Ambienti di lavoro, aziende italiane le peggiori in Europa

Scarsa soddisfazione e poca fiducia nel management tra i dipendenti delle aziende italiane: ifocus sulla leadership di prossimità.

Gen 27, 2025 - 15:31
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Ambienti di lavoro, aziende italiane le peggiori in Europa

I lavoratori italiani sono poco soddisfatti dell’azienda in cui prestano la propria opera. Il livello di apprezzamento è il più basso d’Europa. In cima alla classifica ci sono tre paesi baltici, Danimarca, Svezia e Norvegia, non a caso con una forte tradizione di welfare anche a livello pubblico.

I dati sono contenuti nel report European Workforce Study 2025, stilato a livello europeo da Great Place to Work, che ha raccolto il parere di quasi 25mila collaboratori attivi in 19 paesi del Vecchio Continente.

Dipendenti italiani poco soddisfatti

In Italia meno della metà dei dipendenti (il 49%) considera la propria azienda un ottimo posto di lavoro. E’ il dato più basso d’Europa, subito dietro quelli di a Cipro (53%), Polonia (47%) e Grecia (44%). Nella parte bassa della classifica anche Francia e Portogallo.

I motivi di insoddisfazione sul lavoro in Italia sono legati a parametri convenzionali come la retribuzione e i premi di risultato, e altri invece che potremmo definire più qualitativi. Al primo posto lo scarso apprezzamento del management, seguito dalla percezione di un dialogo solo di facciata fra i dirigenti e i dipendenti.

Ci sono poi differenze legati ai settori: nelle aziende tecnologiche, o che si occupano di finanza e servizi aziendali i collaboratori tendono a essere maggiormente appagati.

La media europea è pari al 59%, dieci punti in più rispetto a quella italiana. Ai vertici della classica le percentuali sono sensibilmente più alte: Danimarca, 75%, Norvegia, 73%, Svezia, 68%. Altri paesi virtuosi risultano essere Paesi Bassi, Finlandia, Svizzera.

I criteri per la valutazione del posto di lavoro

I fattori che maggiormente determinano il livello di insoddisfazione sono i seguenti:

  • mancato apprezzamento dei manager: sono meno di uno su due (49%) i responsabili che apprezzano un lavoro ben fatto e l’impegno mostrato dai collaboratori;
  • dialogo di facciata management-dipendenti: solo il 48% dei responsabili ricerca, con reale interesse, suggerimenti e idee dei dipendenti, prendendoli in seria considerazione;
  • no extra premi: il 47% dei dipendenti dichiara di avere l’opportunità di ottenere un riconoscimento speciale;
  • stipendi poco equi: il 45% dei collaboratori ritiene di essere pagato in maniera equa per il lavoro svolto;
  • esclusione dalle scelte fondamentali sull’ambiente di lavoro: solo il 44% dei manager coinvolgono le persone nelle decisioni che influiscono sulle modalità e sul luogo di lavoro;
  • favoritismi nelle nomine: poco più di 4 collaboratori su 10 (43%) pensano che i manager non facciano favoritismi;
  • welfare aziendale assente: il 42% dei collaboratori europei si vede riconosciuti dei benefit particolari;
  • diversità e inclusione: per i dipendenti solo nel 38% dei casi le organizzazioni europee comunicano in maniera efficace le informazioni relative alla neurodiversità e ai servizi di supporto;
  • meritocrazia: poco più di un terzo dei dipendenti europei (37%) ritiene che le promozioni vadano a chi le merita di più;
  • redistribuzione degli utili: solo il 36% dei collaboratori delle organizzazioni europee ritiene di ricevere una parte equa della ricchezza prodotta dall’azienda.

La qualità del management

Il report dedica un ampio capitolo alla qualità della leadership, che come si vede è in cima alla classifica degli elementi determinanti. In media, nel 55% dei casi i dipendenti europei hanno su questo un parere positivo, percentuale che scende al 44% in Italia, sempre fra i fanalini di coda. I modelli virtuosi sotto questo profilo ripropongono gli stessi paesi che registrano un alto livello di soddisfazione lavorativa, ovvero Danimarca (64%), Paesi Bassi (63%), Norvegia e Svezia (62%), mentre i risultati più negativi riguardano Francia (49%), Polonia (48%), Grecia, Lussemburgo (47%), oltre che l’Italia.

«Solo il 4% dei collaboratori si dichiara soddisfatto delle organizzazioni in cui manca una leadership che suscita elevati livelli di fiducia, un divario di ben 85 punti percentuali se confrontato con il livello di soddisfazione (89%) mostrato dai collaboratori dei migliori luoghi di lavoro europei (Best Workplaces Europa 2024)» segnala Alessandro Zollo, Ceo di Great Place to Work Italia.

La leadership di prossimità

Il report propone come modello la leadership di prossimità, che alle classiche competenze manageriali unisce empatia, curiosità e autenticità.

Tanto per cambiare, l’Italia è anche qui ultima in classifica. Danimarca, Svezia (61%), Paesi Bassi e Svizzera (60%) sono i paesi nei quali queste competenze sono maggiormente sviluppate, superando di quasi 20 punti percentuali i due fanalini di coda, Lussemburgo Italia, entrambi al 42%.

Infine, Norvegia (65%), Danimarca (64%) e Paesi Bassi (62%) offrono gli ambienti di lavoro più sicuri dal punto di vista psicologico mentre i risultati peggiori riguardano Grecia (43%), Lussemburgo (41%), Polonia (39%) e Italia (38%).

«La percezione dei leader (manager/responsabili/people manager) sempre più lontani e la scarsa serenità nell’ambiente di lavoro rendono la fiducia dei dipendenti italiani la più bassa in Europa e li spingono, più che in ogni altro paese europeo, a cercare altri lavori e altri manager», sottolinea Beniamino Bedusa, presidente di Great Place to Work Italia.