Come ricaricare l’auto elettrica a casa? Tutto il necessario
Costi, potenze necessarie, aumento della potenza sul contatore e modalità consigliate per ricaricare l'auto elettrica a casa in tutta sicurezza L'articolo Come ricaricare l’auto elettrica a casa? Tutto il necessario proviene da newsauto.it.
Chi ha acquistato un’auto elettrica o ha in mente di prenderne una, sta sicuramente pensando a come ricaricarla presso la propria abitazione. Passare a un’auto elettrica significa anche cambiare abitudini, soprattutto quando si tratta di rifornimento. Se per anni siamo stati abituati a fermarci al distributore per fare il pieno, oggi la ricarica domestica offre una nuova prospettiva: un’auto sempre pronta ogni mattina, senza dover passare per una colonnina pubblica. Questa comodità porta con sé sentimenti di soddisfazione e indipendenza, ma anche qualche dubbio. C’è chi apprezza il risparmio di tempo e la gestione autonoma dell’energia, e chi teme di avere costi imprevisti in bolletta o di non essere pronto dal punto di vista tecnico.
Ricaricare l’auto a casa è un passo verso la mobilità del futuro ed è molto agevole se si dispone di un box o una presa di corrente accessibile con l’auto. Scopriamo come ricaricare l’auto elettrica a casa, i vantaggi in termini di praticità, costi e quali sono gli eventuali rischi.
Ecco i principali 2 motivi per cui è consigliato caricare l’auto elettrica a casa:
1. Comodità e risparmio di tempo
Ricaricare a casa significa dire addio alle soste obbligate alle colonnine pubbliche. Basta collegare l’auto la sera per trovarla carica al mattino, come si fa con uno smartphone. Questo elimina la necessità di cercare stazioni di ricarica disponibili e riduce il tempo perso in attesa.
2. Risparmio economico
La ricarica domestica è generalmente più conveniente rispetto a quella effettuata nelle colonnine pubbliche, soprattutto se si dispone di una tariffa energetica agevolata o si sfruttano fasce orarie notturne, quando l’elettricità costa meno. Inoltre, chi ha un impianto fotovoltaico può ridurre ulteriormente i costi utilizzando energia autoprodotta. Ricaricare a casa significa utilizzare tariffe più economiche della corrente che restano quelle domestiche rispetto alla ricarica presso le colonnine pubbliche.
Come ricaricare l’auto elettrica a casa
A casa si può gestire la ricarica secondo le proprie esigenze, senza dover dipendere dalla disponibilità delle infrastrutture pubbliche. Quale soluzione adottare? Scopriamolo.
Due solo le soluzioni: bisogna dotarsi di una wallbox o di una presa di corrente dimensionata, in grado di resistere anche agli alti carichi per diverse ore, ovviamente fino alla potenza massima del contatore (o misuratore della corrente). Prima di equipaggiarsi di tutto, bisognerà capire di quale potenza dispone il nostro contatore e se è necessario richiederne l’aumento di potenza. Se si dispone di un box e la presa è collegata all’impianto condominiale dobbiamo cercare di portare una linea dedicata dal nostro contatore, perché altrimenti i consumi ricadranno sul condominio che solitamente fornisce bassissima potenza ai box.
Soluzione 1, caricatore portatile (occasionale)
Se si percorrono pochi chilometri al giorno si può ricaricare l’auto a casa anche usando un semplice caricatore portatile utilizzando il nostro contatore da 3 kW e collegarlo ad una presa di corrente, sicuramente una presa schuko, ma sarebbe meglio una presa industriale monofase meglio se interbloccata di tipo 32A, quelle di colore blu per intendersi. Ovviamente accertarsi con un elettricista che il cavo di collegamento che arriva al quadro sia correttamente dimensionato.
Attenzione se si è in condominio, perché su quelli dotati di un CPI (Certificato Protezione Incendi) questa soluzione è vietata: è consentita solo una wallbox correttamente installata, con le relative protezioni e certificazioni.
La soluzione della ricarica con il caricatore portatile è indicata solo quando la percorrenza chilometrica non va oltre gli 80/90 km al giorno per la quale sono necessari circa 15/20 kWh facilmente accumulabili in 8/10 ore. Se la percorrenza giornaliera è di 150/180 km sono necessari fino a 25/30 kWh e basteranno 10 ore con un caricatore monofase da 13A (3,6 kW). In questo caso è consigliata una potenza del contatore di almeno 4,5 kW o meglio 6 kW se si vuole stare tranquilli, con la possibilità di caricare anche durante il giorno mentre è in uso contemporaneamente qualche utenza domestica (asciugacapelli o forno a microonde).
Nella soluzione casalinga, la potenza solitamente sufficiente per elettrodomestici e altri apparecchi deve essere condivisa anche con l’automobile giocando sulle fasce orarie, altrimenti si rischia di superare i limiti massimi di erogazione di energia del contatore; proprio per questi motivi è consigliato aumentare la potenza massima erogata dal proprio contatore indipendentemente da quale sia il fornitore con cui si è sottoscritto il contratto.
Ricaricare l’auto elettrica a casa più rapida, aumento di potenza del contatore
Chi percorre oltre 150 km al giorno e possiede un’auto elettrica con una batteria superiore a 20 kWh ha la necessità di una maggiore potenza del contatore. Ideale sarebbe da 6 kW, potendo così riservare 1,5 kW per la normale gestione dei dispositivi casalinghi ed fino a 4,5 kW per caricare la vettura. Così in circa 10 ore potrebbe ricevere energia sufficiente per affrontare un viaggio da 250 km in tutta tranquillità.
Con 6 kW di potenza al contatore, si riesce a caricare da zero a full una batteria di un’auto elettrica da 50 kWh in circa 12 ore (con una potenza di ricarica di 4,5 kW (20 Ampere in monofase) per percorrere nella giornata anche 300 km. Alla fine possiamo dire che non è necessario aumentare la potenza del contatore se si percorrono al massimo 100 km al giorno per i quali sono necessari, esagerando, 15/18 kWh. Caricando con una potenza di 10 Ampere (2,3 kW) bastano 8/9 ore.
Soluzione 2, la wallbox per caricare l’auto più velocemente ed in sicurezza
Se la batteria è molto grande e si ha necessità di percorre oltre 200 km al giorno, l’altra possibile alternativa, quella di utilizzare una wallbox smart intelligente che ci permette di sfruttare una maggiore potenza del contatore in totale sicurezza: riconosce in modo autonomo il carico domestico dell’impianto ed è in grado di variare così la potenza residua da destinare alla vettura elettrica senza rischio di far scattare il contatore.
Il costo per l’installazione di una wallbox dipende da diversi fattori tra i cui il costo della wallbox e la complessità dell’impianto elettrico da realizzare per collegare la wallbox al contatore. Maggiore è la distanza e maggiore sarà il prezzo. Il costo potrebbe variare da 1.000 ad oltre 3.000 euro.
Rischi e pericoli nella ricarica domestica di un’auto elettrica?
Ricaricare un’auto elettrica a casa è generalmente sicuro, ma è fondamentale adottare le giuste precauzioni per evitare rischi. Collegare un’auto elettrica a un impianto domestico non adeguato può causare sovraccarichi, con il rischio di interruzioni di corrente o, nei casi peggiori, surriscaldamenti e danni all’impianto. Caricare l’auto usando una presa tradizionale (Schuko) per lunghi periodi può causare il surriscaldamento della presa stessa, con rischio di corto circuito o incendio.
Per garantire la massima sicurezza bisogna evitare le prese comuni ed utilizzare una presa industriale nel caso di utilizzo di un caricatore portatile (occasionale). La massima sicurezza si ha solo installando una wallbox dedicata con protezioni integrate installata da un elettricista professionista.
Sotto 2 video interessanti che spiegano come ricaricare l’auto elettrica a casa e presso le colonnine pubbliche.
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