Cos’è e cosa fa DeepSeek, l’intelligenza artificiale cinese che supera (forse) ChatGpt

L'intelligenza artificiale di DeepSeek, una startup cinese pressoché sconosciuta, scala la classifica dell'App Store e garantisce un'efficienza maggiore di ChatGpt. Ma è davvero così? Ecco cosa sappiamo e perché potrebbe rappresentare una minaccia per Nvidia.

Gen 27, 2025 - 18:14
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Cos’è e cosa fa DeepSeek, l’intelligenza artificiale cinese che supera (forse) ChatGpt

L’intelligenza artificiale di DeepSeek, una startup cinese pressoché sconosciuta, scala la classifica dell’App Store e garantisce un’efficienza maggiore di ChatGpt. Ma è davvero così? Ecco cosa sappiamo e perché potrebbe rappresentare una minaccia per Nvidia

DeepSeek, l’assistente virtuale basato sull’intelligenza artificiale sviluppato dall’omonima – e pressoché sconosciuta – startup cinese, è diventata l’applicazione gratuita più popolare sull’App Store di Apple negli Stati Uniti dopo appena una decina di giorni dal lancio.

COSA SAPPIAMO DI DEEPSEEK

Di DeepSeek, come detto, non si sa molto, se non che la startup è di piccole dimensioni, ha sede nella Cina orientale (più precisamente ad Hangzhou) ed è stata fondata da Liang Wenfeng nel 2023, quando Baidu – l’azienda proprietaria del principale motore di ricerca nel paese – ha rilasciato il primo modello linguistico di grandi dimensioni in cinese.

L’assistente virtuale di DeepSeek è basato sul modello DeepSeek-V3, che avrebbe capacità paragonabili a quelli di OpenAi, di Meta e delle altre società tecnologiche statunitensi; anzi, stando ai suoi sviluppatori sarebbe anche più economico da “addestrare” e far progredire.

LA QUESTIONE DEI MICROCHIP DI NVIDIA

Come spiega Bloomberg, l’elemento preoccupante per le Big Tech americane sta nel fatto che DeepSeek avrebbe raggiunto questi risultati senza aver speso cifre enormi per i microchip avanzati, che sono necessari per alimentare i modelli di intelligenza artificiale. Stando a DeepSeek, infatti – ma si tratta di un’affermazione difficile da verificare, dunque va accolta con cautela -, l’addestramento del modello DeepSeek-V3 sarebbe stato effettuato con i processori H800 di Nvidia, per una spesa inferiore a 6 milioni di dollari. Come spiegato spesso da Startmag, l’H800 è una versione modificata e “depotenziata” dell’H100, uno dei prodotti di punta di Nvidia, che è stata pensata appositamente per il mercato cinese, visto che il governo degli Stati Uniti ha vietato le esportazioni di processori avanzati nel paese.

In sostanza, se DeepSeek dice il vero, allora le Big Tech dovrebbero mettere in discussione le loro spese per i microchip ad alte prestazioni, il governo americano dovrebbe interrogarsi sull’efficacia dei controlli alle esportazioni e più in generale il primato statunitense sull’intelligenza artificiale potrebbe essere meno solido di quanto si pensava.

Oggi le azioni di Nvidia hanno perso il 9 per cento nel premarket.

COSA NON SAPPIAMO

Il successo di DeepSeek ha alimentato quella (presunta) contrapposizione tra l’America e la Cina che vede la prima più brava a innovare e la seconda più brava a migliorare qualcosa che esiste già. DeepSeek garantisce una maggiore efficienza rispetto a ChatGpt di OpenAi, per esempio, per quanto riguarda i costi di sviluppo e i consumi energetici; le affermazioni della startup, tuttavia, non sono verificabili. Rimane inoltre da capire se DeepSeek potrà garantire la sua convenienza nel lungo periodo, a parità di prestazioni con i modelli statunitensi.

DeepSeek, inoltre, come tutte le applicazioni cinesi e a differenza di quelle occidentali, risente della censura esercitata dal governo sui temi considerati sensibili, come il massacro di piazza Tienanmen, lo status di Taiwan o l’autoritarismo del Partito comunista.

IL RISCHIO PER NVIDIA (E NON SOLO)

Al di là di questo, il successo di pubblico di DeepSeek potrebbe rappresentare un problema per Nvidia, il cui successo negli ultimi anni – la sua capitalizzazione è cresciuta oltre i 3000 miliardi di dollari – si è basato proprio sullo sviluppo di microchip per l’intelligenza artificiale dalle capacità di calcolo sempre maggiori. Se però al modello cinese sono bastati processori poco performanti per raggiungere quei risultati, il mercato potrebbe iniziare a pensare che non c’è bisogno di spendere così tanto per dei processori all’avanguardia.

La presunta efficienza di DeepSeek potrebbe inoltre porre un freno ai piani per la riattivazione o la costruzione di impianti energetici destinati all’alimentazione dei centri dati.