Un anno a Milano Cortina, l'Italia corre per evitare brutte figure
Thomas Bach, presidente del CIo, ha gettato il cuore oltre l'ostacolo: "L'Italia è pronta a scrivere il prossimo capitolo della sua storia olimpica". Ottimista, o forse solo consapevole di come dalle nostre parti si sia capaci di far quadrare i conti sempre anche di rincorsa. E, dunque, non c'è nessun motivo per allarmarsi a un anno dal via dei Giochi invernali di Milano Cortina 2026, anche se dossier e questioni di politica sportiva invitino alla prudenza. "Il nostro obiettivo è che l'Italia esca in modo meraviglioso agli occhi del mondo da questi Giochi e, quando si spegnerà l'ultima luce dall'evento, saremo sicuri che tutti saranno molto orgogliosi di essere italiani" si è sbilanciato Giovanni Malagò, numero uno del Coni che è motore e parte dei problemi. Perché, ad esempio, c'è lui ad accendere il count down degli ultimi 365 giorni di attesa per vedersi accedere il braciere olimpico nello stadio di San Siro (anch'esso pronto a farsi staccare la spina), ma non è per nulla scontato che sia allo stesso posto il 6 febbraio 2026. Anzi, carte alla mano dovrebbe essere non più presidente dello sport italiano e semmai solo capo della Fondazione Milano Cortina, a meno che il dibattito che si sta animando da mesi intorno alla poltrona del Coni non partorisca un finale a sorpresa, con il superamento del divieto di ricandidatura per esaurimento dei mandati.Non è il punto centrale, ma è una questione che racconta bene come l'Italia si stia avviando a passi veloci alla vetrina olimpica. Non bene o male, semplicemente all'italiana. In ritardo, con mille contraddizioni e accelerazioni, provando a rispettare budget impossibili da rispettare e sbuffando in ordine sparso verso il traguardo. Non è una novità. In cartellone c'è lo stesso spettacolo già mostrato altre mille volte, dal mitologico Mondiale del 1990 all'Expo 2015.Il budget della candidatura che doveva essere quella del trionfo della sostenibilità è salito. Ad oggi i Giochi nel loro complesso costeranno non meno di 6 miliardi di euro, di cui 1,85 (da 1,6) legati alla Fondazione Milano Cortina mentre il resto nelle opere pubbliche connesse che nelle intenzioni dei governi che si sono succeduti dal 2019 - assegnazione delle Olimpiadi - ad oggi dovranno rappresentare l'eredità sul territorio. Gli impianti sono pronti o quasi dopo che il nodo della pista da bob di Cortina è stato sciolto senza dover traslocare all'estero ma mettendo mano al portafoglio: 120 milioni di euro per demolire e rifare quella pre-esistente tra le proteste degli ambientalisti e non senza perplessità da parte dello stesso CIO.Anche a Milano ci sono costi extra da oltre cento milioni di euro per l'Arena Santa Giulia, che ospiterà le partite di hockey su ghiaccio, e per il Villaggio olimpico di Porta Romana. Investimenti privati che ora attendono un sostegno pubblico. Arena Santa Giulia sarà un gioiellino da 16mila posti che diventerà un polo attrattivo per sport ed eventi anche dopo, ma intanto nasce senza collegamento diretto visto che la linea tramviaria dedicata non sarà completata per tempo. Già visto.Corse contro il tempo anche in Valtellina per tutte le opere di collegamento che interessano la famigerata Statale dello Stelvio: varianti e tangenziali da completare entro il prossimo 6 febbraio per evitare il caos. Si sono persi anni tra liti e divisioni per poi trovarsi a dover rincorrere il termine che è specialità italiana e, anche per questo, è probabile che l'impresa riesca e l'ottimismo di Bach, Malagò, Fontana e Zaia (anche lui al centro di un dibattito sulla possibilità di restare in sella) si trasformi in realtà.Banca Ifis ha stimato l'impatto dei Giochi in 5,3 miliardi di euro. La verità è che serviranno anni per misurare vantaggi e svantaggi di un'operazione complessa come l'organizzazione delle Olimpiadi. Il primo test sarà la corsa ad accaparrarsi i preziosi tagliandi per gli eventi sportivi; le prenotazioni hanno fatto segnare numeri incoraggianti, poi bisognerà vedere cosa resterà al momento di mettere mano al portafogli per pagare. Si annunciano prezzi non popolari, così come rincari a doppia cifra per alberghi e strutture di accoglienza. Di sicuro c'è chi renderà Milano Cortina 2026 un affare per sé, la medaglia d'oro sarebbe evitare che restassero in pochi con gli altri a pagare il conto.
![Un anno a Milano Cortina, l'Italia corre per evitare brutte figure](https://www.panorama.it/media-library/olimpiadi-milano-cortina-2026-lavori-spese-preventivo-conto-rovescia.jpg?id=56250551&width=980#)
![](https://www.panorama.it/media-library/olimpiadi-milano-cortina-2026-lavori-spese-preventivo-conto-rovescia.jpg?id=56250551&width=1245&height=700&coordinates=0%2C231%2C0%2C232)
Thomas Bach, presidente del CIo, ha gettato il cuore oltre l'ostacolo: "L'Italia è pronta a scrivere il prossimo capitolo della sua storia olimpica". Ottimista, o forse solo consapevole di come dalle nostre parti si sia capaci di far quadrare i conti sempre anche di rincorsa. E, dunque, non c'è nessun motivo per allarmarsi a un anno dal via dei Giochi invernali di Milano Cortina 2026, anche se dossier e questioni di politica sportiva invitino alla prudenza.
"Il nostro obiettivo è che l'Italia esca in modo meraviglioso agli occhi del mondo da questi Giochi e, quando si spegnerà l'ultima luce dall'evento, saremo sicuri che tutti saranno molto orgogliosi di essere italiani" si è sbilanciato Giovanni Malagò, numero uno del Coni che è motore e parte dei problemi. Perché, ad esempio, c'è lui ad accendere il count down degli ultimi 365 giorni di attesa per vedersi accedere il braciere olimpico nello stadio di San Siro (anch'esso pronto a farsi staccare la spina), ma non è per nulla scontato che sia allo stesso posto il 6 febbraio 2026. Anzi, carte alla mano dovrebbe essere non più presidente dello sport italiano e semmai solo capo della Fondazione Milano Cortina, a meno che il dibattito che si sta animando da mesi intorno alla poltrona del Coni non partorisca un finale a sorpresa, con il superamento del divieto di ricandidatura per esaurimento dei mandati.
Non è il punto centrale, ma è una questione che racconta bene come l'Italia si stia avviando a passi veloci alla vetrina olimpica. Non bene o male, semplicemente all'italiana. In ritardo, con mille contraddizioni e accelerazioni, provando a rispettare budget impossibili da rispettare e sbuffando in ordine sparso verso il traguardo. Non è una novità. In cartellone c'è lo stesso spettacolo già mostrato altre mille volte, dal mitologico Mondiale del 1990 all'Expo 2015.
Il budget della candidatura che doveva essere quella del trionfo della sostenibilità è salito. Ad oggi i Giochi nel loro complesso costeranno non meno di 6 miliardi di euro, di cui 1,85 (da 1,6) legati alla Fondazione Milano Cortina mentre il resto nelle opere pubbliche connesse che nelle intenzioni dei governi che si sono succeduti dal 2019 - assegnazione delle Olimpiadi - ad oggi dovranno rappresentare l'eredità sul territorio. Gli impianti sono pronti o quasi dopo che il nodo della pista da bob di Cortina è stato sciolto senza dover traslocare all'estero ma mettendo mano al portafoglio: 120 milioni di euro per demolire e rifare quella pre-esistente tra le proteste degli ambientalisti e non senza perplessità da parte dello stesso CIO.
Anche a Milano ci sono costi extra da oltre cento milioni di euro per l'Arena Santa Giulia, che ospiterà le partite di hockey su ghiaccio, e per il Villaggio olimpico di Porta Romana. Investimenti privati che ora attendono un sostegno pubblico. Arena Santa Giulia sarà un gioiellino da 16mila posti che diventerà un polo attrattivo per sport ed eventi anche dopo, ma intanto nasce senza collegamento diretto visto che la linea tramviaria dedicata non sarà completata per tempo. Già visto.
Corse contro il tempo anche in Valtellina per tutte le opere di collegamento che interessano la famigerata Statale dello Stelvio: varianti e tangenziali da completare entro il prossimo 6 febbraio per evitare il caos. Si sono persi anni tra liti e divisioni per poi trovarsi a dover rincorrere il termine che è specialità italiana e, anche per questo, è probabile che l'impresa riesca e l'ottimismo di Bach, Malagò, Fontana e Zaia (anche lui al centro di un dibattito sulla possibilità di restare in sella) si trasformi in realtà.
Banca Ifis ha stimato l'impatto dei Giochi in 5,3 miliardi di euro. La verità è che serviranno anni per misurare vantaggi e svantaggi di un'operazione complessa come l'organizzazione delle Olimpiadi. Il primo test sarà la corsa ad accaparrarsi i preziosi tagliandi per gli eventi sportivi; le prenotazioni hanno fatto segnare numeri incoraggianti, poi bisognerà vedere cosa resterà al momento di mettere mano al portafogli per pagare. Si annunciano prezzi non popolari, così come rincari a doppia cifra per alberghi e strutture di accoglienza. Di sicuro c'è chi renderà Milano Cortina 2026 un affare per sé, la medaglia d'oro sarebbe evitare che restassero in pochi con gli altri a pagare il conto.