Cantina. Bottega:: "Non c’è qualità senza solidi valori"
CON UN FATTURATO 2023 di oltre 91 milioni di euro (+ 6,5% sul 2022) ed un export che supera l’80%...
CON UN FATTURATO 2023 di oltre 91 milioni di euro (+ 6,5% sul 2022) ed un export che supera l’80% della produzione, la cantina Bottega si conferma una delle più dinamiche del settore. Bottega punta ad uno sviluppo equilibrato e progressivo, anche grazie a un incremento costante della qualità del Prosecco. Il trend di crescita è confermato nel 2024, che chiude con un fatturato che sfiora i 100 milioni di euro. Bottega raggiunge i mercati di 165 paesi in tutto il mondo ed ha una presenza in Canada, Usa, Germania, Svizzera, Benelux, Scandinavia. Non c’è luogo del lusso, dalle navi da crociera, ai grandi hotel internazionali, dove le bottiglie color oro di Bottega non siano presenti. Gli oltre 30 Bottega Prosecco Bar, dislocati soprattutto nei principali aeroporti in Europa e Medio Oriente, rappresentano la migliore espressione del made in Italy, dove i vini e i distillati Bottega vengono abbinati a finger food e a piatti tipici della cucina italiana.
Alla guida della cantina, anche se sarebbe meglio dire “delle cantine“, tutte in luoghi vocatissimi per la qualità, fra Toscana e Conegliano, c’è Sandro Bottega (nella foto sopra), presidente e direttore generale del gruppo. "Anche se più che un gruppo, siamo una famiglia che fa vino da tre generazioni", dice Sandro Bottega in un sorriso. L’imprenditore ha preso il testimone dal padre, Aldo, scomparso negli anni Ottanta, assieme ai fratelli, Barbara e Stefano. "Saper fare tante cose è ciò che mi diverte di più", dice, mentre presenta le nuove bottiglie, color oro. Da Castelnuovo Berardenga, in provincia di Siena, a Conegliano, in provincia di Treviso, patria del prosecco, Bottega continua ad investire in qualità e non solo. Quando si apre la homepage del sito campeggia questa frase "Bottega supporta la democrazia e ripudia le guerre e le dittature", perché qualità fa rima anche con valori civili solidi, dalla vigna all’orecchio degli uomini e delle donne più potenti del mondo.
Quali sono i vostri valori?
"La sostenibilità sicuramente, tanto che lavoriamo moltissimo in questa direzione, sia nei vigneti, che in cantina, con attenzione e cura, ma anche con il rapporto di sostenibilità".
Che cosa dice il rapporto di sostenibilità?
"Abbiamo una sola terra e ne siamo custodi. Per questo ci impegniamo concretamente per l’attuazione dei 17 obiettivi Onu, soprattutto per realizzare quelli che per noi maggiormente rientrano nella nostra sfera di attività e soprattutto nelle nostre possibilità di azione. Per questo abbiamo deciso di intraprendere il percorso della certificazione secondo lo standard Equalitas, Modulo Organizzazione Sostenibile, che prevede azioni in linea con gli obiettivi dell’Onu, per il settore vitivinicolo".
Da tempo lei dice che occorre un maggior rispetto dell’ambiente. Concretamente cosa significa?
"Per esempio, aver investito in un grande progetto fotovoltaico. Dal dicembre 2022 ha iniziato infatti a a funzionare il nuovo impianto fotovoltaico, installato sul tetto della cantina di Bibano, in provincia di Treviso. L’impianto, fabbricato in Italia, produce circa 200 chilowatt, che rappresenta circa il 40% del fabbisogno giornaliero di energia nelle ore di luce. Nel 2023 2024 è stato ampliato l’impianto con l’obiettivo di arrivare all’indipendenza energetica nelle ore diurne".
Quali altri investimenti ha fatto in questa direzione?
"Un primo investimento importante per noi è stato fatto 17 anni fa, ed è stato l’impianto di climatizzazione geotermico, che sfrutta a livello energetico il calore della terra. All’interno della proprietà il terreno è stato perforato fino alla profondità di 90, 100 metri, al fine di raggiungere una falda, dove l’acqua si mantiene ad una temperatura costante di tredici gradi centigradi. Quest’acqua viene portata in superficie attraverso un pozzo di presa e immessa in una pompa di calore, che trasforma tutta l’energia termica, portando il liquido di riscaldamento a 36° in inverno e mantenendolo a tredici gradi centigradi d’estate, in modo da climatizzare l’ambiente naturalmente e con un piacevole senso di benessere. La stessa acqua fuoriesce dall’impianto di riscaldamento e, attraverso un pozzo di resa, viene restituita alla terra, pronta ad essere riutilizzata nell’ambito di questo ciclo energetico virtuoso. La geotermia, combinata all’utilizzo di fonti alternative per la produzione di energia elettrica, consente un risparmio annuo di quasi mille tonnellate annue di anidride carbonica".
Quante persone lavorano oggi con voi?
"Sono circa 260 le persone che lavorano con noi. Produciamo ogni anno tredici milioni di litri di vino, di liquore e grappa, con sette linee di imbottigliamento. Dalla sughereta in Sardegna arriva il 20% del fabbisogno di sughero che abbiamo, poi ricicliamo tutto, puntiamo sulle emissioni zero e facciamo moltissima charity".
Lei, infatti, è noto per alcune iniziative, come wine of peace. Ci racconta il progetto.
"The wine of peace verrà regalato a tutti i Capi di Stato del mondo che lo vorranno per le proprie mense e come regalo per gli ospiti. La prima bottiglia l’ha ricevuta l’Organizzazione di Africa Union, per portare un messaggio di pace in Africa, continente ancor oggi flagellato da guerre e ribellioni. Ma la vera speranza sarà quella di portare un messaggio di pace in Russia e Ucraina e in Israele e Palestina e per questo realizzeremo anche una versione senza alcool. Abbiamo sempre interpretato la nostra cantina non solo come attività agroeconomica che opera nel rispetto dell’ambiente, della generosità, della qualità e del design ma anche come mezzo per comunicare i nostri valori ai nostri consumatori che sono almeno 100 milioni ogni anno senza contare le persone che entrano in contatto con la nostra immagine vicine al miliardo".