Competenze e formazione per vincere la sfida dell’AI
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE rappresenta una rivoluzione epocale anche nel mondo del lavoro e impone ancora più pervicacemente di puntare su competenze...
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE rappresenta una rivoluzione epocale anche nel mondo del lavoro e impone ancora più pervicacemente di puntare su competenze continuamente aggiornate in relazione alle reali e mutevoli esigenze delle imprese e del mondo del lavoro. Partendo da questo assunto Assolavoro, l’Associazione Nazionale delle Agenzie per il Lavoro ha avviato un piano AI lavoro e formazione. Le prime azioni messe in campo riguardano l’Osservatorio Assolavoro Datalab, che da anni si è accreditato come fonte autorevole e qualificata per le elaborazioni anche relative alle figure professionali più richieste in determinati periodi dell’anno o per determinati settori. Proprio nell’ottica di affrontare al meglio la sfida dell’AI l’Osservatorio ha dato corso all’elaborazione di un focus dedicato all’Intelligenza Artificiale, che individua peraltro le specializzazioni più richieste, e ha avviato un filone nuovo di rilevazioni che riguarda le competenze.
"Oggi dire che servono, per esempio, ingegneri elettrici non basta più. Va verificato che tipo di competenze specifiche sono richieste, quali programmi occorre saper utilizzare, quale sistema di robotica è utile che si conosca e così via – osserva Agostino Di Maio (nella foto), direttore generale di Assolavoro – a margine dell’evento “Formazione e Lavoro: Microcredenziali, Competenze e Occupazione“, una giornata di riflessione e dibattito promossa da Assolavoro Formazione in collaborazione con la Fondazione ICSC, Centro Nazionale di Ricerca in High Performance Computing, Big Data and Quantum Computing proprio su questi temi. I lavori si sono svolti in un luogo simbolo, ovvero il Tecnopolo di Bologna, casa del supercalcolatore Leonardo, capace di eseguire 250 milioni di miliardi di calcoli in un secondo. A introdurli è intervenuto il direttore generale del Censis, Massimiliano Valerii, che ha sottolineato come la rivoluzione digitale ha reso non lineari e frammentati anche i percorsi formativi e in questo scenario le microcredenziali, ovvero la certificazione per percorsi formativi brevi, anche in ambienti informali, rappresentano la nuova freccia all’arco per conferire nuovo valore al lavoro e alle persone e favorire maggiore competitività al sistema Paese. Dai contributi di Mattia Dolci, vicepresidente esecutivo PTS Public Innovation & Strategy, Gabriele Grondoni, dirigente settore Formazione per l’inserimento lavorativo Regione Toscana, Monica Verzola, vicepresidente Lifelong Learning Platform-Enaip e dei direttori Lavoro delle Regioni Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Veneto e della Provincia autonoma di Trento è emersa la volontà di lavorare assieme, sul piano Istituzionale e in collaborazione con Assolavoro Formazione, con l’obiettivo di uniformare i sistemi di validazione delle competenze su scala nazionale ed europea.
Il settore delle Agenzie per il Lavoro, infatti, è all’avanguardia sul piano della formazione strettamente collegata al lavoro. Ogni anno la platea delle persone formate supera quota 300mila e la stretta e continua vicinanza alle aziende di tutti i settori permette di cogliere in anticipo le nuove tendenze. Tant’è che già da anni i percorsi formativi – tutti gratuiti – realizzati dalle Agenzie con Forma.Temp (l’ente bilaterale di settore) prevedono il rilascio di digital badge alla conclusione, ovvero di una certificazione digitale della formazione.