Chi era Lorenzo Rovagnati, morto nello schianto dell’elicottero: l’attesa per il terzo figlio, il ruolo nell’azienda di famiglia

L'erede dell'azienda del prosciutto cotto aveva 41 anni. Solitamente raggiungeva il maniero, proprietà della famiglia, al mercoledì. Anche l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo ha aperto un’indagine L'articolo Chi era Lorenzo Rovagnati, morto nello schianto dell’elicottero: l’attesa per il terzo figlio, il ruolo nell’azienda di famiglia proviene da Il Fatto Quotidiano.

Feb 6, 2025 - 10:27
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Chi era Lorenzo Rovagnati, morto nello schianto dell’elicottero: l’attesa per il terzo figlio, il ruolo nell’azienda di famiglia

È precipitato insieme a due piloti nel suo elicottero la sera del 5 febbraio, vicino al Castello di Castelguelfo, nel comune di Noceto, a Parma, che era proprietà della famiglia. Lo raggiungeva spesso, spostandosi da Biassono, in provincia di Monza, dove viveva. Lorenzo Rovagnati è morto a 41 anni. Era sposato da sei anni con Federica Sironi, che aspettava il loro terzo figlio.

Era amministratore delegato dell’azienda di famiglia, nota in tutto il mondo per il prosciutto cotto e fondata nel 1941 in Brianza dal nonno Angelo Ferruccio Rovagnati. Oggi il marchio ”re dei prosciutti” fattura oltre 300 milioni di euro l’anno, con oltre mille dipendenti attivi in 20 paesi. Negli ultimi quindici anni, con Lorenzo e il fratello Ferruccio alla guida, Rovagnati ha esportato prosciutto cotto in Europa e aperto il primo stabilimento produttivo negli Stati Uniti. Titolare della residenza del Castello di Castelguelfo e di diversi appezzamenti terreni dell’area, Lorenzo Rovagnati era solito raggiungere la zona solitamente il mercoledì, mentre nelle altre giornate viveva e lavorava a Milano o in provincia di Monza, dove portava avanti il ruolo di amministratore delegato del salumificio industriale.

La ricostruzione dell’incidente e le indagini – Le indagini per ricostruire le cause dell’incidente sono coordinate dalla Procura di Parma. Anche l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo ha aperto un’indagine per stabilire le cause dell’incidente e nelle prossime ore invierà sul posto un suo ispettore che si coordinerà con gli inquirenti. Sulla zona era presente dal pomeriggio una fitta nebbia che insieme all’oscurità potrebbe essere tra le cause della tragedia. Sempre secondo le prime informazioni raccolte l’elicottero stava decollando e, forse, dopo un tentativo di prendere quota non andato a buon fine, stava cercando di ritornare a terra. Andrà accertato, tra le altre cose, la presenza di un piano di volo e se la torre di controllo era stata avvisata. Da verificare anche se l’elicottero abbia urtato.

Il castello di proprietà della famiglia – La zona di pianura dove è avvenuto lo schianto è vicino alla via Emilia, il castello medievale sorge a metà strada tra Parma e Fidenza, nei pressi dell’uscita dell’A15. All’interno ci sono anche un ampio parco con un laghetto e un eliporto privato, numerosi edifici e vasti cortili. All’esterno, fuori dai torrioni del maniero, solo campi coltivati. Non sembra che qualcuno possa avere assistito all’incidente, viste anche le condizioni di scarsissima visibilità.

“Ho avuto il grande piacere di conoscere Lorenzo quando veniva col papà – ha detto il sindaco di Noceto Fabio Fecci, anche lui accorso sul posto – è più di 30 anni che conosco questa famiglia, da quando si sono insediati e hanno acquistato il castello di Castelguelfo e realizzato gli allevamenti suinicoli. C’è stato un rapporto molto forte, una famiglia di grande umiltà. Il padre era una persona semplicissima, un grande imprenditore e Lorenzo stava incarnando tutto quello che ha realizzato il papà insieme alla mamma, al fratello. E’ una tragedia tremenda che colpisce tutta la nostra comunità. E’ stato molto vicino a noi nelle varie iniziative sociali, culturali, ricreative”.

La storia dell’azienda – Nel 1952, quando la Seconda Guerra Mondiale é da poco alle spalle, Angelo Ferruccio Rovagnati, a Biassono in Brianza, inizia a produrre burro e formaggi da vendere all’ingrosso. In sella alla sua bicicletta é il giovanissimo figlio Paolo a fare le consegne, a parlare con i clienti e ad avere l’intuizione: nel caseario la concorrenza in Lombardia é agguerrita, invece c’é un settore, quello dei salumi, dove la piccola azienda può arrivare a dire la sua. Non con il prosciutto crudo, da sempre dominio degli emiliani, ma reinventando il prosciutto cotto, considerato fino a quel momento un prodotto di qualità inferiore. Paolo Rovagnati é convinto che, studiando e sperimentando nuovi metodi di produzione, sia possibile arrivare ad un prodotto di eccellenza.

La sua intuizione ha portato, nei decenni a seguire, alla nascita di un’azienda leader in Italia e nel mondo nel settore dei salumi, che fattura oltre 300 milioni di euro l’anno e dà lavoro a oltre 1.200 persone in più di 20 Paesi. È il 1968 quando Paolo, morto a soli 64 anni nel 2008, assume la guida dell’azienda e inizia la sua rivoluzione. L’impresa familiare cresce e diventa negli anni ’70 di livello nazionale. Negli anni ’80 mette a punto “il prosciutto cotto perfetto” e gli dà un nome: Gran Biscotto, con un marchio a fuoco sulla cotenna come fino ad allora faceva solo il Consorzio di Parma. Poi l’idea di promuovere il prodotto in televisione, e le promozioni di Mike Bongiorno diventano un pezzo di storia televisiva.

Gli Anni Ottanta sono anche il decennio in cui Rovagnati continua la sua crescita producendo oltre 20 tipi diversi di prosciutti cotti. Queste innovazioni comportarono un ampliamento della struttura produttiva e impianti sempre più all’avanguardia. Dal 2010 sotto la guida degli eredi – Ferruccio e Lorenzo – l’azienda si fa internazionale, comincia a esportare in molti Paesi europei ed extra europei come Francia, Belgio, Germania, Irlanda e Stati Uniti d’America e supporta la crescita con acquisizioni come quella dello storico marchio di affettatrici Berkel e di Pineider. Il 2020 é l’anno dell’espansione, con l’apertura del primo stabilimento produttivo all’estero, a Vineland in New Jersey.

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