World Economic Forum 2025: cercare collaborazione nell’anno del pessimismo
Ricomporre i frammenti in un Mondo sempre più deglobalizzato. È questo il difficile compito dell’edizione 2025 del World Economic Forum, che apre oggi i battenti a Davos, in Svizzera. Il summit, intitolato “Collaboration for the Intelligent Age”, comincia in un clima difficile, in concomitanza con l’insediamento di Donald Trump. Ma il recente successo del negoziato […] L'articolo World Economic Forum 2025: cercare collaborazione nell’anno del pessimismo proviene da ilBollettino.
Ricomporre i frammenti in un Mondo sempre più deglobalizzato. È questo il difficile compito dell’edizione 2025 del World Economic Forum, che apre oggi i battenti a Davos, in Svizzera. Il summit, intitolato “Collaboration for the Intelligent Age”, comincia in un clima difficile, in concomitanza con l’insediamento di Donald Trump. Ma il recente successo del negoziato tra Israele e Hamas lascia sperare in nuovi spazi di intesa internazionali. Ecco i 4 temi sul tavolo.
1. Guerra
Secondo il Global Risks report pubblicato dal WEF alla vigilia del ritrovo di Davos, sono i conflitti armati il principale rischio per l’economia nel 2025. Lo studio, condotto su un campione di oltre 900 esperti di vari campi, evidenzia un generale pessimismo: il 52% degli intervistati prevede un outlook globale instabile nel breve periodo, mentre il 31% si aspetta turbolenza e il 5% una vera e propria tempesta. Le crisi militari, in aumento pressoché costante negli ultimi anni, non hanno un ruolo secondario in questa destabilizzazione. E se i recenti sviluppi da Gaza mostrano la possibilità di un dialogo, lo scenario generale sembra remare nella direzione opposta.
2. Tecnologia e disinformazione
Al centro del titolo di questa edizione, gli sviluppi portati dall’intelligenza artificiale occuperanno un posto importante nei panel. Lo sviluppo delle tecnologie digitali va a toccare vari rischi, dalla polarizzazione sociale alla crescente disinformazione, percepita come il più grave in un orizzonte di due anni. In questo campo, ai problemi già amplificati o creati ex novo dall’ampia diffusione dei social network cominciano ora ad aggiungersi i rischi legati all’AI. Dalla facilità di falsificare notizie e immagini al rischio delle cosiddette “allucinazioni” a mano a mano che cresce la tendenza a delegare alle macchine, anche nel campo dell’informazione.
3. Cambiamento climatico
L’ambiente è un altro dei temi chiave nell’anno appena iniziato. Le immagini dei roghi che hanno devastato Los Angeles nelle scorse settimane sono ben presenti a tutti e ci mettono una volta di più davanti alla necessità di agire. Nel report del WEF, gli eventi climatici estremi sono in cima alla lista dei rischi su un orizzonte a dieci anni, mentre la perdita di biodiversità e il collasso dell’ecosistema sono al secondo posto. Nell’immediato, però, la percezione di questi rischi pare essere minore: l’insufficienza della COP 29 in Azerbaigian tenutasi a novembre evidenzia il rischio di uno stallo nella cooperazione globale per la lotta al cambiamento climatico. La sfida del momento è proprio questa: cercare di richiamare l’attenzione dei policymaker sul tema, prima che a farlo sia una nuova catastrofe naturale.
4. Deglobalizzazione
Il fenomeno più macroscopico negli scenari globali, la deglobalizzazione sarà il vero elefante nelle stanze di Davos. Per il 64% degli esperti, nel 2025 il Mondo sarà politicamente frammentato e multipolare. Un fattore di cambiamento che è rappresentato alla perfezione dall’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump, isolazionista in diplomazia, protezionista in campo economico. Si tratta di quella che lo stesso Presidente del WEF, il norvegese Børge Brende, ha definito una “recessione geopolitica”. «Siamo in un mondo polarizzato, frammentato, dove vediamo meno cooperazione che in passato e più competizione» ha detto. In fin dei conti, è un cambiamento che mette in discussione la stessa esistenza di un forum come questo, lasciando un punto interrogativo riguardo alla possibilità di trovare margini per la “collaboration” che propone.
©