo delle reti energetiche, installazione di contatori di seconda generazione, sviluppo delle reti di teleriscaldamento, realizzazione di nuovi impianti per il trattamento di carta, plastica e RAEE, sviluppo delle rinnovabili e degli impianti termoelettrici a ciclo combinato.

Coinvolto anche il settore idrico, per il quale gli investimenti hanno sostenuto la manutenzione ordinaria e straordinaria delle reti, il rifacimento e l’ampliamento delle reti fognarie e degli impianti di depurazione.

In futuro dovrebbe però osservarsi una contrazione, come mostra il grafico in basso.

Per il periodo 2025-2030, le multiutility prevedono investimenti complessivi pari a 26,5 miliardi di euro. Nel dettaglio, per il triennio 2025-2027 sono stati programmati investimenti pari a 16,3 miliardi, mentre altri 10,2 miliardi arriveranno nel periodo 2028-2030.

Le risorse maggiori saranno destinate alle aree “energia” (33%), “infrastrutture di rete e idrico” (42%) e “ambiente” (19%), mentre una quota più contenuta sarà indirizzata ai servizi energetici e alla mobilità.

Le mosse dei gruppi energetici e degli operatori di rete

Gli investimenti complessivi stimati per i gruppi energetici nel 2024 ammontano a circa 7,3 miliardi.

ERG ed Enel hanno fatto segnare una contrazione sul 2023 rispettivamente del 23% e dell’8%, mentre altre imprese come CVA, Dolomiti Energia e Edison hanno investito molto di più su base annuale, rispettivamente il 240%, 249% e 44%.

Qui un dettaglio degli investimenti per le principali aree di business:

  • eolico – Alerion ha siglato un accordo per avviare una joint venture destinata a sviluppare un portafoglio di impianti eolici con una potenza complessiva di 120 MW. Edison ha focalizzato i propri sforzi sull’eolico offshore flottante, mentre Enel ha dato avvio a progetti di eolico onshore. ERG ha investito in un nuovo impianto eolico da 47 MW in Sicilia e ha realizzato interventi di repowering su impianti già esistenti, aumentando così la potenza totale a 177 MW;
  • fotovoltaico – Alerion ha avviato la costruzione di un impianto FV da 13,5 MW in Sardegna, Alperia ha sottoscritto contratti EPC per la realizzazione di due impianti con una potenza complessiva di circa 2,8 MW. CVA ha investito in nuovi impianti per una potenza totale di 99 MW. Dolomiti Energia ha siglato un accordo per la realizzazione di impianti al Nord Italia per 58 MW totali. Edison ha inaugurato un impianto da 41 MW in Sicilia e sette impianti in Piemonte per un totale di 45 MW. Enel ha completato la realizzazione del parco solare di Trino, il più grande in Italia, con una potenza di 87 MW. ERG si è concentrata sul repowering dei suoi impianti esistenti;
  • reti – le risorse sono state principalmente impiegate per l’espansione del teleriscaldamento, per attività di manutenzione e potenziamento delle reti di distribuzione e per il rafforzamento delle infrastrutture esistenti. Sono inoltre proseguite le iniziative di digitalizzazione, che comprendono l’installazione di contatori e sensori intelligenti;
  • altro – Edison ha completato la costruzione di una nuova centrale termoelettrica con una potenza di 770 MW, mentre Enel ha proseguito con la riconversione dei propri impianti per allinearli agli obiettivi di transizione energetica. Inoltre, sono stati avviati studi per lo sviluppo del nucleare e sono stati installati nuovi punti di ricarica per supportare la mobilità elettrica.

Gli operatori di rete invece nel 2024 hanno investito circa 6,6 miliardi. Italgas ha puntato sulla posa e manutenzione delle condotte di distribuzione del gas, sull’installazione dei dispositivi di monitoraggio e controllo e sullo sviluppo della digitalizzazione nei processi aziendali.

Per Snam le principali voci di spesa hanno riguardato gli interventi di realizzazione del terminale di rigassificazione di Ravenna, gli allacciamenti alla rete, lo sviluppo di progetti di cattura e stoccaggio CO2 e le attività di trasporto e stoccaggio di gas naturale.

Terna è intervenuta in particolare sull’aumento della sicurezza e dell’efficienza della rete elettrica in alta e altissima tensione, sull’installazione di compensatori e sensori e sul rinnovo di macchinari e delle linee aeree.

Il quadro economico

Una sezione del rapporto, realizzata da Intesa Sanpaolo attraverso la Divisione IMI Corporate & Investment Banking, fornisce anche un quadro dell’andamento economico-finanziario del settore energetico nazionale.

A causa della diminuzione dei prezzi dell’energia, nel 2024 i ricavi aggregati delle utilities sono diminuiti a 74,5 miliardi (-4,4% rispetto ai 77,9 miliardi di euro del 2023). Il calo maggiore ha riguardato i gruppi energetici (-13,3%), seguiti dalle multiutiliy (-0,1%), mentre gli operatori di rete hanno fatto registrare una lieve crescita (+0,3%).

Nell’ultimo anno è però cresciuto l’utile netto, con un risultato aggregato pari a 6 miliardi di euro, superiore del 16,3% rispetto al 2023. Cresce anche l’indebitamento finanziario complessivo per l’esercizio 2024, che segna un +8,4%, da 52,4 miliardi del 2023 a 56,9 miliardi nel 2024.

Le utility in Europa

Il report contiene anche un’analisi su un campione di 18 imprese energetiche europee tra le più rappresentative (ci sono le francesi EDF e Engie, la spagnola Iberdrola, la tedesca RWE e la norvegese Ørsted).

Nello specifico, gli operatori sono suddivisi in due gruppi, “integrati” e “rinnovabili”, questi ultimi incentrati primariamente sullo sviluppo della capacità Fer.

Per quanto riguarda i primi, nel 2024 gli investimenti sono cresciuti del 10% circa rispetto al 2023, passando da 89,5 miliardi a circa 98 miliardi. La maggior parte degli interventi ha riguardato lo sviluppo di impianti a fonti rinnovabili a favore di una progressiva dismissione e abbandono delle fonti fossili. I secondi hanno visto crescere i propri investimenti per il 2024 a 8,9 miliardi (+25% rispetto al 2023).

In generale – rileva l’analisi – i gruppi rinnovabili stanno vivendo un periodo di espansione geografica, con l’ingresso in alcuni nuovi mercati. ERG, per esempio, è entrato nel mercato degli Stati Uniti, mentre la spagnola Solaria ha dichiarato di voler espandersi in altre aree geografiche oltre quelle in cui è già presente.

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