Trump corregge il tiro: “Nessun soldato Usa a Gaza”. E dà del “palestinese” a Schumer, leader ebreo della minoranza dem: “Lo reinsedierei”
Su Truth il tycoon ha risposto alle critiche interne al partito e all'elettorato repubblicano sull'opportunità di inviare truppe nella Striscia L'articolo Trump corregge il tiro: “Nessun soldato Usa a Gaza”. E dà del “palestinese” a Schumer, leader ebreo della minoranza dem: “Lo reinsedierei” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Un post su Truth per lanciare tre messaggi. Donald Trump è tornato a parlare della proposta lanciata martedì sullo “spostamento” dei palestinesi dalla Striscia di Gaza per fare dell’enclave la “riviera del Medio Oriente“. “La Striscia di Gaza verrebbe consegnata agli Stati Uniti da Israele al termine dei combattimenti. – scrive il capo della Casa Bianca -. I palestinesi, persone come Chuck Schumer, verrebbero reinsediati in comunità molto più sicure e belle, con case nuove e moderne, nella regione. Avrebbero davvero la possibilità di essere felici, sicuri e liberi”. Schumer, primo leader della maggioranza ebraica al Senato e più alto funzionario eletto ebreo di sempre negli Stati Uniti, oggi guida la minoranza democratica e martedì aveva esortato i senatori dem a unirsi a lui nel votare contro tutti i candidati proposti da Trump, in segno di protesta contro le mosse unilaterali del tycoon volte a smantellare e tagliare i finanziamenti a gran parte del governo federale.
“Gli Stati Uniti, lavorando con grandi team di sviluppo provenienti da tutto il mondo – prosegue il messaggio -, inizierebbero lentamente e con attenzione la costruzione di quello che diventerebbe uno dei più grandi e spettacolari sviluppi del genere sulla Terra. Non ci sarebbe bisogno di soldati degli Stati Uniti! La stabilità della regione regnerebbe!!!”, aggiunge Trump nel suo post, rispondendo alle critiche interne al partito e all’elettorato repubblicano sull’opportunità di inviare truppe Usa nella Striscia.
La proposta, annunciata durante la conferenza stampa con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, ha sorpreso favorevolmente Tel Aviv. Il ministro della Difesa, Israel Katz, ha reso noto di aver ordinato alle forze israeliane di mettere a punto un piano per far uscire gli abitanti della Striscia di Gaza dall’enclave palestinese. “Ho dato istruzioni affinché venga preparato un piano che consenta a ogni abitante di Gaza che lo desidera di farlo per andare in qualsiasi Paese sia disposto all’accoglienza – ha detto Katz – Il piano prevederà opzioni per l’uscita tramite i valichi e anche disposizioni speciali per le partenze via mare e in aereo”.
Katz ha detto anche che paesi come Irlanda, Norvegia, Spagna e Canada hanno lanciato false accuse contro Israele sul tema della guerra ad Hamas e sarebbero “obbligati per legge a consentire l’ingresso degli abitanti di Gaza nel loro territorio”. “Se si rifiuteranno di accettare i palestinesi, verrà smascherata la loro ipocrisia”, ha aggiunto in una dichiarazione diffusa dal suo ufficio. Irlanda, Norvegia e Spagna hanno formalizzato lo scorso anno il riconoscimento dello Stato di Palestina. Sul Canada, Katz ha affermato che in passato ha espresso “il desiderio di assorbire gli abitanti di Gaza”.
Immediata è arrivata la risposta della Spagna: “In primo luogo” esprimiamo “un rifiuto categorico, e nessuno dovrebbe entrare nel dibattito su dove dovrebbero andare i palestinesi e in particolare i gazawi, perché il dibattito è stato chiuso da loro stessi”, ha detto il ministro degli Esteri Josè Manuel Albares. “La terra dei palestinesi gazawi è Gaza, che deve essere parte del futuro Stato palestinese, come chiede la Spagna e la maggior parte dei Paesi del mondo, i circa 150 che hanno riconosciuto la Palestina”, ha aggiunto.
Anche dall’Egitto è arrivato il secondo no in due giorni. Funzionari egiziani, che hanno parlato a condizione di anonimato, hanno detto che il Cairo ha chiarito all’amministrazione Trump e a Israele che si opporrà a qualsiasi proposta di sfollamento della popolazione palestinese da Gaza e che l’accordo di pace con Israele, in vigore da quasi mezzo secolo, è a rischio. Un diplomatico occidentale che vive nella capitale egiziana, anch’egli parlando in forma anonima, ha confermato di aver ricevuto il messaggio dall’Egitto attraverso diversi canali. Il diplomatico ha detto che l’Egitto era molto serio e considerava il piano come una minaccia alla sua sicurezza nazionale.
Un piano contro il quale la Farnesina oggi ha preso posizione in maniera più convinta rispetto a quanto fatto ieri. In Medio Oriente come Italia “dobbiamo essere presenti, dobbiamo svolgere un ruolo attivo per la pace e per far sì che la tregua possa andare avanti, con l’obiettivo finale di poter unificare la Palestina – ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani dal porto di Ashdod durante la consegna degli aiuti di Food for Gaza -. La posizione italiana è chiara, due popoli e due Stati, il neonato Stato palestinese dovrà riconoscere Israele e dovrà essere riconosciuto da Israele. Ogni altra mossa sarebbe velleitaria, sbagliata e direi controproducente“.
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