Avvelenati quattro lupi in Trentino, non ne possiamo più!
Avvelenati: così sono morti quattro lupi in Trentino, i cui corpi sono stati ritrovati sabato 1° febbraio. Ha diffuso la notizia la stessa provincia di Trento nonché, con comprensibile sdegno, anche l’associazione ‘Io non ho paura del lupo’ in un comunicato a firma congiunta anche con WWF del Trentino, ENPA del Trentino, LIPU Sezione Trento....
Avvelenati: così sono morti quattro lupi in Trentino, i cui corpi sono stati ritrovati sabato 1° febbraio. Ha diffuso la notizia la stessa provincia di Trento nonché, con comprensibile sdegno, anche l’associazione ‘Io non ho paura del lupo’ in un comunicato a firma congiunta anche con WWF del Trentino, ENPA del Trentino, LIPU Sezione Trento. Non ne possiamo davvero più!
Cosa è accaduto
La dinamica non è chiara, non sappiamo se c’è stato un vero e proprio scontro o se l’atto, intenzionale, sia stato compiuto a prescindere. Ma in ogni caso è gravissimo.
Quattro lupi sono stati rinvenuti morti nella tarda mattinata di oggi a nord di Barco di Levico – scriveva nel tardo pomeriggi di ieri 1° febbraio la provincia di Trento – Le carcasse si trovavano in prossimità della pista ciclabile, in destra idrografica del fiume Brenta. Saranno le analisi, affidate all’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, a stabilire la causa della morte. L’ipotesi del Corpo forestale trentino è che si sia trattato di un avvelenamento. Per questo scatterà una denuncia contro ignoti
L’ipotesi sembra poi essere stata confermata. E lascia tutti sgomenti, non solo per l’atrocità inflitta ai quattro animali, ma anche per le conseguenze che questa deplorevole pratica può portare anche a tutti gli ecosistemi.
Le conseguenze (non solo per i lupi)
L’avvelenamento, oltre a causare la morte degli animali direttamente colpiti, rappresenta una minaccia per l’intera catena alimentare e per la salute pubblica – tuonano infatti le associazioni – La dispersione di sostanze velenose nell’ambiente può infatti avere ripercussioni su altre specie animali, domestiche e selvatiche, nonché sugli esseri umani
A peggiorare le cose la situazione specifica nella provincia di Trento, tra l’altro non di rado teatro di incidenti, catture e uccisioni di animali, anche legalizzate. Infatti, come spiegano le stesse associazioni, la provincia, al contrario di altre regioni alpine, non dispone di nuclei cinofili anti-veleno, moderni strumenti indispensabili per localizzare e rimuovere con precisione eventuali esche o residui tossici.
La mancata istituzione di queste unità operative rappresenta una gravissima lacuna che va colmata con la massima urgenza
Una pericolosa marcia indietro
Il clima verso i lupi è cambiato anche a livello istituzionale: il Comitato delle parti della Convenzione di Berna, istituzione cardine adottata nel 1979 per tutelare flora e fauna selvatiche (così come il loro ambiente naturale), ha infatti decretato il declassamento di questa specie da “rigorosamente protetta” a “protetta”. E no, non è affatto un dettaglio.
Come spiegava a greenMe la politologa e naturalista esperta di biodiversità Valeria Barbi, prima di questa decisione i lupi godevano di una protezione totale: non potevano essere uccisi, catturati o disturbati in alcun modo, specialmente durante il periodo dell’accoppiamento o dell’allevamento dei cuccioli.
L’articolo 9, tuttavia – precisava l’esperta – prevedeva delle eccezioni che normavano il prelievo venatorio nel caso di individui problematici che potevano essere pericolosi per l’essere umano o che avevano causato danni agli allevatori. Questo, nel caso in cui altre soluzioni non fossero risultate efficaci e la popolazione (di lupi) non fosse in pericolo
Il declassamento, che vedrà il lupo migrare dall’Allegato II all’Allegato III della Convenzione, potrebbe avere gravi conseguenze.
Con questo passaggio, lo sfruttamento della specie (siamo chiari, anche l’abbattimento) sarà normato in modo tale da non metterne a rischio la salute. Agli Stati sarà concesso di prevedere delle quote annuali di prelievo
In questo modo, i Paesi membri potrebbero avere maggiore libertà nell’autorizzare l’abbattimento dei lupi, anche in deroga alle attuali direttive europee.
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Ricordiamo infatti che la Commissione Europea, nel 2023, aveva riconosciuto l’importanza di proteggere il lupo e di adottare misure di prevenzione per ridurre i conflitti con le attività umane, in particolare con l’allevamento.
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Quante altre notizie così dobbiamo scrivere? Quanti altri animali innocenti moriranno per ignoranza e mancato rispetto dei più basilari principi della convivenza uomo-animali selvatici?
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Fonti: Provincia di Trento / Io non ho paura del lupo
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