Berco avvia il licenziamento di 247 lavoratori, via allo sciopero a partire da lunedì
La storica azienda emiliana Berco apre una nuova procedura di licenziamento collettivo, dopo aver deciso nei giorni scorsi anche di disdettare il contratto integrativo aziendale
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Nuova doccia fredda per i lavoratori dello stabilimento Berco di Copparo. Dopo la recente comunicazione sulla disdetta del contratto integrativo aziendale, prevista dal 1° marzo, l’azienda ha annunciato ieri alle rappresentanze sindacali l’avvio della procedura di licenziamento collettivo. Se le previsioni iniziali della crisi saranno confermate, il provvedimento riguarderà 247 dipendenti, che si aggiungeranno ai 153 già usciti attraverso la mobilità volontaria incentivata entro il 16 gennaio scorso.
I motivi dei licenziamenti
L’azienda aveva già aperto una procedura per 480 lavoratori, poi ritirata dopo gli incontri al ministero delle Imprese. In quell’occasione, i licenziamenti erano stati annullati per favorire le uscite volontarie, ma le adesioni si sono fermate a 152.
Ora la storica azienda, specializzata nella produzione di sottocarri per macchine movimento terra, torna a tagliare il personale, dopo aver deciso nei giorni scorsi di revocare il contratto integrativo aziendale per ridurre i costi. Una decisione che aveva già spinto i sindacati a riprendere gli scioperi.
“Tale linea d’azione unilaterale – spiega l’Azienda in una nota – si rende necessaria per garantire la sostenibilità a lungo termine dell’azienda. Berco sta affrontando una significativa crisi strutturale del mercato, in un panorama geopolitico in rapida evoluzione. L’obiettivo primario dell’azienda è quello di assicurare la sua permanenza in Italia e recuperare competitività rispetto a uno strutturale incremento dei costi energetici e a una perdita di fatturato prodotto nei territori interessati dalle guerre. Il raggiungimento di questo obiettivo richiede decisioni difficili ma necessarie. Sin dall’inizio di questa importante crisi Berco si è impegnata a gestire questo processo in modo socialmente responsabile, e continuerà a farlo”.
Le difficoltà dell’azienda
Negli ultimi dieci anni, Berco ha già registrato una drastica riduzione del personale (-30% tra il 2014 e il 2023), pur mantenendo bilanci solidi nelle tre annualità 2021-2023, con margini operativi ed utili positivi dopo anni difficili e una ristrutturazione avviata nel 2017.
Storica realtà fondata nel 1920, l’azienda vanta a Copparo il più grande stabilimento di forgia al mondo, con macchinari unici da 32mila tonnellate, ed esporta oltre il 90% dei suoi sottocarri e componenti “made in Italy”. Il sito produttivo, una cittadella industriale di 600mila metri quadrati (di cui 350mila coperti), ha un perimetro di 6,5 chilometri e richiede oltre un’ora per essere percorso interamente a piedi.
Sindacati pronti allo sciopero da lunedì
Al di là delle dichiarazioni ufficiali di Berco, che ribadiscono l’intenzione di gestire il processo in modo “socialmente responsabile” e il proprio impegno nei confronti della forza lavoro, sindacati e istituzioni vedono con crescente preoccupazione il ridimensionamento dell’azienda. Il gruppo meccanico più rilevante del Ferrarese per occupazione e indotto rischia di innescare una crisi profonda in un territorio già fragile, aggravando un quadro industriale complesso.
“Il ministro Adolfo Urso intervenga su Thyssenkrupp, si ponga fine alla gestione scellerata di questo management” chiedono, sulla vertenza Berco, con una nota unitaria le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm. “Il ministro Urso convochi al più presto i vertici di Thyssenkrupp per riportare equilibrio nella gestione di una crisi che ha visto le organizzazioni sindacali e i lavoratori, come sempre nelle situazioni di crisi aziendale, essere a disposizione per fare quanto in loro disponibilità per salvare i posti di lavoro. Copparo e Castelfranco meritano di più. La mobilitazione dei lavoratori continuerà fin quando non avremo risposte certe sul prosieguo della vertenza”, scrivono i sindacati.
Immediata anche la nota nella serata di ieri del Pd provinciale, che parla di “un’azienda irrispettosa nei confronti di lavoratrici e lavoratori, le loro famiglie e le parti sindacali. Un’azienda che oggi dovrebbe dimostrare di essere all’altezza delle sfide del futuro e non incapace di poterlo costruire”.