Trump aggredisce (giustamente) i pilastri dell’ideologia “woke”

L’iniziativa di Trump aggredisce direttamente uno dei pilastri della cultura “woke” e ristabilisce una verità fondata sull’evidenza. Il Canto libero di Sacconi

Il Presidente Donald Trump, con uno degli “Ordini Esecutivi” sottoscritti il 20 gennaio subito dopo il suo insediamento, ha inteso “Difendere le donne dall’estremismo dell’ideologia gender e ripristinare la verità biologica nel governo federale”. L’atto ha infatti definito quale finalità la tutela delle donne da “ coloro che negano l’evidenza della natura biologica del sesso (e) usano mezzi coercitivi sia legali che sociali per garantire agli uomini che si identificano come donne l’accesso a spazi, servizi e attività riservati alle donne, dai centri anti-violenza ai bagni negli uffici”. Trump ha voluto porre fine, nelle amministrazioni pubbliche e nei comportamenti sociali, a quel fanatismo ideologico che ha preteso il sesso dovesse essere solo autopercepito e fluido, producendo “un attacco fondamentale alle donne, in quanto le priva della loro dignità, sicurezza e benessere”.

L’iniziativa del nuovo Presidente aggredisce direttamente uno dei pilastri della cultura “woke” e ristabilisce una verità fondata sull’evidenza. Come dalle università americane si era propagata in tutto l’occidente una ideologia così lontana dalla dimensione della antropologia naturale, così dal vertice della amministrazione della stessa nazione viene ora affermata una verità elementare che appare destinata a ripristinare usi e costumi largamente condivisi. Non sono in discussione gli orientamenti sessuali che trovano invece, nel nuovo contesto, un rispetto più diffusamente accettato. Tornano alla mente le profetiche parole di Gilbert Keith Chesterton (“Eretici“, 1905), secondo il quale “Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto».