Unicredit notifica al Governo OPS su Banco BPM per Golden Power
L'atto formale punta ad ottenere l'autorizzazione entro il mese di marzo in tempo per l'assemblea di Unicredit in calendario ad aprile
UniCredit ha inviato la notifica al Governo per l’Offerta Pubblica di Scambio su Banco BPM ai sensi della normativa sul Golden Power. Il parere di Palazzo Chigi deve essere espresso entro 45 giorni dal momento della presentazione della documentazione (filing), ma potrebbe anche slittare di altri 15 giorni, se l’esecutivo richiedesse ulteriore documentazione e chiarimenti. La pre-notifica era stata presentata lo scorso 13 dicembre ed erano seguiti gli incontri di routine con il gruppo di coordinamento che si occupa di valutare le applicazioni della normativa sul Golden Power.
Si compie così un altro atto formale necessario per la finalizzazione dell’operazione, in parallelo al via libera di Consob e della Bce. Il via libera del Governo dovrebbe dunque arrivare fra la metà e la fine di marzo, giusto in tempo per l’assemblea di Unicredit, convocata per il 10 aprile, che ha all’ordine del giorno, fra le altre cose, la delibera dell’aumento di capitale a servizio dell’OPS.
Cosa è il Golden Power
Il Golden Power è un potere riservato all’esecutivo che consente di bloccare o fissare paletti ad operazioni di acquisizione di partecipazioni societarie. Questo potere riservato inizialmente ad alcuni settori strategici ed alle acquisizioni transnazionali è stato notevolmente ampliato durante la pandemia, estendendolo ad una serie di settori chiave. Dal 2003, la normativa viene applicata anche ad operazioni fra imprese italiane.
Il passo avanti in Generali
L’OPS su banco BPM, che comprende anche Anima, è solo uno di tanti dossier aperti da Unicredit nell’ultimo scorcio dl 2024 ed inizio 2025. L’altra partita è quella di Generali. Una operazione “fresca” che risale a pochi giorni fa con cui l’Istituto di Piazza Gae Aulenti ha rilevato una partecipazione di circa il 4,1% nel capitale del Leone di Trieste gettandosi nella partita che vede contrapposti, per la determinazione della nuova Governance, la cordata degli imprenditori (Caltagirone e Delfin), che chiedono un cambio di testimone, ed il socio storico Mediobanca, che punta sulla continuità.
Già si guarda, infatti, all’assemblea di Generali dell’8 maggio, chiamata a rinnovare il CdA. Due gruppi si contenderanno la maggioranza: da una parte Mediobanca che ha il 13,10% del capitale e dall’altra i gruppi Delfin (9,93%) e Caltagirone (6,92%) che agiscono separati, ma che insieme valgono più del 16%. Fra gli outsider c’è anche il gruppo Benetton con il 4,8% ed ora Unicredit, che potrebbe diventare ago della bilancia nella partita.
Il dossier Commerzbank
Il dossier Commerzbank è il terzo fronte aperto dall’Ad Andrea Orcel, che punta alla creazione di una forte banca europea, anche se le sue aspirazioni hanno trovato una forte resistenza a Berlino.
UniCredit, ha rilevato una partecipazione del 9% della banca tedesca, fra la quota messa in vendita dal governo ed altri acquisti, ed è arrivata a detenere una partecipazione complessiva del 21% tramite strumenti derivati, avendo chiesto alla BCE l’autorizzazione a salire sino al 29,9% del capitale.
L’Istituto non ha mai nascosto l’interesse per la banca tedesca, finalizzata alla creazione di una grande banca europea, ma date le resistenze anche politiche aveva preferito giocare in casa, lanciandosi nella partita del Banco BPM.