5 interessanti Serie Tv da vedere se ti è piaciuto Nosferatu

Da poco meno di un mese è uscito nelle sale il remake di un film che ha fatto la storia del genere horror al cinema. Nosferatu il vampiro, capolavoro di Friedrich Wilhelm Murnau, ha compiuto da poco 100 anni (1922) e Robert Eggers ha colto la palla al balzo. Con il suo Nosferatu (vi lascio… Leggi di più »5 interessanti Serie Tv da vedere se ti è piaciuto Nosferatu The post 5 interessanti Serie Tv da vedere se ti è piaciuto Nosferatu appeared first on Hall of Series.

Feb 2, 2025 - 14:33
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5 interessanti Serie Tv da vedere se ti è piaciuto Nosferatu

Da poco meno di un mese è uscito nelle sale il remake di un film che ha fatto la storia del genere horror al cinema. Nosferatu il vampiro, capolavoro di Friedrich Wilhelm Murnau, ha compiuto da poco 100 anni (1922) e Robert Eggers ha colto la palla al balzo. Con il suo Nosferatu (vi lascio la nostra recensione) ha dato nuova vita (sempre se così si può dire per un essere non-morto) all’iconica figura del vampiro. O almeno ci ha dato la sua visione di essa, con alcune differenze.

La pellicola ha i suoi pro e i suoi contro. Ma, detto questo, è innegabile che Eggers – e il suo fidatissimo direttore della fotografia, Jarin Blaschke – ha lasciato decisamente il suo segno. Mi riferisco alle atmosfere cupe che in Nosferatu ci trasportano in un’era altra (anche dal punto di vista cinematografico). Magistrali la messinscena, le ambientazioni e i costumi di scena. Se il conte Orlok – e il suo baffone – non convince qualcuno, sono tutti gli altri dettagli a farci decidere di rivivere le stesse vibrazioni. E noi siamo qui per aiutarti.

Le nostre 5 Serie Tv da vedere assolutamente se vuoi rivivere Nosferatu di Robert Eggers

1. Penny Dreadful (Showtime, 2014-2016)

la protagonista di Penny Dreadful

Nosferatu di Eggers è il tripudio di atmosfere cupe e fascino gotico. Ma c’è una serie che l’ha anticipato di ben 10 anni (la prima puntata esce infatti nel 2014) e che vale la pena riscoprire. Penny Dreadful, creata da John Logan, è un perfetto capolavoro dell’horror gotico, tra miti classici e narrazione moderna. Ciò che a primo impatto accomuna le due opere è l’estetica: impeccabile, caratterizzata da ambientazioni cupe, dove il chiaroscuro la fa da padrone. Le ombre infatti, sia nella Serie Tv che nel film, sono vive, racchiudono un altro piano del reale, in una poesia visiva che ci accoglie e ci avvolge.

Sia in Penny Dreadful che in Nosferatu il punto fermo resta l’esplorazione tra umanità e mostruosità. Tutti i personaggi, sia gli umani, che i propriamente mostri, sono un compendio di queste due nature, che convivono e si manifestano in diversi gradi. Complesse, tormentate e profondamente umane, le protagoniste Vanessa Ives (indimenticabile Eva Green) ed Ellen Hutter (Lily-Rose Depp) sono allo stesso malinconiche, ma consapevoli del loro ruolo. Vanessa Ives, in particolare, è l’emblema di una figura potente, ma allo stesso tempo vulnerabile, intrappolata tra luce e oscurità. In questo senso, la Ellen di Depp diventa un omaggio alla sua predecessore.

Il sangue e la seduzione sono centrali in entrambi i prodotti. La carnalità umana e il fascino per il mostruoso vengono esplorati nella loro complessità e interezza, amplificando emozioni e inquietudini. L’orrore, con la sua poesia universale, si trasforma in un linguaggio per esplorare paure e desideri dell’animo umano. Se si è amato Nosferatu, questa Serie è puro piacere estetico, tra bellezza e oscurità.

2. L’alienista (TNT, 2018-2020)

i tre protagonisti della serie tv L'alienista

Cambia il continente, ma resta il gotico. Ambientata nella New York di fine Ottocento, L’Alienista è uno dei thriller in costume meglio riusciti (e uno dei migliori thriller di Netflix). Dal punto di vista della messinscena, questa serie condivide con il cugino cinematografico l’attenzione alla ricostruzione storica di ambientazioni e costumi, con un “pizzico” di oscurità nelle atmosfere. Passiamo dalle strade fumose e fangose della Germania di Wisborg a quelle new yorkesi. A parte la variazione architettonica, le due città sono accompagnate dalla stessa frenesia.

Protagonista della Serie è il Dottor Laszlo Kreizler (Daniel Brühl), uno psicologo e analista ossessionato dalla mente umana, in particolare da quella dei serial killer. Insieme all’amico di lunga data John Moore (Luke Evans) e Sara Howard (Dakota Fanning), segretaria del commissario con il sogno di diventare la prima detective donna, il protagonista risolve crimini per conto della polizia nella massima segretezza.

Come nelle indagini del Prof. Albin Eberhart Von Franz (Willem Dafoe) e di Thomas Hutter (Nicholas Hoult) per sconfiggere il Conte Orlok, la Serie utilizza i casi di stagione per esplorare la fragilità e la psicologia umana. Le riflessioni sulla natura del male (e quindi il suo confine con l’orrorifico), interrogandosi tra scienza, moralità e giustizia, vedono nella serie un risvolto di tipo scientifico e sociale, mentre nel film viene esplorato tramite il soprannaturale.

L’oscurità umana diventa mezzo, in entrambi, per celebrare l’estetica cuba e il macabro visivo, in uno stile pittorico che accomuna Eggers a questa Serie Tv in costume.

3. What We Do In The Shadows (FX 2019-2024)

alcuni dei protagonisti in una scena di What We Do In The Shadows

Anche qui c’è un Laszlo, come ne L’alienista, e anche qui c’è molto gotico, come in Nosferatu. Ma cambia decisamente il registro. Da estrema serietà si passa alla satira più sfrenata. What We Do In The Shadows potrebbe, infatti, rappresentare un originale accostamento, con il suo approccio ironico e dissacrante al mito vampiresco.

Mentre Eggers si concentra sull’orrore primordiale e sulla fedeltà storica, la serie ideata da Jemaine Clement e Taika Waititi esplora il lato tragicomico dei vampiri, mantenendo vivi alcuni elementi centrali della loro mitologia. I protagonisti della serie, vampiri immortali e fuori dal loro tempo (come lo è un po’ il Conte Orlok), affrontano dilemmi quotidiani che li rendono paradossalmente umani. Questo contrasto tra il grottesco e l’umano diventano, in maniera originale, un omaggio accidentale al Nosferatu di Murnau.

La decadenza del castello di Orlok, con la sua aura spettrale, quasi demoniaca, che in Eggers costruisce la tensione attorno al personaggio, nella Serie viene sovvertita. I protagonisti di WWDITS vivono infatti in una villa che cade letteralmente a pezzi. Ma loro, in qualità di esseri eterni, si sentono al di sopra di queste faccende “da umani”. Le situazioni comiche, però, in cui si ritrovano, demoliscono il mito del mostruoso vampiresco che invece Eggers vuole elevare ancora una volta.

Sia il Conte Orlok, sia i protagonisti della Serie, incarnano a modo loro il simbolismo dietro alla figura del vampiro: dall’isolamento e dalla condizione esistenziale data da questa forma, all’alienazione e al senso della morte. Quello che fa la Serie, a differenza di Nosferatu, è rendere più accessibile il mito del vampiro, con leggerezza e semplicità.

4. Castlevania (Warren Ellis, 2017-2021)

la locandina della serie animata di Castlevania

Anche tra l’animazione, la mitologia del vampiro in tenuta gotica e decadente non viene meno. Castlevania, disponibile su Netflix, propone il personaggio del Conte Dracula come tragico e complesso. Molto simile è il Conte Orlok dell’immaginario di Eggers: incarnazione della solitudine a seguito dell’orrore della sua condizione. A differenza di Nosferatu, la serie animata, però, rende il tutto molto dinamico, intrecciando all’immaginario azione e intrighi politici. Se il ritmo in Eggers è – estremamente – meditativo, nella serie ideata da Warren Ellis questo si fa accelerato e incalzante.

La tragedia accomuna entrambe le figure dei vampiri soggetti. Ma, mentre in Eggers viene esplorata la crisi esistenziale del vampiro, alienato dal mondo e costretto alla sua condizione, in Castlevania Dracula è guidato da un sentimento strettamente umano: la vendetta per la perdita della moglie. Da sempre la figura del vampiro è uno specchio delle paure e delle fragilità umane, ma queste due opere, nella loro comune decadenza rappresentata, lo fanno in maniera diversa.

Nella serie animata i temi ruotano attorno al conflitto tra fede e ragione, amore e distruzione. Ed effettivamente anche Eggers riflette a modo suo anche sulla complementarietà di amore e distruzione. Orlok esiste solo in funzione dell’amore di Ellen. Una volta raggiunto il suo obiettivo, smette di esistere.

5. Salem (WGN, 2014-2017)

una macabra scena con le streghe in Salem

Come Eggers, Salem utilizza un’estetica gotica per creare un mondo inquietante e suggestivo. Ambientata durante i processi alle streghe di Salem, la serie evoca paesaggi cupi e una costante sensazione di minaccia. Le foreste oscure e i villaggi isolati ricordano i quelli visitati da Thomas Hutter durante la sua permanenza in Transilvania. Le ritualità, di streghe da un lato e gitane dall’altro, sono in entrambi momenti in cui viene costruita la tensione attorno al soprannaturale. Questa dimensione diventa metafora delle paure umane, delle paure dell’ignoto, dell’alieno.

In Salem, il male però non è soltanto soprannaturale. Esso è radicato nell’umano, nei conflitti dei personaggi. Mary Sibley (Janet Montgomery), protagonista della Serie, è una strega divisa tra potere e amore. Tirata da entrambi, la sua complessità sta in questa tormentata consapevolezza che i due non possono coesistere. Allo stesso modo il Conte Orlok è, ma nel suo essere è trainato da pulsioni che non riesce a controllare e che saranno, e forse in fondo lui lo sa, la sua rovina.

Il ritmo si fa decisamente più dinamico. Il simbolismo e la poeticità delle ritualità in Salem sono accompagnati da intrighi di tipo politico e da riflessioni sul ruolo della donna a livello sociale. Questi aspetti, seppur presenti in Eggers, se si strizzano gli occhi possono essere scovati, ma sappiamo che il regista predilige la qualità della messinscena e i temi di dimensione più esistenzialista.

Le paure ancestrali e il dilemma morale incontrano il gotico in costume in un omaggio all’intero genere horror e al paganesimo.

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