Altro che agevolare il lavoro, l’IA per 3 persone su 4 ne aumenta il carico

La crescita delle competenze richieste a la difficoltà nell’utilizzare le nuove tecnologie incrementano lo stress e le operazioni da svolgere

Feb 6, 2025 - 19:44
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Altro che agevolare il lavoro, l’IA per 3 persone su 4 ne aumenta il carico

Roma, 6 febbraio 2025 –  Una forza lavoro sempre più diversificata. Un’accelerazione intensa delle trasformazioni digitali. Nuovi modelli operativi. E una crescente carenza globale di talenti. In un mondo caratterizzato da instabilità geopolitica e sfide legate alla sostenibilità ambientale, sono questi i principali trend del lavoro per il 2025 indicati e definiti nel report “Accelerating Adaptability” di ManpowerGroup, reso pubblico in occasione del World Economic Forum di Davos.

Il report “Accelerating Adaptability: 2025 Global Workforce Trends”, nello specifico, individua 16 tendenze chiave che riguardano quattro forze principali che stanno plasmando il futuro del lavoro: la forza lavoro in espansione, nuovi modi di lavorare, la trasformazione digitale e l'accelerazione del cambiamento globale. Tra i temi principali vi sono i dati sull'adozione dell'intelligenza artificiale, il benessere come priorità, la durata della carriera della forza lavoro e la centralità delle iniziative DEIB (Diversità, Equità, Inclusione e Appartenenza).

LAVORO. IN EMILIA-R. CORSI POST-LAUREA PER IMPIEGHI CON BIG DATA /FOTO REGIONE INVESTE 897.000 EURO IN NOVE PERCORSI CON LE UNIVERSITA' (FOTO 2 di 2)
(DIRE) Bologna, 24 giu. - Nuovi corsi per indirizzare i laureati dell'Emilia-Romagna verso i big data, la scommessa per il futuro dell'economia regionale attorno al Tecnopolo di Bologna. Con il progetto formativo "Anticipare la crescita con le nuove competenze sui big data" la Regione stanzia 897.000 euro di fondi europei e dà continuità a una iniziativa che ha due edizioni alle spalle, nel 2018 e 2019, che hanno coinvolto 900 laureati. Il progetto permette a giovani laureati provenienti da percorsi accademici diversi (umanistici, economici, giuridici e scientifico) di approfondire il tema: destinatari sono giovani che hanno conseguito una laurea triennale o magistrale o una laurea a ciclo unico da non più di 24 mesi, interessati ad acquisire competenze chiave nel campo dei big data. L'iniziativa, che ha il sostegno di tutte le Università dell'Emilia-Romagna, è gestita in partnership con la Regione da Formindustria, Cis, Cisita Parma, Fondazione Aldini Valeriani, Forpin, Ifoa, Il Sestante Romagna, Nuova Didactica, Assoform, Nuova Cerform. "Un investimento sulla formazione per strutturare conoscenza e saperi necessari in un futuro molto vicino, abbiamo bisogno, qui e subito, di quei profili in grado di gestire le applicazioni collegate ai Big Data. Sappiamo- commenta l'assessore regionale allo Sviluppo economico, Lavoro e Formazione professionale, Vincenzo Colla- che in Emilia-Romagna le nuove tecnologie e l'alta specializzazione, in particolare nei settori di Big Data, intelligenza artificiale e Machine Learning, porteranno in un tempo più breve di quanto immaginiamo alla nascita di lavori che oggi non esistono ancora, in grado di rispondere alle nuove esigenze delle filiere produttive ad alto valore aggiunto e del sistema economico, sociosanitario e istituzionale". Sono nove i percorsi formativi previsti, spiega ancora la Regione, pensati all'interno di una matrice suddivisa per i tre macro indirizzi di provenienza dei candidati (umanistico, economico-giuridico, scientifico) con la possibilità di selezionare alcuni percorsi "preferenziali", fino ad un totale di 480 ore di formazione, a scelta tra: tre progetti specialistici della durata di 120 ore organizzati su contenuti legati a specifici profili professionali (area marketing, comunicazione, progettazione e sviluppo software); cinque progetti specialistici della durata di 60 ore che sviluppano contenuti verticali su specifici strumenti/argomenti; un progetto laboratoriale di 60 ore. Prevista l'offerta di contenuti introduttivi e di scenario sul "mondo Big Data" e di allineamento informatico-statistico attraverso materiali didattici disponibili sul portale e un modulo introduttivo in ogni progetto specialistico da 120 ore o ai soli elementi necessari nei progetti da 60 ore. L'intervento persegue anche l'obiettivo di un'offerta formativa diffusa su tutto il territorio regionale, attraverso l'offerta di un numero di edizioni che terrà conto dei dati di iscrizioni registrate nelle precedenti edizioni. (Bil/ Dire) 12:26 24-06-2

Ma “le significative opportunità di crescita offerte dal cambiamento tecnologico, dall'IA generativa e dalla transizione verde possono essere colte solo se le aziende hanno accesso ai talenti qualificati di cui hanno bisogno per accelerare la trasformazione e se le persone hanno accesso ai lavori in crescita”, spiega Jonas Prising, Presidente e CEO di ManpowerGroup.

Certo è che la diffusione dell’intelligenza artificiale – secondo i ricercatori – sta trasformando rapidamente il mondo lavorativo, con il 48% delle aziende a livello globale che utilizza già questa tecnologia. Tuttavia, non mancano le difficoltà: il 31% dei datori di lavoro segnala di non possedere le competenze necessarie per implementare queste innovazioni, mentre più di tre lavoratori su quattro (77%) rilevano, a seguito dell’utilizzo di strumenti basati sull’IA, un aumento del carico di lavoro e una riduzione della produttività, con il 47% che dichiara di non sapere come raggiungere gli obiettivi fissati dall’organizzazione. Le tabelle dell’assegno unico 2025: ecco tutti gli importi e gli aumenti

Questi cambiamenti contribuiscono, quindi, ad alimentare nuove pressioni e rischiano di avere un impatto negativo sul benessere dei lavoratori. Quasi la metà (49%) dichiara di affrontare livelli moderati o alti di stress quotidiano, mentre solo il 21% si sente pienamente supportato dai propri datori di lavoro. Diventa dunque urgente adottare strategie mirate al miglioramento del benessere, offrendo ambienti lavorativi progettati per promuovere connessione e supporto, sia in ufficio che da remoto. Un’esigenza sempre più richiesta dalle nuove generazioni, guidate dalla GenZ, che mostra la maggiore propensione a lasciare il proprio ruolo volontariamente nei prossimi sei mesi (47%). Anche i Millennial – di cui il 60% ricopre oggi ruoli manageriali – non sono immuni allo stress: il 53% riporta alti livelli di pressione quotidiana e il 27% considera probabile cambiare impiego nel breve termine.

“Il futuro del lavoro come evidenziato nel nostro report si presenta estremamente complesso ma allo stesso tempo ricco di grandi opportunità di crescita e di trasformazione – spiega a sua volta Anna Gionfriddo, Amministratrice delegata di ManpowerGroup –. Alle aziende è richiesto sempre più di implementare nuove strategie e investire sulle competenze per adattarsi rapidamente a un contesto globale in continua evoluzione, così da poter mantenere allo stesso tempo la propria competitività. Non si tratta solo di adottare nuove tecnologie ma di creare un ecosistema lavorativo che metta al centro il benessere delle persone e diventi capace di attrarre le nuove generazioni, offrendo la formazione e il supporto necessari ad affrontare crescenti sfide e pressioni”.

Un altro nodo cruciale – indicato nel Report – riguarda l’evoluzione delle competenze. Entro il 2030 si prevede, infatti, che il 50% delle skill richieste sarà diverso rispetto al 2016, con l’IA generativa che accelererà questa trasformazione fino al 68%, portando a un aumento dell’attuale talent scarcity. L'automazione e le tecnologie basate sull'IA non risolveranno immediatamente la carenza di talenti, poiché questi sistemi richiedono una significativa supervisione umana per funzionare efficacemente. A questo proposito, più della metà dei datori di lavoro (55%) vede l'IA come un’opportunità per aprire nuove posizioni, prevedendo un aumento complessivo della domanda di personale.

Il report, infine, mette a fuoco ulteriori sfide critiche a cui le aziende devono guardare, come la sostenibilità e la parità di genere. Mentre il settore green è destinato a generare fino a 30 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2030, il 91% delle aziende rileva di non avere ancora le competenze necessarie per raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità. Parallelamente, le disparità di genere rimangono una questione rilevante all’interno delle organizzazioni, con le lavoratrici che guadagnano in media il 20% in meno degli uomini. Nonostante alcuni grandi marchi globali abbiano recentemente ridimensionato i propri obiettivi e programmi di Diversità, Equità, Inclusione e Appartenenza, la maggior parte dei datori di lavoro a livello globale (61%) continua a considerare le iniziative DEIB una parte importante della pianificazione strategica del personale.